Codice Civile art. 1006 - Rifiuto del proprietario alle riparazioni.

Alberto Celeste

Rifiuto del proprietario alle riparazioni.

[I]. Se il proprietario rifiuta di eseguire le riparazioni poste a suo carico o ne ritarda l'esecuzione senza giusto motivo, è in facoltà dell'usufruttuario di farle eseguire a proprie spese. Le spese devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto senza interesse. A garanzia del rimborso l'usufruttuario ha diritto di ritenere l'immobile riparato [2756; 152 trans.].

Inquadramento

Posto che il nudo proprietario, in forza della disposizione precedente, è tenuto ad eseguire le riparazioni straordinarie inerenti alla cosa oggetto di usufrutto, la norma in commento si preoccupa di disciplinare le conseguenze giuridiche correlate ad un eventuale inadempimento. Invero, se il proprietario rifiuta di eseguire le riparazioni poste a suo carico o ne ritarda l'esecuzione senza giusto motivo, è in facoltà dell'usufruttuario di farle eseguire a proprie spese. Peraltro, la facoltà del proprietario di rifiutare di eseguire le riparazioni straordinarie contemplate nel comma 2 dell'art. 1005, si esercita con una manifesta espressione di volontà e prima che le opere di riparazione siano eseguite. Si precisa, poi, che tali spese devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto senza interesse, e che, a garanzia di tale rimborso, l'usufruttuario ha il diritto — eccezionale, previsto in analoghe fattispecie — di ritenere l'immobile riparato.

Dunque, l'inerzia del proprietario non dà luogo né al risarcimento dei danni, né ad altra sanzione, non avendo l'usufruttuario alcun mezzo per costringere l'usufruttuario ad eseguire le riparazioni. Nell'ipotesi di rifiuto o ritardo del proprietario nell'esecuzione delle riparazioni, sorge in capo all'usufruttuario la facoltà di compierle, con diritto ad essere rimborsato di tutte le spese sostenute, alla fine dell'usufrutto e senza alcun interesse.

Secondo parte della dottrina (Bigliazzi Geri, in Tr. C. M. 1979, 250), la legge riconosce all'usufruttuario, in ragione del suo interesse al godimento, un autonomo diritto potestativo di procedere al compimento delle indicate riparazioni, in funzione di autotutela, quale strumento di reazione al comportamento abusivo del proprietario. Rimane inteso che la facoltà dell'usufruttuario di eseguire le riparazioni cessa se il ritardo è dovuto ad un giusto motivo.

I magistrati di Piazza Cavour (Cass. II, n. 22703/2015) hanno precisato che l'art. 1006, stabilendo che l'usufruttuario può ripetere solo alla fine dell'usufrutto le spese fatte in luogo del nudo proprietario, implica che, prima di tale momento, l'usufruttuario è carente di azione; quale mancanza di una condizione dell'azione, l'improponibilità della domanda di rimborso in pendenza dell'usufrutto può essere rilevata d'ufficio dal giudice.

Bibliografia

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