Codice Civile art. 1012 - Usurpazioni durante l'usufrutto e azioni relative alle servitù.

Alberto Celeste

Usurpazioni durante l'usufrutto e azioni relative alle servitù.

[I]. Se durante l'usufrutto un terzo commette usurpazione sul fondo o altrimenti offende le ragioni del proprietario, l'usufruttuario è tenuto a fargliene denunzia e, omettendola, è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario.

[II]. L'usufruttuario può far riconoscere l'esistenza delle servitù a favore del fondo [1079] o la inesistenza di quelle che si pretende di esercitare sul fondo medesimo [949]; egli deve in questi casi chiamare in giudizio il proprietario [102 c.p.c.].

Inquadramento

La norma in commento delinea alcune forme di tutela in favore dell'usufruttuario, circoscrivendone i relativi diritti e obblighi per il relativo esercizio. Nello specifico, si prevede che, qualora durante l'usufrutto un terzo commette usurpazione sul fondo o altrimenti offende le ragioni del nudo proprietario, l'usufruttuario sia tenuto a fargliene denuncia, in quanto, omettendola, può essere ritenuto responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario. In ogni caso, il medesimo usufruttuario può far riconoscere l'esistenza delle servitù a favore del fondo o l'inesistenza di quelle che si pretende di esercitare sul fondo medesimo, ma in entrambi casi, egli deve in questi casi chiamare in giudizio il nudo proprietario, configurandosi un'ipotesi di litisconsorzio necessario. In quest'ultima prospettiva, è ragionevole ritenere che l'art. 1012, legittimando l'usufruttuario all'esercizio dell'azione negatoria, gli consente di proporre anche l'azione prevista dall'art. 844 per far valere il divieto delle immissioni intollerabili, la quale rientra, normalmente, nel paradigma di cui all'art. 949, restando inteso che egli deve sempre chiamare in giudizio il nudo proprietario onde evitare la formazione di giudicati, la cui inopponibilità, nel caso di mancata partecipazione al giudizio, contrasterebbe con la particolare finalità di accertare una qualitas fundi cui i giudicati stessi sono preordinati.

Ad avviso della prevalente dottrina, la norma de qua, nel prevedere, al comma 1, che l'usufruttuario è tenuto a denunciare al proprietario le usurpazioni e le violazioni che durante l'usufrutto possono ledere il diritto di proprietà, costituisce conseguenza e specificazione dell'obbligo di custodia di cui all'art. 1004 (per tutti, De Martino, in Comm. S.B. 1978, 320). La norma prevede un obbligo a carico dell'usufruttuario, tuttavia, a parere di alcuni, tale obbligo sarebbe in realtà uno dei limiti stessi dell'usufrutto; pertanto, il comportamento omissivo dell'usufruttuario costituirebbe un abuso da cui discende l'applicazione delle misure ex art. 1015 e il risarcimento del danno (Bigliazzi Geri, in Tr. C. M. 1979, 253). L'usufruttuario è, comunque, tenuto a denunciare al proprietario qualsiasi molestia di fatto e di diritto che possa pregiudicare le ragioni della proprietà e, quindi, anche quelle che ledano esclusivamente il diritto di proprietà.

Bibliografia

Caterina, Usufrutto e proprietà temporanea, in Riv. dir. civ. 1999, II, 715; De Cupis, Usufrutto, in Enc. dir., XLV, Milano, 1992; Di Bitonto, Usufrutto, in Enc. dir., XVI, Milano, 2008; Mazzon, Usufrutto, uso e abitazione, Padova, 2010; Musolino, L'usufrutto, Bologna, 2011; Plaia, Usufrutto, uso, abitazione, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999; Ruscello, Origini ed evoluzione storica dell'usufrutto legale dei genitori, in Dir. fam. 2009, 1329.

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