Codice Civile art. 1059 - Servitù concessa da uno dei comproprietari.

Alberto Celeste

Servitù concessa da uno dei comproprietari.

[I]. La servitù concessa da uno dei comproprietari di un fondo indiviso non è costituita se non quando gli altri l'hanno anch'essi concessa unitamente o separatamente [1108 3].

[II]. La concessione, però, fatta da uno dei comproprietari, indipendentemente dagli altri, obbliga il concedente e i suoi eredi o aventi causa a non porre impedimento all'esercizio del diritto concesso.

Inquadramento

La norma in commento, all'interno delle servitù volontarie, si occupa della particolare situazione in cui la cosa è oggetto di comproprietà. In tal caso, si stabilisce che la servitù eventualmente concessa da uno dei comproprietari di un fondo indiviso non è costituita se non quando gli altri l'hanno anch'essi concessa unitamente o separatamente, precisando, però, che la concessione, fatta da uno dei comproprietari, indipendentemente dagli altri, obbliga il concedente ed i suoi eredi o aventi causa a non porre impedimento all'esercizio del diritto concesso. Pertanto, l'atto di disposizione del fondo comune, consistente nella costituzione su di esso di un diritto reale di servitù, esige il consenso di tutti i partecipanti alla comunione, in difetto del quale, il compimento da parte di uno solo o da alcuni di questi è inidoneo alla produzione di siffatta costituzione e non determina pregiudizi nei confronti degli altri compartecipi.

Secondo la dottrina, posto dunque che, per la costituzione di servitù passive a carico di fondi in comunione è necessario il consenso di tutti i comproprietari, il consenso può risultare da un unico atto collettivo o da più atti separati e autonomi, anche di diversa natura, ma richiedenti ciascuno forma scritta e trascrizione. La servitù sarà costituita solo quando l'ultimo dei comunisti avrà prestato il suo consenso e, in attesa dell'ultimo consenso, i comunisti concedenti non potranno revocare il consenso già dato. Si avrebbe, pertanto, un acquisto progressivo della servitù da parte del titolare che, fino al completamento della fattispecie, sarebbe titolare di un diritto di natura obbligatoria (Burdese, Servitù prediali, in Nss. XVII, Torino, 1970, 149).

Atto proveniente da solo uno o alcuni dei comproprietari

In quest'ottica, si è ribadito (Cass. II, n. 2853/2016; Cass. II, n. 10822/2000) che, ai fini della costituzione volontaria della servitù, un atto proveniente da uno solo dei comproprietari di un fondo indiviso, pur non essendo privo di effetti giuridici, non è idoneo a costituire una servitù passiva.

E ancora, la mancata partecipazione al negozio costitutivo di una servitù di taluno dei comproprietari di un fondo indiviso non priva l'atto di effetti giuridici: se, infatti, trattasi di servitù attiva, la stipulazione effettuata dagli altri condomini, è valida ed efficace nei confronti dell'assente, in quanto, con il contratto a favore di terzo, può essere attribuito a quest'ultimo anche uno ius in re aliena; se, invece, si tratta di servitù passiva, la concessione vincola il proprietario concedente, ai sensi dell'art. 1059, e la servitù resta definitivamente costituita quando si verifichi l'adesione degli altri condomini, o maturi, nei casi consentiti, l'usucapione, oppure vengano acquisite dal condomino concedente anche le quote degli altri condomini (Cass. II, n. 6450/2000; Cass. II, n. 855/1992; Cass. II, n. 4643/1981).

Sul versante processuale, si è avuto modo di precisare (Cass. II, 10912/2023) che l'azione costitutiva di servitù coattiva di passaggio va proposta nei confronti dei proprietari di tutti i fondi che si frappongono all'accesso alla pubblica via ovvero nei confronti di tutti i comproprietari dell'unico fondo intercludente, poiché la funzione del diritto riconosciuto dall'art. 1051 c.c. al proprietario del fondo intercluso si realizza solo con la costituzione della servitù di passaggio nella sua interezza, pena la pronuncia di una sentenza inutiliter data, non potendo applicarsi in via analogica, in caso di contraddittorio non integro, al fine di evitare detta inutilità, l'art. 1059, comma 2.

Obblighi del comproprietario concedente

Relativamente agli obblighi del comproprietario concedente, si è rilevato (Cass. II, n. 6724/1982) che, ai sensi dell'art. 1059, la concessione di una servitù a carico di un fondo indiviso disposta da uno solo dei comproprietari, indipendentemente dagli altri, se pure non valga a costituire la servitù, tuttavia obbliga il concedente ed i suoi aventi causa a non porre impedimenti all'esercizio del diritto concesso.

Il comproprietario, che abbia concesso una servitù sul fondo comune senza il consenso degli altri comproprietari, è tenuto ai sensi dell'art. 1059, a non opporsi all'esercizio del diritto concesso e pertanto, non può aderire ad iniziative degli altri comproprietari intese a caducare la concessione da lui fatta, mentre il diritto concesso è un diritto reale che ha gli stessi limiti del diritto di comproprietà del concedente (Cass. II, n. 3479/1978).

Bibliografia

Biondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215.

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