Codice Civile art. 1193 - Imputazione del pagamento.Imputazione del pagamento. [I]. Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. [II]. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato al debito scaduto; tra più debiti scaduti, a quello meno garantito; tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore; tra più debiti ugualmente onerosi, al più antico. Se tali criteri non soccorrono, l'imputazione è fatta proporzionalmente ai vari debiti [1249]. InquadramentoL'imputazione consiste nella determinazione tra più debiti di quello che il pagamento eseguito estingue. E ciò allo scopo di eliminare la situazione di incertezza che altrimenti si avrebbe. Le regole stabilite per l'imputazione operano anche nei pagamenti a rate di un unico debito, quando sia possibile per legge o per volontà delle parti, altrimenti vi osta la previsione dell'art. 1181 (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 142). L'imputazione tra più debiti postula che essi siano della stessa specie, ossia omogenei (Cannata, in Tr. Res., 1999, 111), affinché si realizzi la fungibilità tra le prestazioni, sia quantitativa che qualitativa, nonché liquidi ed esigibili (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 147). L'imputazione si riferisce ai debiti saldati su base volontaria, e non a quelli che presentano elementi di coattività, come i pagamenti in sede esecutiva o fallimentare (Bianca, 335). Si distinguono due forme di imputazione, quella volontaria, ossia per disposizione del debitore, e quella legale, che opera in assenza di alcuna dichiarazione del debitore. L'imputazione volontaria per atto del creditore è regolata dall'art. 1195. L'imputazione legale ha una valenza sussidiaria nel senso che i relativi criteri sono rilevanti solo ove il debitore non abbia fatto alcuna dichiarazione sino al momento del pagamento e, all'esito, il creditore non abbia compiuto alcuna scelta di imputazione. Secondo la giurisprudenza, la disposizione dell'art. 1193 presuppone una pluralità di rapporti obbligatori tra le stesse parti e ha lo scopo di eliminare l'incertezza circa la sorte degli stessi, evitando che a ciascun atto di pagamento non segua l'effetto solutorio di una ben determinata obbligazione, sicché tale disposizione non è applicabile, e la questione dell'imputazione del pagamento non è proponibile, quando tra le parti sussista un unico debito (Cass. n. 27076/2022; Cass. n. 34890/2021 ; Cass. n. 18002/2020 ; Cass. n. 22639/2013). L'imputazione del pagamento è una facoltà che inerisce ad un rapporto obbligatorio di debito - credito principale che va esercitata dal debitore all'atto del pagamento a pena di inefficacia e che, se esercitata successivamente, è efficace solo se vi sia il consenso del creditore, senza che possa configurarsi una prescrizione della facoltà di imputazione, potendo venire in rilievo esclusivamente la prescrizione del diritto di credito cui essa inerisce (Cass. n. 3644/2021). Inoltre disciplina dell'imputazione del pagamento, pur presupponendo l'esistenza di una pluralità di rapporti obbligatori omogenei tra le medesime parti, è applicabile analogicamente anche in presenza di una pluralità di creditori, qualora uno di essi sia legittimato a ricevere il pagamento sia in proprio che per conto dell'altro (Cass. n. 14594/2005). Viceversa, tale disciplina non è applicabile né se il debito è unico, né se si tratta di due debitori diversi, sebbene rappresentati da un'unica persona (Cass. n. 2977/2005). La norma trova applicazione per i soli pagamenti eseguiti volontariamente, così essendo escluse le somme corrisposte in sede di esecuzione forzata sui beni del debitore (Cass. n. 238/1997; Cass. n. 2222/1982) e in sede fallimentare, mentre l'imputazione si applica ai pagamenti effettuati dal debitore prima della dichiarazione di fallimento, salva la possibile assoggettabilità all'azione revocatoria (Cass. n. 1347/1978). L'imputazione volontariaLa dichiarazione di imputazione del pagamento ad un determinato debito fatta dal debitore è un atto unilaterale recettizio, più precisamente qualificato come negozio di destinazione (Bianca, 336). Essa può conseguire anche ad un accordo bilaterale, riferibile sia ad un pagamento attuale sia ad un pagamento futuro (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 143). Secondo altra opinione, l'eventuale accordo non esclude comunque la natura unilaterale dell'atto di imputazione mentre il contratto sarebbe necessario solo ove manchino i requisiti legali dell'imputazione volontaria (Bianca, 337). In ragione di siffatta facoltà prevista dalla legge, il debitore vanta un diritto potestativo ad imputare il pagamento ad un determinato debito. A fronte dell'esercizio di tale diritto, il creditore nulla può opporre, salvo che non ricorrano le condizioni dell'art. 1194 (Natoli in Tr. C.M., 1984, 144). L'imputazione può essere espressa o tacita (Bianca, 338) o per fatti concludenti (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 144). L'accertamento dell'imputazione volontaria può desumersi anche per presunzioni, come accade quando il pagamento effettuato