Codice Civile art. 1084 - Norme regolatrici della servitù.

Alberto Celeste

Norme regolatrici della servitù.

[I]. Per l'esercizio della servitù di presa d'acqua, quando non dispone il titolo o non è possibile riferirsi al possesso, si osservano gli usi locali.

[II]. In mancanza di tali usi si osservano le disposizioni dei tre articoli seguenti.

Inquadramento

Per quando concerne la disciplina, la norma in commento prevede che, per l'esercizio della servitù di presa d'acqua, quando non dispone il titolo o non è possibile riferirsi al possesso, si osservano gli usi locali e, in mancanza di tali usi si osservano le disposizioni dei seguenti artt. 1085, 1086 e 1087. Resta inteso che, in tema di servitù, il ricorso agli usi locali è consentito, a norma dell'art. 1084, solo per determinare in concreto l'esercizio della servitù di presa d'acqua e, cioè, il tempo e le modalità dell'utilizzazione dell'acqua, quando il titolo non disponga e non sia possibile riferirsi al possesso. La suddetta norma, in quanto deroga alla regola generale dettata dagli artt. 1063 e 1065, non può trovare applicazione per derivare dagli usi locali nuovi modi di acquisto della servitù di presa d'acqua, diversi da quelli tassativamente previsti dal legislatore e costituiti o dalla legge o dal titolo o dall'usucapione o dalla destinazione del padre di famiglia, anche se, per quanto riguarda il possesso ad usucapionem di una servitù di presa d'acqua, tale possesso deve essere senz'altro ritenuto ai sensi dell'art. 1084 nel caso di esercizio della servitù secondo gli usi locali.

Per quanto concerne, in particolare, gli usi locali, si è osservato in dottrina che gli stessi qui hanno una funzione regolatrice autonoma, in quanto si applicano allorché per la regolamentazione dell'esercizio del diritto di servitù non è possibile attingere al titolo o al possesso. Il ricorso agli usi locali prescinde dall'osservanza dei criteri previsti dalla seconda parte dell'art. 1065; dette modalità si applicheranno nella misura in cui le modalità di esercizio della presa d'acqua così determinate siano conformi agli usi (Grosso — Deiana, 1859). Gli usi rilevano in questa materia come fonti di regolamentazione delle modalità del tempo di esercizio della servitù di presa d'acqua con un'ampiezza maggiore di quanto previsto dall'art. 1368 per le pratiche del luogo di conclusione del contratto, mentre a queste ultime si fa ricorso solo in caso di ambiguità delle clausole, il ricorso agli usi locali è qui consentito anche nel silenzio delle parti. La norma ha, quindi, una funzione suppletiva in senso stretto e contiene una graduatoria delle fonti di carattere eccezionale, applicabile solo alla servitù di presa d'acqua. Comunque, gli usi ai quali far riferimento sono quelli vigenti al tempo in cui è sorta la servitù. Il ricorso agli usi potrà essere utile anche per stabilire i limiti di tempo dell'esercizio di una servitù di presa d'acqua non continua, come si può desumere dal disposto dell'art. 1085 (così Branca, in Comm. S.B. 1979, 523, che fa esclusivo riferimento alla servitù acquistata per usucapione o costituita per destinazione del padre di famiglia).

Bibliografia

Biondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215.

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