Codice Civile art. 1247 - Compensazione opposta da terzi garanti.

Cesare Trapuzzano

Compensazione opposta da terzi garanti.

[I]. Il fideiussore può opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore principale [1945].

[II]. Lo stesso diritto spetta al terzo che ha costituito un'ipoteca [2859, 2870] o un pegno.

Inquadramento

La disposizione consente al fideiussore di avvalersi della compensazione e segnatamente di opporre le difese esperibili dal debitore principale, così impedendo che il garante personale rimanga obbligato a condizioni più gravose di quelle cui soggiace il debitore principale. Il comma 1 costituisce applicazione del più generale principio sancito dall'art. 1945 (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 329). Detta facoltà è suscettibile di deroga convenzionale (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 359). In base al comma 2 anche il terzo datore di ipoteca o di pegno può opporre al creditore il debito che quest'ultimo ha verso il debitore principale. Ricorre una legittimazione iure proprio dei garanti a eccepire tale compensazione (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 357), sia in via giudiziale sia in via stragiudiziale (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 357).

Tale eccezione può essere sollevata dal fideiussore benché il debito del creditore verso il debitore principale non sia ancora scaduto ma divenga esigibile nel corso del giudizio (Cass. n. 2573/2002, in Foro it. 2002, 9, I, 2425).

Le ulteriori ipotesi di applicazione

La norma trova applicazione anche ai garanti reali e, secondo un'interpretazione estensiva, ai successivi acquirenti del bene pignorato o ipotecato (De Lorenzi, 72; Schlesinger, 726). Una lettura ancora più ampia ritiene che la norma si applichi anche al mandante di credito, al fideiussore del fideiussore e in via surrogatoria ai creditori dei terzi legittimati ad opporre la compensazione (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 359), ma non all'avallante per l'autonomia della sua obbligazione. Il datore di pegno, benché abbia ricevuto la notifica dell'intimazione di adempimento che il creditore pignoratizio deve rivolgere al debitore prima che si proceda alla vendita, potrà comunque eccepire la compensazione, purché entro cinque giorni dalla notifica (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 359).

Secondo la S.C. la clausola di garanzia a prima richiesta è incompatibile con l'esercizio delle facoltà regolate dalla norma poiché il rapporto di garanzia risulta caratterizzato da autonomia causale che ne esclude la connotazione di accessorietà rispetto al rapporto obbligatorio garantito (Cass. n. 9801/2000; in senso contrario Cass. n. 13661/1992). Affinché il terzo datore di ipoteca possa opporre l'eccezione di compensazione al creditore non deve avere partecipato al giudizio in cui il debitore è stato condannato e la relativa eccezione non deve essere stata sollevata in tale giudizio; tuttavia l'eccezione non è comunque opponibile in sede esecutiva ove nelle more si sia formato il giudicato, a prescindere dalle ragioni della mancata sollevazione dell'eccezione in sede di cognizione (Cass. n. 2869/1969).

Le conseguenze

Il fatto che il fideiussore eccepisca la compensazione del debito del creditore verso il debitore principale non produce effetti vincolanti nei confronti del debitore principale, che non è tenuto ad eccepire anch'egli tale eccezione (Schlesinger, 726), né determina l'estinzione verso il debitore principale (De Lorenzi, 72). Per converso il debitore principale non può opporre in compensazione il credito vantato dal garante personale o reale verso il creditore (Schlesinger, 726). La rinunzia del debitore principale a eccepire la compensazione non pregiudica il diritto del fideiussore di eccepire la compensazione (Schlesinger, 726; Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 329). L'opposizione della compensazione rappresenta anche un onere per il fideiussore per evitare che sullo stesso ricada il rischio dell'insolvenza del creditore ai fini della riscossione del controcredito (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 329; Schlesinger, 726).

Anche in giurisprudenza si reputa che non sia consentito al debitore opporre in compensazione al creditore il debito di quest'ultimo verso il fideiussore (Cass. n. 1433/1974) e al contempo il debito che il fideiussore abbia verso il debitore principale (Cass. n. 264/1957).

Bibliografia

Barassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ., 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano, 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D. I., Torino, 1968.

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