Codice Civile art. 1275 - Estinzione delle garanzie.

Cesare Trapuzzano

Estinzione delle garanzie.

[I]. In tutti i casi nei quali il creditore libera il debitore originario, si estinguono le garanzie annesse al credito, se colui che le ha prestate non consente espressamente a mantenerle [1232, 2878].

Inquadramento

La norma dedicata all'estinzione delle garanzie si applica sia alla delegazione sia all'espromissione sia all'accollo (Bianca, 673; Rescigno, 1962, 930; Greco, 344). Pertanto, qualora si tratti di delegazione, espromissione o accollo liberatori, si estinguono anche le garanzie collegate al credito, salvo che colui che le ha costituite non presti il consenso al loro mantenimento anche a garanzia dell'adempimento del nuovo debitore. Tale consenso può essere manifestato anche mediante contegni concludenti (Mancini, 411); in senso contrario, si ritiene che sia necessario un consenso espresso (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 127). L'atto attraverso cui il debitore originario o il terzo manifesta il consenso al mantenimento delle garanzie è assoggettabile ad azione revocatoria al pari dell'atto di concessione, con decorrenza dal momento di manifestazione del consenso di un autonomo termine di prescrizione.

Secondo la S.C. nel caso in cui il creditore liberi il debitore originario (anche nell'ipotesi di novazione soggettiva), le garanzie annesse al credito, compresa la fideiussione, non si estinguono, se colui che le ha prestate consente espressamente a mantenerle (Cass. n. 2224/1965).

La prestazione delle garanzie

Si dibatte sull'applicazione della previsione alle sole garanzie prestate dal terzo ovvero sulla relativa estensione anche alle garanzie prestate dal debitore originario, che in conseguenza della sua liberazione diventano comunque garanzie per un debito altrui (in questo senso Bianca, 656; Magazzù, 168; Mancini, 411; Greco, 345). In senso contrario altro autore aderisce alla tesi estensiva solo nel caso di espromissione mentre qualora la liberazione si realizzi in sede di delegazione o accollo l'estinzione delle garanzie prestate dal debitore originario non ha ragione di essere, non potendo questi manifestare sfiducia verso il nuovo debitore che egli stesso ha delegato o con cui ha concluso la convenzione di accollo (Rescigno, 1962, 977). Sicché il consenso al mantenimento in siffatte ipotesi deve considerarsi implicito. In ogni caso, il debitore originario in tali fattispecie può comunque convenire con il creditore l'estinzione delle garanzie da lui stesso prestate a seguito della sua liberazione (Rescigno, 1962, 977; Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 124). Con riferimento alle garanzie eventualmente prestate dall'accollante prima della conclusione del negozio di accollo, si estinguono quelle personali, che tra l'altro perdono di significato poiché lo stesso accollante diviene debitore (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 123), ma non quelle reali (Mancini, 411).

La disposizione non può trovare applicazione nell'ipotesi in cui la sostituzione di un nuovo debitore a quello originario, con liberazione di quest'ultimo, avvenga a seguito di speciali disposizioni di legge o per effetto di un atto autoritativo o d'imperio, cui la volontà del creditore rimane estranea (Cass. n. 1847/1974).

I privilegi

Secondo l'opinione prevalente, la previsione non concerne i privilegi, poiché sembra riferirsi alle sole garanzie convenzionali e non alle garanzie legali (Magazzù, 168; Greco, 345; Bottiglieri, 11). In senso parzialmente diverso, altra tesi sostiene che nella delegazione si estinguono anche i privilegi, cosa che non accade nell'espromissione e nell'accollo, dove i privilegi generali sopravvivrebbero, salvo che nella fattispecie non si ravvisi un fenomeno novativo, e così sopravvivrebbero anche i privilegi speciali, salvo che non venga meno la particolare situazione alla quale il privilegio è subordinato (Bianca, 656, 673). In base ad altro orientamento, che richiama l'art. 1232, l'estinzione colpirebbe i soli privilegi generali, che si estinguerebbero in ogni caso, non quelli speciali (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 126; Rescigno, 1989, 129; Greco, 345; Campobasso, 7).

In ogni caso, quand'anche l'accollo sia cumulativo, il privilegio generale che assiste il credito verso il debitore originario non può essere fatto valere nei confronti del terzo accollante, la cui obbligazione, ancorché collegata e solidale con quella dell'accollato, trae origine da un' autonoma e distinta causa negoziale (Cass. n. 2804/1977).

Bibliografia

Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bottiglieri, Delegazione, Enc. giur., Milano 1988; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Campobasso, Accollo, in Enc. giur., Roma, 1988; Cicala, Espromissione, in Enc. giur., Roma, 1988; Greco, Delegazione, in Nss. D. I., Torino, 1960; Magazzù, Delegazione, in Dig. civ., Torino, 1989; Mancini, Espromissione, in Dig. civ., Torino, 1992; Rescigno, Studi sull'accollo, Milano, 1957; Rescigno, Delegazione, in Enc. dir., Milano, 1962; Rescigno, Debito (successione nel), in Dig. civ., Torino, 1989; Rodotà, L'espromissione, in Enc. dir., Milano, 1966.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario