Codice Civile art. 1252 - Compensazione volontaria.Compensazione volontaria. [I]. Per volontà delle parti può aver luogo compensazione anche se non ricorrono le condizioni previste dagli articoli precedenti. [II]. Le parti possono anche stabilire preventivamente le condizioni di tale compensazione. InquadramentoLa compensazione volontaria di crediti già coesistenti, ossia successiva, non è rivolta a permettere l'operatività della compensazione legale in assenza delle relative condizioni sicché, qualora sia concordata tra le parti la compensazione, l'integrazione delle condizioni stabilite produce l'immediato effetto estintivo dal momento dell'accordo e non retroattivamente dal momento della coesistenza dei rapporti, senza che sia necessaria la proposizione dell'eccezione di compensazione. L'estinzione dei reciproci crediti in forza di compensazione volontaria determina una doppia remissione posta in essere dalle parti (Schlesinger, 730). In senso parzialmente diverso si osserva che l'eccezione potrebbe essere necessaria qualora le parti attraverso l'accordo non abbiano dettato un autoregolamento della compensazione, ma si siano limitate a modificare il regime della compensazione legale (Perlingieri, in Comm. S. B., 1988, 381). Per converso nella compensazione preventivamente pattuita a fronte di crediti futuri l'estinzione si realizza nel momento in cui i rapporti reciproci vengano a coesistere, senza che sia richiesta la sollevazione della relativa eccezione (De Lorenzi, 77). Secondo la S.C. qualora un credito sia contestato in altro giudizio non ricorrono le condizioni né per eccepire la compensazione legale né per eccepire la compensazione giudiziale; nondimeno in tal caso potrebbe operare la compensazione volontaria attraverso un patto con cui venga direttamente disposta la compensazione di crediti già esistenti oppure siano fissate le condizioni, derogatorie a quelle di legge (altrimenti si avrebbe compensazione legale o giudiziale), necessarie e sufficienti per il prodursi in futuro dell'effetto compensativo fra le parti (Cass. n. 23716/2013). Le connotazioni della compensazione volontariaIl relativo accordo è un contratto per il quale non sono richiesti vincoli di forma. Tale accordo può derogare ai requisiti di liquidità, esigibilità, fungibilità ed omogeneità dei crediti da compensare. Non può invece essere superato il presupposto della reciprocità. La dottrina maggioritaria ritiene che siano derogabili i divieti di cui all'art. 1246, purché il patto in concreto concluso tra le parti non sia idoneo a violare i diritti dei terzi ovvero ad eludere i divieti cogenti (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 83); ma altra dottrina propende per l'inderogabilità di detti divieti (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 340; De Lorenzi, 77); in base ad un ulteriore orientamento, a fronte della compensazione concordata per debiti futuri, i divieti sarebbero inderogabili mentre rispetto alla compensazione di crediti pregressi con immediata efficacia estintiva la deroga è praticabile purché il credito su cui insiste il divieto sia suscettibile di valida rinunzia da parte del suo titolare. La compensazione volontaria può essere ancora pattuita tra obbligazioni naturali e civili; in tal caso non può essere invece concordata preventivamente in quanto ciò sarebbe in contrasto con la spontaneità dell'adempimento, che rappresenta un elemento identificante delle obbligazioni naturali (Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 398). La compensazione volontaria può essere rilevata d'ufficio dal giudice (Di Prisco, in Tr. Res., 1999, 339; Perlingieri, in Comm. S.B., 1988, 397; Ragusa-Maggiore, 23; Schlesinger, 730). Anche secondo la giurisprudenza si tratta di negozio bilaterale (Cass. n. 253/1984) a forma libera (Cass. n. 849/1969), previo riconoscimento dell'esistenza dei crediti (Cass. n. 4177/1978). Si ritiene inoltre che la compensazione volontaria, così come quella legale, implica l'estinzione dei rispettivi crediti dal momento della loro coesistenza sull'implicito presupposto che la compensazione sia concordata rispetto a crediti futuri (Cass. n. 3351/1969; Cass. n. 1211/1966). La compensazione facoltativaQualora le parti prevedano la rimozione di un ostacolo all'operatività della compensazione legale o volontaria, di cui continueranno ad applicarsi le relative regole, con la contemplazione dell'operatività della compensazione all'esito di eccezione o in via automatica e con l'espresso riferimento all'efficacia ex tunc o ex nunc del meccanismo estintivo, si tratterà di compensazione facoltativa (Schlesinger, 730; De Lorenzi, 77). Secondo altra dottrina ricorrerebbe compensazione facoltativa qualora mediante il regolamento contrattuale sia stato attribuito ad una parte il potere di compensare. BibliografiaBarassi, La teoria generale delle obbligazioni, III, Milano 1964; Buccisano, La novazione oggettiva e i contratti estintivi onerosi, Milano 1968; De Lorenzi, voce Compensazione, in Dig. civ., 1988; Favero, voce Confusione, in Enc. dir., Milano 1961; Giacobbe-Guida, Remissione del debito (diritto vigente), in Enc. dir., Milano, 1988; Magazzù, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1978; Ragusa-Maggiore, voce Compensazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano, 1961; Rescigno, voce Novazione (diritto civile), in Enc. dir., Milano 1965; Schlesinger, voce Compensazione, in Nss. D. I., Torino, 1959; Tilocca, voce Remissione del debito, in Nss. D. I., Torino, 1968. |