Codice Civile art. 1245 - Debiti non pagabili nello stesso luogo.

Cesare Trapuzzano

Debiti non pagabili nello stesso luogo.

[I]. Quando i due debiti non sono pagabili nello stesso luogo, si devono computare le spese del trasporto al luogo del pagamento [1196].

Inquadramento

La disposizione prevede che, qualora i luoghi di adempimento dei due debiti oggetto di compensazione siano diversi, devono essere prese in considerazione ai fini della compensazione anche le spese di trasporto. Colui che oppone il credito in compensazione deve consentire l'imputazione delle spese necessarie per il trasporto della merce al luogo in cui egli “paga”, opponendo il proprio controcredito su una piazza diversa, nella misura necessaria per il trasporto da questa piazza, o dal più vicino luogo in cui le merci originariamente si trovavano, alla piazza in cui egli “paga” il proprio debito mediante compensazione. Essa può avere applicazione per le obbligazioni di consegna di merci; è invece difficilmente applicabile alle obbligazioni pecuniarie, alla stregua dell'esiguità degli esborsi necessari per adempiere siffatte obbligazioni. Inoltre la norma si applica anche quando le obbligazioni devono essere adempiute nello stesso luogo, ma i relativi costi siano diversi, salvo che le spese siano state già calcolate nel credito da compensare (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 331). Secondo un diverso orientamento il computo delle spese di trasporto riguarderebbe esclusivamente le spese già effettivamente sostenute, ma che siano state rese inutili per effetto della compensazione.

Le spese di trasporto

In base al principio secondo cui dalla compensazione le parti del rapporto obbligatorio non devono ricevere un vantaggio maggiore di quello che avrebbero tratto mediante l'adempimento, si ricava che le spese di trasporto, che siano oggettivamente determinabili, devono includere tutti gli esborsi, anche oltre quelli di mero trasporto, dal caricamento delle merci fino alla consegna, comprese le spese di assicurazione della merce (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 334). Pertanto tali esborsi devono comprendere tutte le spese che sarebbero state necessarie per effettuare l'adempimento. La circostanza che il valore di tali spese debba essere computato secondo un mero calcolo aritmetico non esclude la liquidità dei crediti (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 333). Dette spese devono essere quantificate secondo criteri obiettivi di normalità.

Bibliografia

Barassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ., 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano, 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D. I., Torino, 1968.

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