Codice Civile art. 1143 - Presunzione di possesso anteriore .

Alberto Celeste

Presunzione di possesso anteriore.

[I]. Il possesso attuale non fa presumere il possesso anteriore, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso; in questo caso si presume che egli abbia posseduto dalla data del titolo.

Inquadramento

Se il possessore, che ha posseduto in tempo più remoto, si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio, invece, il possesso attuale non fa presumere automaticamente il possesso anteriore. Qualora, però, il possessore possa invocare un titolo a fondamento del suo possesso — ad esempio, esibendo un atto dal quale risulta che ha acquistato quel bene — allora si presume che egli abbia posseduto dalla data del titolo. Invero, normalmente, l'acquisto della proprietà o di un diritto reale sulla cosa produce l'acquisto del possesso, sicché è ragionevole presumere che il relativo possesso abbia avuto inizio dalla data del titolo medesimo. In altri termini, la regola è che il possesso attuale non fa presumere, di norma, quello anteriore, non essendo ravvisabile alcun collegamento fra lo stato attuale di possesso e la condizione della medesima situazione di fatto in passato, ma esiste un'eccezione allorquando il possessore disponga di un titolo, poiché si presume, in tal caso, il possesso dalla data del titolo, considerando che normalmente l'acquisto della proprietà o di altro diritto reale comporta anche l'acquisto del possesso, atteso che, secondo l'id quod plerumque accidit, è ragionevole ritenere che il titolo non sia stato inutile. Peraltro, la presunzione giova a qualunque possessore attuale, anche se egli sia un successore di colui che cominciò a possedere in forza del titolo.

Fondamento della norma

In quest'ordine di concetti, i giudici di legittimità hanno ribadito che la norma dell'art. 1143 — secondo cui quando il possessore attuale vanti un titolo a fondamento del suo possesso si presume che esso abbia posseduto dalla data del titolo — è ispirata alla considerazione che normalmente l'acquisto della proprietà o di un diritto reale in base ad un titolo comporta anche l'acquisto del possesso, talché non è dettata per l'usucapione ventennale perché in relazione a questo istituto la sussistenza del titolo a fondamento del possesso non avrebbe alcun significato, non avendo il possessore munito di titolo concretamente idoneo (e, quindi, valido) alcuna necessità di invocare l'usucapione ai fini della prova del dominio o di altro diritto reale (Cass. II, n. 19501/2015; Cass. II, n. 1899/2011; Cass. II, n. 9134/1993; Cass. II, n. 3504/1977; Cass. II, n. 2310/1970).

Operatività della presunzione

L'esistenza di un titolo (rogito divisionale) presso il possessore attuale fa presumere la sussistenza di un possesso risalente alla data del medesimo, continuato dai successori a titolo universale (Cass. II, n. 2022/1965).

Ad avviso della dottrina, per “titolo” si intende il fatto che giustifica il possesso, ma si registrano divergenti posizioni in ordine ai suoi requisiti. Per coloro che sostengono che tale norma svolga la sua funzione anche ai fini dell'usucapione, il titolo sarebbe semplicemente quel fatto giuridico che giustifica il possesso e non necessariamente idoneo all'acquisto del diritto: esso deve avere gli stessi requisiti richiesti per l'accessio possessionis o per l'usucapione abbreviata, ossia non deve essere necessariamente un titolo valido, purché non sia viziato da una nullità che ne abbia impedito l'esistenza (Sacco, in Tr. C. M., 1988, 60), né deve necessariamente provenire a domino (Montel, in Tr. Vas., 1962, 129, il quale richiede, peraltro, che si tratti di un titolo scritto); deve, dunque, trattarsi di un negozio, valido o nullo, rivolto al trasferimento del diritto corrispondente al possesso. Altri autori sono dell'opinione, invece, che tale norma non sia dettata per l'usucapione, tenendo conto che deve necessariamente trattarsi di un titolo pienamente valido e proveniente a domino, o di un titolo concretamente idoneo al trasferimento del diritto di cui il possesso costituisce esercizio (De Martino, in Comm. S. B., 21).

Bibliografia

Barassi, Diritti reali e possesso, II, Milano, 1952; Caterina, Il possesso, in Trattato dei diritti reali, diretto da Gambaro e Morello, I, Milano 2008; Fedele, Possesso ed esercizio del diritto, Torino, 1950; Gentile, Possesso e azioni possessorie, Napoli, 1974; Levoni, La tutela del possesso, II, Milano, 1979; Natoli, Il possesso, ristampa, Milano, 1992; Tenella Sillani, Possesso e detenzione, in Dig. civ., XIV, Torino 1996.

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