Codice Civile art. 1155 - Acquisto di buona fede e precedente alienazione ad altri.

Alberto Celeste

Acquisto di buona fede e precedente alienazione ad altri.

[I]. Se taluno con successivi contratti aliena a più persone un bene mobile, quella tra esse che ne ha acquistato in buona fede il possesso è preferita alle altre, anche se il suo titolo è di data posteriore [1153].

Inquadramento

La norma in commento ha lo scopo di disciplinare il conflitto tra più acquirenti della stessa cosa mobile, e ciò in linea con il principio, affermato dal precedente art. 1153, secondo il quale il possesso vale titolo. Premesso che, in forza dell'art. 1376, nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, il trasferimento del diritto reale avviene con il mero consenso, senza la consegna della cosa, potrebbe accadere che il venditore alieni la stessa cosa a più soggetti, costituendo così lo stesso diritto a più persone. In tal caso, la norma de qua prevede che, se taluno con successivi contratti aliena a più persone un bene mobile, quella tra esse che ne ha acquistato in buona fede il possesso è preferita alle altre, anche se il suo titolo è di data posteriore. Pertanto, se il venditore ha alienato un bene prima ad un soggetto e poi ad un altro, teoricamente la seconda vendita non dovrebbe avere effetti perché fatta a non domino, in quanto con la prima vendita l'alienante si è spogliato della proprietà e non avrebbe potuto trasferirle ad altri. Tuttavia, qualora il secondo acquirente ignora la prima vendita e sia in buona fede, prevale il principio del possesso vale titolo, per cui acquista la proprietà della cosa mobile, mentre il primo acquirente non può rivendicarla, salvo agire per il risarcimento dei danni nei confronti dell'alienante.

Anche la dottrina ha sottolineato che la norma in commento costituisce puntale applicazione del principio “possesso vale titolo” posto dall'art. 1153, risolvendo il conflitto fra successivi acquirenti e, pertanto, specificando che, se il proprietario aliena ad un primo acquirente un bene mobile, senza effettuarne la consegna e, successivamente, aliena e consegna lo stesso bene ad altro acquirente, quest'ultimo, qualora sia in buona fede, avendo acquistato da chi già aveva alienato il bene (cioè a non domino), diviene proprietario in forza del conseguito possesso (Sacco, in Tr. C. M. 1988, 388).

Al riguardo, si rinviene solo una remota pronuncia (Cass. II, n. 3004/1973), secondo la quale, se “il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale” (art. 1140), e se i diritti di utilizzazione economica dell'opera intellettuale hanno tutte le caratteristiche dei diritti reali, è configurabile come possesso la posizione di chi di fatto si trovi, rispetto alle possibilità di sfruttamento economico dell'opera, nello stesso rapporto in cui si troverebbe se fosse titolare dei relativi diritti; pertanto, va individuato nella norma dell'art. 1155 il criterio risolutivo del conflitto tra più acquirenti dei medesimi diritti di utilizzazione economica di un'opera dell'ingegno.

Bibliografia

Barassi, Diritti reali e possesso, II, Milano, 1952; Bianca, Diritto civile, VI, Milano, 1999; Cenini, Gli acquisti a non domino, Milano, 2009; Cervale, La regola “possesso vale titolo”, in Rass. dir. civ. 2012, 1029; Galgano, Possesso, I, Diritto civile, in Enc. giur., XXIII, Roma, 1990; Lisella, I presupposti della regola “possesso vale titolo”, in Rass. dir. civ. 1999, 527; Mengoni, Acquisto a non domino, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Rinaldi, Il principio “possesso vale titolo” e i beni mobili registrati: interpretazione tradizionale e perduranti perplessità, in Nuova giur. civ. comm. 1999, I, 176; Scioli, Il possesso, Torino, 2002.

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