Codice Civile art. 1042 - Obblighi inerenti all'uso di corsi contigui a fondi altrui.Obblighi inerenti all'uso di corsi contigui a fondi altrui. [I]. Se un corso d'acqua impedisce ai proprietari dei fondi contigui l'accesso ai medesimi, o la continuazione dell'irrigazione o dello scolo delle acque, coloro che si servono di quel corso sono obbligati, in proporzione del beneficio che ne ritraggono, a costruire e a mantenere i ponti e i loro accessi sufficienti per un comodo e sicuro transito, come pure le botti sotterranee, i ponti-canali o altre opere simili per continuare l'irrigazione o lo scolo, salvi i diritti derivanti dal titolo o dall'usucapione. InquadramentoLa norma in commento contempla l'eventualità in cui un corso d'acqua impedisca ai proprietari dei fondi contigui l'accesso ai medesimi, o la continuazione dell'irrigazione o dello scolo delle acque, stabilendo che coloro i quali si servono di quel corso sono obbligati, in proporzione del beneficio che ne ritraggono, a costruire ed a mantenere i ponti e i loro accessi sufficienti per un comodo e sicuro transito, come pure le botti sotterranee, i ponti-canali o altre opere simili per continuare l'irrigazione o lo scolo, salvi i diritti derivanti dal titolo o dall'usucapione. La disposizione de qua prevede, dunque, che sorgano gli obblighi di costruire e mantenere le opere che consentano un comodo e sicuro transito ai proprietari dei fondi contigui, tutte le volte in cui un corso d'acqua artificiale impedisca l'accesso o la continuazione dell'irrigazione o scolo delle acque. Questo implica che la norma non fa riferimento unicamente alla servitù di acquedotto coattivo, ma anche a quella costituita volontariamente o a quella di scarico ex art. 1043 ed anche, in ipotesi particolari ai rivi propri, aperti o goduti iure dominii e ai canali di bonifica. La ratio della norma è di tutelare chiunque abbia come contenuto di un proprio diritto, l'accesso o il passaggio o scolo delle acque che viene impedito dalla fattispecie ivi contemplata, a qualsiasi titolo (Grosso — Deiana, 1644). Al riguardo, è intervenuta solo una risalente pronuncia (Cass. II, n. 3483/1979), ad avviso della quale, ai sensi dell'art. 1042, al diritto di uso delle acque che attraversino i fondi altrui, sia che tale diritto derivi da servitù, sia che derivi da qualsiasi altro titolo, è connessa l'obbligazione legale di costruire e di mantenere i ponti necessari per accedere ai fondi contigui, salvo che dal titolo costitutivo del diritto o dell'esercizio di fatto di esso per il tempo necessario all'usucapione risulti una diversa regolamentazione. BibliografiaBiondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215. |