Codice Civile art. 1201 - Surrogazione per volontà del creditore.InquadramentoLa surrogazione può essere per volontà del creditore o per quietanza, per volontà del debitore o per prestito e legale (Carpino, 5). Qualora il pagamento avvenga con surrogazione per volontà del creditore, da un lato, resta fermo l'obbligo del debitore originario e, dall'altro, si determina una successione dal lato attivo del rapporto obbligatorio a favore del terzo che esegue la prestazione nei confronti del creditore (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 18; Magazzù, 1526). Il surrogato può essere non solo un condebitore solidale o un terzo garante ma anche un terzo che adempie il debito altrui. La funzione dell'istituto è quella di riequilibrare la situazione che si è creata a seguito del depauperamento del solvens e del conseguente arricchimento dell'accipiens (Buccisano, 26), cosicché si assicura una sorta di reintegrazione in forma specifica del patrimonio del solvens (Magazzù, 1525) con relativa economicità dei traffici giuridici. In ordine alla natura del pagamento si fronteggiano le seguenti opinioni: a) esso non è finalizzato alla realizzazione del credito, ma è un atto non negoziale che si pone esclusivamente come presupposto del meccanismo successorio (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 20); b) si tratta di atto reale al quale è collegato l'effetto del subingresso del solvens, disposto direttamente dalla legge (Magazzù, 1527); c) il pagamento con surrogazione è un vero e proprio adempimento, tuttavia l'estinzione del rapporto obbligatorio è solo relativa, con la conseguenza che è possibile che il diritto di credito, pur se soddisfatto nei confronti dell'originario creditore, passi in capo al nuovo soggetto (Bianca, 358); d) in senso contrario a tale ultima tesi, si sostiene che l'intervento del terzo, seppure estingua il diritto, mantiene comunque intatta la struttura dell'obbligazione, nella quale si inserisce un diritto nuovo, ma qualitativamente identico al diritto originario e quantitativamente proporzionato al proprio interesse al regresso (Buccisano, 36); e) in ultimo, si è sostenuto che si rientra nel compimento di un'attività negoziale, con l'effetto che il solvens deve possedere i requisiti soggettivi necessari per la conclusione di un contratto (Prosperetti, in Tr. Res., 1999, 118). Anche la giurisprudenza riconduce il pagamento con surrogazione ad una fattispecie di successione nel rapporto obbligatorio ex latere creditoris, senza che il suo manifestarsi trasformi in debito di valuta un debito che all'origine era di valore (Cass. n. 4808/1984). L'adempimento spontaneo di un'obbligazione da parte del terzo determina l'estinzione dell'obbligazione, anche contro la volontà del creditore, ma non attribuisce automaticamente al terzo un titolo per agire direttamente nei confronti del debitore, non essendo in tal caso configurabili né la surrogazione per volontà del creditore né quella per volontà del debitore né quella legale di cui all'art. 1203 n. 3, la quale presuppone che il terzo che adempie sia tenuto con altri o per altri al pagamento del debito; la consapevolezza da parte del terzo di adempiere un debito altrui esclude inoltre la surrogazione legale di cui agli artt. 1203 n. 5 e 2036, comma 3, la quale, postulando che il pagamento sia riconducibile all'indebito soggettivo ex latere solventis, ma non sussistano le condizioni per la ripetizione, presuppone nel terzo la coscienza e la volontà di adempiere un debito proprio; pertanto, il terzo che abbia pagato sapendo di non essere debitore può agire unicamente per ottenere l'indennizzo per l'ingiustificato arricchimento, stante l'indubbio vantaggio economico ricevuto dal debitore (Cass. S.U., n. 9946/2009). I rapporti tra creditore subentrante e debitoreIn base all'orientamento che riconosce nella surrogazione una fattispecie riconducibile alla novazione, al nuovo creditore sono opponibili soltanto le eccezioni inerenti al rapporto, ma non quelle attinenti alla persona del precedente creditore (Buccisano, 44). Per converso, la