corrisponda all'ammontare di uno specifico debito e non di altri (Nicolò, 562). L'imputazione può essere esternata anche prima del pagamento, oltre che in concomitanza con la sua esecuzione. Viceversa, l'imputazione successiva al pagamento è giuridicamente inefficace, salvo che non vi sia l'adesione del creditore, e ciò perché, in difetto di una dichiarazione del debitore sino al momento del pagamento, operano i criteri legali di imputazione. La giurisprudenza ha ammesso l'imputazione volontaria per contegno concludente (Cass. n. 1347/1978). La verifica della volontà espressa dal debitore in ordine all'imputazione può avvenire anche mediante presunzioni (Cass. n. 489/1975). Inoltre, la S.C. si esprime nel senso che deve esservi contestualità tra dichiarazione e adempimento affinché colui che ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona possa scegliere a quale debito è imputabile il pagamento, il che avviene anche se esso sia eseguito ad un delegato del creditore, e tale modalità soddisfa anche il requisito della recettizietà della dichiarazione (Cass. n. 11558/2003). Per converso, una dichiarazione di imputazione proveniente dal debitore dopo il pagamento produce effetti solo se vi sia il consenso del creditore (Cass. n. 19527/2012; Cass. n. 4435/1996; Cass. n. 6605/1988). Sempre in tema di imputazione volontaria, si è osservato che il condomino, eseguendo un pagamento per spese condominiali, può imputarlo ai debiti per singoli esercizi e può escludere che le somme pagate vengano imputate a crediti contestati (Cass. n. 5038/2013). L'imputazione legaleI criteri legali di imputazione hanno natura suppletiva poiché operano solo in difetto di un atto di imputazione volontaria (Di Majo, Pagamento, in Enc. dir., 1981, 567). Nell'ordine, i criteri rilevanti sono, secondo una scala gerarchica: il debito scaduto, quello meno garantito, il più oneroso per il debitore, il più antico. Qualora tali criteri non siano risolutivi, in via residuale il pagamento si imputerà proporzionalmente a tutti i debiti esistenti. Il criterio del debito più oneroso opera a tutela dell'interesse del debitore mentre quelli del debito scaduto e del debito meno garantito valgono a tutelare l'interesse del creditore. La distinzione assume pregio poiché solo la persona nel cui interesse è posto il criterio può dedurne l'inosservanza (Di Majo, Pagamento, cit., 567). Il criterio che attribuisce priorità al debito scaduto prevale anche su quello che dà precedenza ai debiti per interessi e spese (Bianca, 343). Quanto al concetto di debito meno garantito, si discorre se esso debba essere letto in senso tecnico-giuridico, ossia come riferito ai debiti supportati da garanzie reali o personali, sia pure atipiche, ovvero se possa riferirsi in senso improprio anche alla minor speditezza o al maggior dispendio che l'attuazione dell'obbligazione comporta. Il debito più antico è quello scaduto da più tempo, non già sorto da più tempo (Bianca, 344; Giorgianni 328). L'imputazione proporzionale è un criterio di chiusura che deroga al principio del divieto di pagamento parziale di cui all'art. 1181, quando non solo il debitore simultaneamente all'atto di adempimento non abbia dichiarato alcuna imputazione, ma all'esito neanche il creditore si sia avvalso della facoltà di imputazione (Di Majo, Pagamento, cit., 567; Giorgianni 328). Tale deroga si giustifica perciò a titolo sanzionatorio della negligenza del creditore che, pur potendo procedere all'imputazione, ha omesso di farlo (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 148). In senso contrario, si è osservato che non è possibile l'imputazione proporzionale ove l'ammontare del pagamento sia inferiore al debito minimo (Nicolò, 563). L'imputazione proporzionale è suscettibile di operare in specie quando tutti i debiti non siano scaduti (Giorgianni, 328). Sulla natura suppletiva dei criteri legali, che operano solo quando il debitore non si avvalga della facoltà di dichiarare quale debito intenda soddisfare e all'esito nessuna scelta effettui il creditore, concorda la giurisprudenza (Cass. n. 31837/2022;Cass. n. 2672/2013; Cass. n. 27405/2005; Cass. n. 5217/1977). Qualora concorrano un'obbligazione naturale e una civile, l'imputazione del pagamento parziale, in mancanza di diversa volontà del debitore, riguarda l'obbligazione civile (Cass. n. 3971/1976). Ma secondo altra tesi giurisprudenziale la norma sull'imputazione non si applicherebbe alle obbligazioni naturali e neanche ai debiti prescritti, i cui effetti si esauriscono nella soluti retentio (Cass. n. 3941/2002; Cass. n. 7868/1990). Sul senso di debito meno garantito, si oppongono due orientamenti: quello che fa riferimento alle garanzie in senso proprio (Cass. n. 3708/1983) e quello che invece intende evocare i debiti la cui soddisfazione è più difficile o dispendiosa, eventualmente tenendo conto anche dell'assenza di un'ipotesi di solidarietà passiva (Cass. n. 1572/1974). Per apprezzare, invece, in caso di coesistenza di più debiti ugualmente garantiti, il grado di onerosità di ciascuno di essi, occorre far riferimento all'entità della