Codice Civile art. 1075 - Esercizio limitato della servitù.

Alberto Celeste

Esercizio limitato della servitù.

[I]. La servitù esercitata in modo da trarne un'utilità minore di quella indicata dal titolo si conserva per intero [158 trans.].

Inquadramento

Atteso che il modo, o modalità di esercizio della servitù, è l'elemento che determina come la servitù debba essere esercitata — si pensi alla servitù di passaggio, se possa essere esercitata a piedi e con autovetture — si è posto il problema se, ad esempio, esiste una servitù di veduta da cinque finestre e se ne chiudono quattro, si possa esercitare tale servitù, anche decorso il ventennio, da tutte e cinque le finestre, riaprendo anche le quattro che si erano chiuse, oppure bisogna limitare l'esercizio della servitù alla sola finestra rimasta aperta. In questa prospettiva, la norma in commento risponde nel senso che la servitù si conserva per intero, perché per non uso si può estinguere solo il diritto, non il modo, che non ha un valore autonomo. L'art. 1075, nel disporre che la servitù esercitata in modo da trarne una utilità minore di quella indicata nel titolo si conserva per intero, fa riferimento alla utilità che, permanendo qualitativamente eguale, e così contrassegnando l'identità del diritto di servitù, si modifica solo quantitativamente: ne consegue che detta norma non è applicabile, ad esempio, nell'ipotesi in cui non possa esercitarsi l'inspectio o la prospectio nella servitù di veduta, in quanto la presenza di tali requisiti non incide solo quantitativamente sulla servitù medesima, ma ne condiziona la stessa esistenza.

La norma de qua stabilisce, dunque, il principio per cui l'uso parziale della servitù, ancorché protratto nel tempo, non vale a ridurne il contenuto nei limiti della minore utilità rispetto a quella consentita dal titolo, in quanto l'estensione non rappresenta se non il limite entro cui doveva essere contenuto l'esercizio, mentre la maggiore utilità di cui il titolare non abbia approfittato è insuscettibile di estinzione, essendo non già un diritto, bensì una sua semplice componente. Ciò, peraltro, non varrebbe per l'esercizio di un adminiculum non seguito dall'esercizio della servitù — esempio, transito nel fondo, ma senza presa d'acqua oggetto della relativa servitù — la quale si estinguerebbe rappresentando il primo mero atto preparatorio (Branca, in Comm. S.B. 1979, 460).

Effetti dell'esercizio limitato della servitù

Sul punto, i giudici di legittimità hanno rilevato che, in relazione ad una servitù di passaggio, l'accertata impossibilità di uso ai fini del transito carrabile non consente di ritenere, per questo solo fatto, automaticamente accertata anche l'impossibilità di uso in termini di passaggio pedonale, poiché l'art. 1075 stabilisce che la servitù esercitata in modo da trarne un'utilità minore di quella indicata dal titolo si conserva per intero (Cass. II, n. 4794/2008; cui adde Cass. II, n. 20462/2009).

La limitazione dell'esercizio della servitù, a qualunque causa dovuta e anche se protratta nel tempo, non può portare alla riduzione dell'oggetto della servitù nei limiti dell'utilità minore rispetto a quella consentita dal titolo (Cass. II, n. 6776/1991).

Bibliografia

Biondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215.

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