Codice Civile art. 1220 - Offerta non formale.

Cesare Trapuzzano

Offerta non formale.

[I]. Il debitore non può essere considerato in mora, se tempestivamente ha fatto offerta della prestazione dovuta, anche senza osservare le forme indicate nella sezione III del precedente capo [1208 ss.], a meno che il creditore l'abbia rifiutata per un motivo legittimo [1206].

Inquadramento

L'offerta irrituale della prestazione, sebbene non sia idonea a determinare gli effetti della mora del creditore, è nondimeno in grado di escludere che si producano gli effetti della mora del debitore. A tale fine, l'offerta deve essere tempestiva e deve presentare i requisiti di serietà e completezza. Sicché deve essere tale da porre a disposizione del creditore la prestazione dovuta, in modo che dipenda da quest'ultimo il conseguimento o meno di detta prestazione (Natoli-Bigliazzi Geri, 239).

Anche in giurisprudenza si sostiene che l'offerta non formale evita la mora debendi solo quando appaia, con apprezzamento insindacabile del giudice di merito, seria e completa (Cass. n. 4449/1981), ossia quando si realizzi una qualsiasi condotta del debitore idonea a manifestare il serio intento di effettuare la prestazione, che deve essere posta a disposizione del creditore con modalità tali da consentirne concretamente la fruibilità (Cass. n. 25155/2010; Cass. n. 1381/1975) ovvero quando consista nell'effettiva introduzione dell'oggetto integrale della prestazione dovuta nella disponibilità del creditore, nonché nella comunicazione di tale fatto al medesimo. Il parametro valutativo della sussistenza dei caratteri della serietà e della completezza è costituito dalla esaustività della posizione assunta dal debitore con l'offerta stessa, nel senso che il creditore deve potervi aderire senza ulteriori accordi ed ottenere la prestazione limitandosi semplicemente a riceverla, ovvero a porre il debitore nelle condizioni di poterla materialmente effettuare (Cass. n. 15352/2006; Cass. n. 9058/2002). Ad integrare l'offerta informale non basta una qualunque promessa, verbale o scritta, ove non accompagnata da una concreta manifestazione di volontà che palesi la prontezza del debitore ad adempiere l'obbligazione (Cass. n. 2257/1975).

I requisiti dell'offerta non formale

Deve trattarsi appunto di offerta che consenta, all'esito di un mero atto di disponibilità del creditore, di conseguire la prestazione. La mera dichiarazione di disponibilità ad adempiere non integra tale offerta (Giorgianni, 134). Inoltre, l'offerta non formale deve essere tempestiva, condizione che non è esclusa dalla precedente costituzione in mora (Giorgianni, 136), i cui effetti possono restare sospesi in seguito all'esternazione dell'offerta non formale (Natoli-Bigliazzi Geri, 240). L'offerta irrituale può essere compiuta prima della scadenza qualora il termine non sia a favore del creditore (Natoli-Bigliazzi Geri, 238). L'offerta può provenire dal debitore o dal terzo che voglia adempiere in sua sostituzione ovvero che si qualifichi come rappresentante, delegato o incaricato per l'adempimento. Si tratta di atto giuridico in senso stretto. Per la validità dell'atto non è richiesta la capacità legale e naturale dell'offerente (Bianca, in Comm. S.B., 1988, 223). L'offerta costituisce inoltre atto recettizio, che deve essere indirizzato al soggetto legittimato a ricevere la prestazione e, pertanto, non può essere efficacemente ricevuto dall'incapace legale o naturale. L'offerta eseguita in buona fede verso il creditore apparente produce effetti in analogia con la previsione dell'art. 1189 (Bianca, in Comm. S.B., 1988, 224).