somma dovuta come capitale, variando l'ulteriore elemento del debito, costituito dagli interessi, in funzione del debito base cui accede, proprio in ragione del fatto che essi rappresentano un'obbligazione accessoria all'obbligazione principale costituita dal capitale (Cass. n. 9082/2010, in Giur. it., 2012, I, 70, con nota di Papa). Secondo un arresto di legittimità, la parte a vantaggio della quale è previsto il criterio legale di imputazione può eccepirne la violazione (Cass. n. 2149/1961). In tema di imputazione legale, si è ritenuto (Cass. n. 9648/2014) che, qualora un datore di lavoro abbia una pluralità di debiti verso un ente previdenziale, il pagamento parziale va imputato alla estinzione del debito relativo alle sanzioni civili, in quanto credito meno garantito, piuttosto che al capitale rappresentato dalle contribuzioni omesse, poiché il primo è assistito da un privilegio, per ordine di soddisfazione e per entità dell'importo coperto, pari a metà (artt. 2754 e 2778 n. 8), suvvalente rispetto al secondo, assistito da privilegio di grado poziore e per l'intero importo (artt. 2753 e 2778 n. 1). Il riparto dell'onere probatorioSul riparto operano le regole generali. Pertanto, ove il convenuto per il pagamento di un debito eccepisca di avere già effettuato il pagamento e il creditore replichi che il pagamento ricevuto sia imputabile a debito diverso da quello oggetto di controversia, sarà il creditore a dover dimostrare l'esistenza di altro credito che afferma sia stato adempiuto nonché la sussistenza dei requisiti dell'eterogenea imputazione secondo la norma di riferimento (Natoli, in Tr. C.M., 1984, 150). Nel senso che sia il creditore, a fronte dell'adempimento dimostrato dal debitore convenuto, a dover fornire la prova della diversa imputazione del pagamento è orientata la giurisprudenza prevalente (Cass. n. 19721/2023; Cass. n. 450/2020; Cass. n. 19039/2019 ; Cass. n. 19527/2012; Cass. n. 20288/2011; Cass. n. 8066/2007; Cass. n. 6823/1988), e ciò anche quando il debitore produca una copia della fattura riportante la dicitura “pagamento effettuato” (Cass. n. 24837/2014), salvo che il debitore eccepisca l'estinzione del debito fatto valere in giudizio per effetto dell'emissione di assegni bancari, atteso che, implicando tale emissione la presunzione di un rapporto fondamentale idoneo a giustificare la nascita di un'obbligazione cartolare, resta a carico del debitore convenuto l'onere di superare tale presunzione, dimostrando il collegamento tra il precedente debito azionato ed il successivo debito cartolare, con la conseguente estinzione del primo per effetto del pagamento degli assegni (Cass. n. 27247/2023; Cass. n. 15708/2021; Cass. n. 26275/2017 ; Cass. n. 3008/2012; Cass. n. 3457/2007). Qualora un avvocato agisca per il soddisfacimento di un determinato credito riferito a specifiche prestazioni professionali ed il cliente eccepisca di avere corrisposto nel tempo una somma maggiore rispetto a quella richiesta, riferendola indistintamente a tutte le pratiche curate dal legale nel suo interesse, l'onere del debitore di dimostrare l'efficacia estintiva del versamento non può ritenersi assolto in base al rilievo che il difensore non abbia contestato la ricezione di tale somma, deducendo semplicemente l'incongruenza fra l'ammontare indicato nella domanda e quello oggetto dell'eccezione. Infatti, ove la relazione fra la pretesa e l'adempimento non emerga ex se dalla corrispondenza degli importi o da altre circostanze idonee, anche sul piano presuntivo, a circoscrivere l'efficacia estintiva del pagamento, il debitore non può limitarsi a sostenere genericamente la natura omnicomprensiva del pagamento stesso (Cass. n. 28779/2018). Altro arresto ha invece ritenuto che l'onere dell'imputazione ricada sul debitore (Cass. n. 2291/1979). Tale riparto dell'onere della prova non opera quando il credito diverso da quello azionato in un momento successivo a quello del pagamento sia stato oggetto di novazione o ricognizione o di altro atto idoneo ad accertarne la persistenza, sicché ad esso non sono riferibili i pagamenti (Cass. n. 313/1979). Secondo la S.C., la causale riportata nei bonifici bancari ha valenza indiziaria del titolo per il quale è avvenuto l'ordine di pagamento, in mancanza di altri elementi che suffraghino la riconduzione del versamento ad un titolo diverso (Cass. n. 20052/2024). BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bigliazzi Geri, voce Buona fede nel diritto civile, in Dig. civ., 1988; Di Majo, Le modalità delle obbligazioni, Bologna-Roma, 1986; Di Majo, L'adempimento dell'obbligazione, Bologna 1993; Giorgianni, voce Obbligazione (diritto privato), in Nss. D.I., Torino, 1965; Nicolò, voce Adempimento (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1958; Rescigno, voce Obbligazioni (nozioni), in Enc. dir., Milano 1979; Rodotà, voce Diligenza (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1964; Romano, voce Buona fede (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1959; Rovelli, voce Correttezza, in Dig. civ., 1989; Schlesinger, Il pagamento al terzo, Milano, 1961. |