tesi prevalente che riporta la surrogazione nell'ambito di una vicenda traslativa riconosce l'opponibilità al surrogato di tutte le eccezioni opponibili al creditore originario e, in particolare, quelle relative alla validità del titolo costitutivo nonché i fatti estintivi, modificativi e sospensivi del rapporto obbligatorio anteriori alla surrogazione (Bianca, 362). Anche le azioni che avrebbe potuto esercitare il creditore originario possono essere esercitate dal surrogato. Costituiscono eccezioni a tale principio le previsioni di cui agli artt. 754 e 1204, comma 2. Si è negato però che il surrogato possa esercitate le azioni di risoluzione, annullamento e rescissione poiché il surrogato subentra nel credito ma non nel contratto da cui il credito trae origine (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 44). Il surrogato può avvalersi anche della clausola penale (Bianca, 365). Ma in senso contrario si esprime altra dottrina, secondo cui il surrogato non può avvalersi della clausola penale e non acquista il diritto di recesso derivante da una caparra confirmatoria (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 50). Il terzo può rifiutare di essere surrogato (Prosperetti, in Tr. Res., 1999, 119). Secondo la giurisprudenza, al solvens sono opponibili tutte le eccezioni che potevano essere opposte al creditore soddisfatto, sia personali sia reali, ed attinenti all'esistenza ed all'entità del debito (Cass. n. 6300/1987; Cass. n. 1818/1981; Cass. n. 2305/1975). Il debitore può opporre al solvens tutte le eccezioni opponibili al creditore, ma solo se riguardano fatti antecedenti alla data dell'adempimento (Cass. n. 2011/1994). Ancora, è stato rilevato che, in tema di pagamento compiuto dal fallito per estinguere il debito di un terzo, la gratuità dell'atto, ai fini della revoca ex art. 64 l. fall. (per la nuova disciplina v. art. 166, d.lgs. n. 14/2019 – Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), può essere affermata esclusivamente in relazione al debitore, poiché l'adempimento ex art. 1180 da parte del soggetto poi sottoposto a procedura concorsuale può configurare un atto a titolo gratuito soltanto nei rapporti tre questi ed il debitore ove manchi una causa onerosa che ne giustifichi la liberazione, mentre, nei rapporti tra il fallito ed il creditore che ha ricevuto il pagamento, l'adempimento, attesane la funzione estintiva di un'obbligazione, ha carattere indubitabilmente oneroso (Cass. n. 889/2006; Cass. n. 15515/2001, in Foro it. 2002, I, 2454, con nota di Costantino). I requisiti del creditoAffinché la surrogazione possa operare, è necessario che il credito sia liquido ed esigibile. La presenza di una condizione risolutiva non fa venire meno la possibilità della surrogazione mentre tale possibilità è esclusa nel caso di condizione sospensiva. Ancora, la surrogazione è ammessa qualora vi sia un termine a favore del debitore mentre è preclusa nel caso di termine a favore del creditore, salvo che non vi sia il consenso di quest'ultimo (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 40). Il credito surrogato deve avere ad oggetto una prestazione fungibile, in modo che il debitore possa eseguire la stessa prestazione nei confronti del solvens (Buccisano, 59). Nondimeno, altra dottrina sostiene che la surrogazione possa avvenire anche in relazione ad una prestazione infungibile qualora vi sia il consenso del creditore, il quale è libero di accettare dal surrogante una prestazione diversa da quella dovuta (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 43). In ogni caso, deve trattarsi di debito trasmissibile, e ciò perché l'incedibilità stabilita per legge di certi crediti impedisce altresì l'operatività di altri strumenti che perseguono lo stesso risultato della cessione, come la surrogazione (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 45). In senso contrario, altro avviso ritiene che i divieti di cessione non possano essere estesi ad altri istituti, attesa l'eccezionalità della previsione di detti divieti (Bianca,359). La surrogazione può aversi anche a