L'offerta irrituale non richiede forme solenni, ma non ha luogo se non quando la prestazione sia realmente posta nella sfera di disponibilità del creditore e del fatto sia data a questo conoscenza. Inoltre deve avvenire nei luoghi indicati dall'art. 1182 per l'adempimento dell'obbligazione (Cass. n. 3108/1999; Cass. n. 624/1970). Il relativo credito deve essere altresì incontestato quanto all' an (Cass. n. 857/1999). Qualora essa sia effettuata per mezzo di ufficiale giudiziario, non sono necessari gli adempimenti previsti per l'offerta formale (Cass. n. 1551/1982). Ove l'offerta non formale di adempiere riguardi un'obbligazione indivisibile, non deve necessariamente provenire da tutti i condebitori, essendo — per contro — valida ed operativa anche quella fatta da uno solo di essi, in quanto resta ugualmente salvaguardato l'interesse del creditore all'indivisibilità dell'obbligazione e all'integralità dell'adempimento (Cass. n. 1952/1967). Costituiscono ipotesi di offerte informali serie, tempestive e complete: l'intestazione di un libretto bancario (o postale) e il susseguente deposito dello stesso presso il tribunale sin dall'iscrizione della causa a ruolo (Cass. n. 22734/2014; Cass. n. 2730/1995; Cass. n. 186/1982; Cass. n. 902/1979), il deposito banco iudicis della somma dovuta (Cass. n. 10293/2018; Cass. n. 10269/2002), l'invio, a mezzo posta, di assegno circolare (o bancario) al domicilio del creditore al tempo della scadenza dell'obbligazione (Cass. n. 18240/2002; Cass. n. 5143/1986; Cass. n. 4719/1978), la comunicazione dell'emissione del mandato di pagamento (Cass. n. 4129/1986), l'invio della somma mediante vaglia postale (Cass. n. 4896/1979), l'invito telegrafico a presentarsi davanti al notaio per ricevere il pagamento e procedere alla cancellazione dell'ipoteca posta a garanzia dell'obbligazione (Cass. n. 972/1976), l'offerta di restituzione dell'immobile contenuta nella raccomandata di recesso del conduttore dal contratto di locazione ovvero mediante messa a disposizione delle chiavi (Cass. n. 15433/2013; Cass. n. 1337/2011; Cass. n. 18496/2007; Cass. n. 10184/2005; Cass. n. 2419/1999), l'invito rivolto dal promissario acquirente al promittente alienante di comparire davanti al notaio per la stipula del contratto definitivo in tema di offerta della prestazione dovuta, necessaria ai sensi dell'art. 2932, comma 2, per l'accoglimento della domanda di esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto (Cass. n. 10675/1995; Cass. n. 8532/1994), l'offerta proveniente da ente pubblico, nonostante la mancata iscrizione in bilancio della somma dovuta, in quanto essa può risultare anche da altri elementi idonei a dimostrare l'effettività della intenzione di adempiere (Cass. n. 1659/1967). Al contrario, non è seria un'offerta che non metta il creditore in grado di poter riscuotere il dovuto concretamente, come accade quando l'offerta sia fatta dal debitore con la citazione introduttiva del giudizio di accertamento del debito in un minor importo, cui non segua l'immediato pagamento della somma riconosciuta (Cass. n. 2361/2007). O ancora quando l'offerta avvenga mediante il deposito su un libretto di risparmio bancario, quand'anche tale deposito sia compiuto per una somma corrispondente a quella dovuta, ma il libretto sia rimasto nel potere del debitore (Cass. n. 13405/2001; Cass. n. 11878/1993; Cass. n. 2283/1991). O quando vi sia la mera richiesta di benestare per l'accredito della somma in conto corrente, che costituisce solo una promessa, ma non pone il danaro a disposizione del creditore (Cass. n. 6356/2000). O quando l'invito al creditore, in forma verbale o scritta, a prendere possesso dell'immobile, non ne assicuri l'effettiva utilizzazione in maniera certa (Cass. n. 1699/1984). O quando vi sia stata la mera presentazione, da parte del debitore, di un prospetto contenente l'indicazione degli importi dovuti, pur se accompagnata da un riconoscimento del debito (Cass. n. 2987/1983). Sotto il profilo della legittimazione attiva, l'offerta irrituale può essere fatta a mezzo del procuratore alle liti del debitore (Cass. n. 1952/1967). Al fine di escludere la mora debendi può ritenersi produttiva di effetti l'offerta fatta a persona diversa dal creditore (come la figlia) quando, per il concorso di elementi obiettivi (quali la convivenza), l'obbligato versi nel ragionevole convincimento che colui al quale offre la somma sia autorizzato a riceverla (Cass. n. 586/1971).

