Codice Civile art. 1270 - Estinzione della delegazione.Estinzione della delegazione. [I]. Il delegante può revocare la delegazione, fino a quando il delegato non abbia assunto l'obbligazione in confronto del delegatario o non abbia eseguito il pagamento a favore di questo. [II]. Il delegato può assumere l'obbligazione o eseguire il pagamento a favore del delegatario anche dopo la morte o la sopravvenuta incapacità del delegante. InquadramentoLa delegazione, sia di debito sia di pagamento, è revocabile da parte del delegante finché non abbia prodotto effetti verso il delegatario. La disciplina dettata in proposito è conforme a quella della revoca del mandato (Greco, 334). Qualora nella delegazione di pagamento il delegato si obblighi verso il delegatario nonostante il divieto del delegante, quest'ultimo può in ogni caso revocare la delega fino al momento del pagamento e il delegato, all'esito della revoca, non può conteggiare a carico del delegante quanto corrisposto al delegatario (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 51; Greco, 347). Anche in giurisprudenza si afferma che la delegazione può essere revocata fino a quando il delegato non abbia assunto l'obbligo verso il delegatario ovvero non abbia eseguito in suo favore il pagamento (Cass. n. 1623/1960). Un'applicazione specifica della revoca della delega è avvenuta a cura della S.C. in materia previdenziale, dove si è ritenuto che, una volta venuti meno gli effetti del provvedimento ammissivo alla cassa integrazione guadagni e le imputazioni ad esso conseguenti, la dazione del datore di lavoro non può più riferirsi alla delegazione di pagamento in nome e per conto dell'Inps e quindi non opera più, per il datore di lavoro, la compensazione dei contributi conguagliati, mentre può sorgere un credito restitutorio di questi nei confronti dei lavoratori, qualora le somme erogate a titolo di integrazione salariale risultino senza causa versandosi in ipotesi di impossibilità assoluta di ricevere la prestazione lavorativa (Cass. S.U., n. 310/2007). L'irrevocabilità della delegaLa norma che stabilisce la possibilità per il delegante di revocare la delega rilasciata al delegato, sia di debito sia di pagamento, fino a quando la delegazione non abbia prodotto effetti verso il delegatario, ha natura dispositiva. Ne consegue che il delegante può dichiarare irrevocabile la delega, sicché l'eventuale revoca successivamente disposta non avrebbe alcuna efficacia (Greco, 334). Tale irrevocabilità può essere prevista come clausola della delega, qualora essa sia rilasciata per iscritto. La morte e la sopravvenuta incapacità del deleganteLa capacità del delegante è richiesta solo al momento del conferimento della delega, mentre non è necessario che permanga sino all'esecuzione dell'incarico da parte del delegato. Pertanto, se la morte o l'incapacità del delegante sopravvengano al rilascio della delega, il delegato comunque potrà darvi corso, assumendo l'obbligo verso il delegatario o pagando in suo favore (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 48). Dal tenore della previsione si è tratto spunto per ritenere che il fenomeno delegatorio non abbia natura unitaria; infatti, solo la concezione atomistica della delegazione sarebbe in grado di giustificare la sopravvivenza del rapporto finale, concluso successivamente da altri soggetti, benché sopravvenga l'assenza dei requisiti di validità della manifestazione di volontà del delegante (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 15). Anche gli eredi del delegante possono revocare la delega. Tale disciplina è conforme a quella prevista dall'art. 36 l. ass. e opposta a quella prevista per il mandato dall'art. 1722 n. 4 (Greco, 334). Nondimeno, quando il delegato sia debitore del delegante, la disciplina dettata è conforme a quella prevista in tema di mandato conferito anche nell'interesse del mandatario di cui all'art. 1723, comma 2 (Rescigno, 1962, 947). Agli eventi indicati dal capoverso non può essere equiparato il fallimento del delegante dichiarato prima che il delegato esegua l'ordine del delegante, obbligandosi o pagando, poiché la sopravvenienza della dichiarazione di fallimento interrompe il processo formativo della delegazione (Bottiglieri, 21). Qualora gli eventi descritti della morte o dell'incapacità si verifichino nei confronti del delegato o del delegatario, dopo il rilascio della delega ma prima che essa abbia avuto esecuzione, si applicheranno le norme generali sulla conclusione del contratto; per l'effetto, gli eredi del delegato o del delegatario non possono attuare la delegazione se non tramite la rinnovazione dei relativi consensi. BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bottiglieri, Delegazione, Enc. giur., Milano 1988; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Campobasso, Accollo, in Enc. giur., Roma, 1988; Cicala, Espromissione, in Enc. giur., Roma, 1988; Greco, Delegazione, in Nss. D. I., Torino, 1960; Magazzù, Delegazione, in Dig. civ., Torino, 1989; Mancini, Espromissione, in Dig. civ., Torino, 1992; Rescigno, Studi sull'accollo, Milano, 1957; Rescigno, Delegazione, in Enc. dir., Milano, 1962; Rescigno, Debito (successione nel), in Dig. civ., Torino, 1989; Rodotà, L'espromissione, in Enc. dir., Milano, 1966. |