seguito di datio in solutum (Carpino, in Comm. S. B., 1988, 44; contra Buccisano, 70). Secondo la giurisprudenza, il credito può essere controverso o contestato (Cass. n. 1037/1965) ovvero può derivare da contratto o da fatto illecito (Cass. n. 1952/1971). In ogni caso, non si può avere valida surrogazione per volontà del creditore quando il pagamento sia successivo al decorso del termine di prescrizione. La formaIl fatto che la surrogazione per volontà del creditore debba risultare in modo espresso al momento del pagamento ha indotto a ritenere che sia necessaria almeno la scrittura privata. Ma in senso contrario altra dottrina afferma che non è richiesta né la forma scritta né l'uso di formule sacramentali, essendo tuttavia necessario che la volontà sia manifestata in modo inequivocabile. Perciò non è rilevante una manifestazione tacita di volontà (Magazzù, 1526). La contemporaneità deve essere intesa, non come coincidenza cronologica tra rilascio della quietanza e dichiarazione di surrogazione, bensì come manifestazione della volontà del creditore di surrogare il solvens al tempo del pagamento, il che non esclude a priori che si possa avere surrogazione quando essa sia concordata prima del pagamento. Anche secondo la giurisprudenza la manifestazione della volontà di surrogare il terzo deve assumere una propria entità esteriore, suscettibile di essere portata a conoscenza del debitore (Cass. n. 1543/1985). Inoltre, è necessario che codesta entità sia stata posta in essere contemporaneamente al pagamento, non essendo concepibile una surrogazione successiva all'estinzione dell'obbligazione (Cass. n. 7852/2022; Cass. n. 5200/1977). La distinzione tra surrogazione e regressoEntrambi gli istituti assolvono alla medesima funzione recuperatoria di quanto in precedenza pagato. Ma in senso contrario alcuni autori sostengono che i due istituti sono differenti (Ravazzoni 358) e sono esperibili in via alternativa (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 35). Altro autore afferma invece che le due azioni sono concorrenti, sicché il terzo surrogato può esperire l'azione di regresso in via complementare al fine di ottenere quanto gli è dovuto oltre il limite recuperatorio della surrogazione, come accade quando rivendichi il rimborso di spese e interessi nella misura convenuta con il debitore (Bianca, 364). Anche la giurisprudenza riconosce che le due azioni sono sostanzialmente coincidenti (Cass. n. 1762/1982) e nega che la surrogazione dia luogo ad un litisconsorzio necessario (Cass. n. 1250/1969). La distinzione tra pagamento con surrogazione e cessione del creditoLa cessione del credito ha natura contrattuale; essa ha ad oggetto il credito, il quale, per effetto del consenso legittimamente scambiato tra le parti, passa dal cedente al cessionario. Di contro, la surrogazione integra solo un meccanismo legale di successione nel credito per effetto del pagamento eseguito dal terzo (Carpino, in Comm. S.B., 1988, 28). Ancora, nella cessione del credito il pagamento ha natura corrispettiva mentre nella surrogazione persegue una funzione satisfattoria dell'interesse creditorio (Bianca, 358). Alla surrogazione sono applicabili le norme sulla cessione che prescindono dall'aspetto negoziale traslativo, come l'art. 1262 che obbliga il ceduto a consegnare i documenti probatori del credito, ovvero la previsione sulla soluzione dei conflitti tra più aventi causa (Bianca, 359 e 363). Sono, al contrario, inapplicabili quelle relative alla garanzia del cedente e ai divieti legali di cessione. Alla stessa stregua, la giurisprudenza evidenzia che la surrogazione ha funzione solutoria mentre nella cessione il credito ceduto resta inadempiuto (Cass. n. 1324/1954). BibliografiaAndreani, voce Regresso, in Enc. dir., Milano 1988; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Buccisano, La surrogazione per pagamento, I, Milano,1958; Carpino, voce Surrogazione (Pagamento con), in Nss. D. I., Torino, 1971; Magazzù, voce Surrogazione per pagamento, in Enc. dir., Milano 1990; Ravazzoni, voce Regresso, in Nss. D. I., Torino, 1968. |