Il motivo legittimo di rifiuto

L'integrazione dei motivi legittimi ricorre in presenza di fattori strettamente inerenti alla prestazione dovuta, che prescindono da motivi riferibili alla situazione personale del creditore. L'offerta di una prestazione parziale può essere legittimamente rifiutata dal creditore, salvo che il rifiuto sia in concreto contrario al dovere di correttezza (Natoli-Bigliazzi Geri, 238) o che l'inesattezza qualitativa o quantitativa o del locus solutionis sia irrisoria. Per converso, è sicuramente valida l'offerta di una quantità superiore a quella dovuta. Nel caso in cui il credito sia illiquido, l'offerta irrituale dovrà avere ad oggetto una somma determinata presumibilmente vicina a quella dovuta, che il creditore non potrà rifiutare adducendone la parziarietà, non verificabile in ragione di tale illiquidità (Bianca, in Comm. S.B., 1988, 223). Tale questione si pone essenzialmente per il credito derivante da fatto illecito. Secondo una tesi, l'art. 1220 è formulato in modo più restrittivo rispetto alla disposizione dell'art. 1206, che regola la mora del creditore quando questi non riceva il pagamento offertogli senza un motivo legittimo. La norma infatti richiede testualmente il rifiuto della prestazione, che implica una precisa manifestazione di volontà negativa (Natoli-Bigliazzi Geri, 242). Secondo altro autore la portata di tale distinzione è trascurabile, atteso che la casistica giurisprudenziale dei motivi legittimi è comune alle due ipotesi e si riferisce a circostanze oggettive attinenti all'illiquidità del credito o all'inesattezza della prestazione offerta (Visintini, in Comm. S., 1987, 143).

La valutazione della legittimità del rifiuto del creditore richiede una valutazione comparativa della condotta delle parti, improntata alla verifica del rispetto del principio della buona fede; così va esclusa la mora debendi ove l’offerta non formale riguardi immobili correttamente individuati, sebbene manchino delle sole rifiniture interne (Cass. n. 28275/2019).

Affinché l'offerta del debitore sia idonea a costituire in mora il creditore è necessario che essa comprenda la totalità della somma dovuta, degli interessi e delle spese liquide, con la conseguenza che il rifiuto del creditore fondato sulla inidoneità della somma offerta a coprire l'intero ammontare del credito non viola il disposto dell'art. 1220, risultando legittimamente formulato (Cass. n. 562/2000; Cass. n. 5736/1982). Sicché allorquando manchi un legittimo motivo di rifiuto a riceversi la prestazione, l'offerta irrituale produce i suoi effetti (Cass. n. 5710/1987). In tema di locazione, allorché il conduttore abbia arrecato gravi danni all'immobile locato, o compiuto sullo stesso innovazioni non consentite, tali da rendere necessario per l'esecuzione delle opere di ripristino l'esborso di somme di notevole entità, in base all'economia del contratto e tenuto comunque conto delle condizioni delle parti, il locatore può legittimamente rifiutare di ricevere la restituzione del bene finché tali somme non siano state corrisposte dal conduttore, il quale, versando in mora, agli effetti dell'art. 1220, rimane tenuto altresì al pagamento del canone ex art. 1591, quand'anche abbia smesso di servirsi dell'immobile per l'uso convenuto (Cass. n. 12977/2013). Il rifiuto non è invece legittimo quando il conduttore abbia liberato l'immobile e, al contempo, abbia concordato con il locatore che i necessari lavori di ripristino del bene sarebbero stati eseguiti dal medesimo locatore, dietro rimborso delle spese (Cass. 21004/2012).

Gli effetti dell'offerta non formale

In conseguenza dell'effettuazione dell'offerta non formale cessa l'obbligo di corrispondere gli interessi di mora, ma continuano ad essere dovuti gli interessi corrispettivi ex art. 1282 (Bianca, in Comm. S.B., 1988, 220).

Mentre l'offerta formale costituisce la prima fase di un procedimento che conduce alla mora del creditore e alla liberazione del debitore dal vincolo obbligatorio, l'offerta non formale si limita al minore risultato di fare escludere nel debitore, in caso di rifiuto opposto dal creditore, l'elemento soggettivo della colpa e, quindi, la mora, nonché a preservarlo dalla responsabilità per il ritardo (Cass. n. 2/1974). Pertanto, in conseguenza dell'offerta non formale il debitore non è più tenuto al pagamento degli interessi di mora nelle obbligazioni pecuniarie (Cass. n. 15505/2000). Tale cessazione opera ex nunc, ossia dall'inoltro dell'offerta (Cass. n. 5316/1979). Non sorge altresì l'obbligazione di risarcimento del maggior danno per il ritardo (Cass. n. 13345/2006; Cass. n. 3184/2006). È invece comunque dovuta la rivalutazione monetaria nei debiti di valore sino alla definitiva liquidazione (Cass. n. 857/1999; Cass. n. 3380/1991). La valida offerta, ancorché informale, dei canoni dovuti, anteriore alla notifica d'intimazione di sfratto per morosità, esclude la mora colpevole e perciò non consente al locatore di avvalersi della clausola risolutiva espressa (Cass. n. 6397/1999).

Bibliografia

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