Codice Civile art. 1099 - Sostituzione di acqua viva.

Alberto Celeste

Sostituzione di acqua viva.

[I]. Il proprietario del fondo soggetto alla servitù degli scoli o degli avanzi d'acqua può sempre liberarsi da tale servitù mediante la concessione e l'assicurazione al fondo dominante di un corpo d'acqua viva, la cui quantità è determinata dall'autorità giudiziaria, tenuto conto di tutte le circostanze.

Inquadramento

Chiude la sezione II, disciplinante in particolare la servitù di scolo e degli avanzi d'acqua, a sua volta a completamento della disciplina delle servitù prediali contenuta nel titolo VI, la norma in commento, ad avviso della quale il proprietario del fondo soggetto alla servitù degli scoli o degli avanzi d'acqua può sempre liberarsi da tale servitù mediante la concessione e l'assicurazione al fondo dominante di un corpo d'acqua viva, la cui quantità è determinata dall'autorità giudiziaria, tenuto conto di tutte le circostanze.

Secondo la dottrina più autorevole (Branca, in Comm. S. B., 1979, 592), in mancanza di accordo e su domanda del titolare del fondo servente, provvede, con sentenza costitutiva soggetta a trascrizione, l'autorità giudiziaria, la quale, per la determinazione della quantità d'acqua viva, dovrà tener conto di tutte le circostanze di fatto, fra le quali la durata della servitù, la qualità delle acque perenni, l'uso cui erano destinati gli scoli o le eccedenze nonché le utilità che i due diversi tipi d'acqua sono in grado di rendere al fondo.

Il termine “assicurazione” contenuto nell'articolo dovrebbe interpretarsi nel senso che il proprietario del fondo servente deve garantire la disponibilità dell'acqua per tutta la durata della nuova servitù, mentre non è chiamato a rispondere dell'interruzione della fornitura d'acqua in caso di eventi dipendenti da caso fortuito. Si discute, in dottrina, sulla possibilità di reviviscenza della servitù preesistente: in considerazione dell'assoluta indipendenza sussistente tra i due rapporti reali, la servitù preesistente deve ritenersi definitivamente estinta anche se l'acqua viva, assicurata al fondo dominante, viene meno (Grosso — Deiana, 1882). Si afferma, però, che nel caso in cui l'assicurazione non risponda a realtà la sentenza costitutiva potrà essere revocata ex art. 395 c.p.c. e la precedente servitù sarà da considerare, pertanto, non estinta (Branca, in Comm. S. B., 1979, 592).

Bibliografia

Biondi, Le servitù, Milano 1967; Caruso - Spanò, Le servitù prediali, Milano 2013; De Tilla, Servitù prediali, in Enc. dir., XIV, Milano, 2007; Gallucci, Servitù prediali: natura, funzione e contenuto del diritto, in Il Civilista, 2010, n. 3, 79; Grosso - Deiana, Le servitù prediali, Torino, 1963; Musolino, Servitù prediali: l'estinzione per rinunzia, in Riv. not. 2013, 368; Terzago G. - Terzago P., Le servitù prediali - Volontarie - Coattive - Pubbliche - Costituzione - Esercizio - Estinzione - Tutela - Le singole servitù, Milano, 2007; Vitucci, Servitù prediali, in Dig. civ., XVIII, Torino 1998; Zaccheo, La tutela possessoria della servitù, in Giust. civ. 1982, II, 215.

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