Codice Civile art. 1149 - Rimborso delle spese per la produzione e il raccolto dei frutti.Rimborso delle spese per la produzione e il raccolto dei frutti. [I]. Il possessore che è tenuto a restituire i frutti indebitamente percepiti ha diritto al rimborso delle spese a norma del secondo comma dell'articolo 821. InquadramentoPer quanto concerne le spese, queste ultime si distinguono tradizionalmente in spese necessarie, utili e voluttuarie. Le spese necessarie sono, innanzitutto, quelle che servono per la produzione dei frutti (rispetto a quelli maturati); atteso che non sembra giusto che chi riceve i frutti si avvantaggi delle spese necessarie per produrli, si applica il principio secondo il quale il possessore, che è tenuto a restituire i frutti, indebitamente percepiti ha diritto al rimborso delle spese a norma dell'art. 821, comma 2. Quindi, secondo la norma in commento, il possessore tenuto alla restituzione dei frutti, sia perché in mala fede, sia perché percepiti dopo la domanda giudiziale, ha diritto a ripetere dal proprietario quanto egli ha sostenuto sul punto. Secondo alcuni autori, devono considerarsi rimborsabili le spese relative agli oneri afferenti al bene, quali i canoni, le imposte ed anche le spese sostenute per la conservazione dei frutti, purché non vi sia stata frode ed il loro ammontare non superi il valore dei frutti stessi (Montel, in Tr. Vas. 1962, 382). Il titolo d'acquisto del soggetto obbligato è comunemente ritenuto non rilevante, anche se si registra chi reputa che il rimborso non sarebbe dovuto a soggetti che si trovino in posizioni peculiari rispetto al bene, come gli eredi, i legatari o i donatari (Pescatore, Proprietà, in Commentario al codice civile, III, Torino, 1968, 87). In mancanza di un'esplicita previsione normativa, ed in ossequio ai principi generali sull'indebito arricchimento, anche il possessore di mala fede matura il diritto al rimborso (Tenella Sillani, Possesso e detenzione, in Dig. civ., XIV, Torino, 1996, 39). Il credito al rimborso delle spese destinate alla produzione dei frutti non dà diritto a ritenzione, ma esso può essere oggetto di compensazione (Sacco, in Tr. G. S.-P. 1960, 360). Al riguardo, una risalente pronuncia (Cass. II, n. 2188/1955) ha statuito che gli artt. 1149 e 821, i quali stabiliscono, all'ovvio fine di impedire un indebito arricchimento, che il possessore, il quale restituisce i frutti indebitamente percetti, ha diritto al rimborso delle spese, non possono interpretarsi nel senso che sia ripetibile qualsiasi spesa, anche se eccedente quelle necessarie. Sul versante processuale, si è precisato che, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 821, comma 2, e 1149, il diritto alla restituzione dei frutti nasce limitato dalle spese sostenute per la relativa produzione, sicché il restituente può dedurle senza necessità di proporre apposita domanda giudiziale (Cass. II, n. 16700/2015). BibliografiaBigliazzi Geri, Addizioni e miglioramenti, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Corsale, Note in tema di possesso di buona fede e obbligo di restituzione dei frutti, in Giur. it. 1994, I, 1, 797; Dimundo, Frutti civili, in Dig. civ., VIII, Torino, 1992; Gaggero, Miglioramenti e addizioni, in Dig. civ., XI, Torino, 1994; Gardani, Ritenzione (diritto di), in Dig. civ., XVIII, Torino, 1998; Gentile, Effetti del possesso e azioni possessorie, Napoli, 1958; Inzitari, Miglioramenti (diritto privato), in Enc. dir., XXVI, Milano, 1976; Natoli, Il possesso, in Il diritto privato oggi, diretto da Cendon, Milano 1992. |