Codice Civile art. 1276 - Invalidità della nuova obbligazione.Invalidità della nuova obbligazione. [I]. Se l'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore è dichiarata nulla o annullata, e il creditore aveva liberato il debitore originario, l'obbligazione di questo rivive, ma il creditore non può valersi delle garanzie prestate da terzi [2881]. InquadramentoDalla caducazione dell'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore discende che l'obbligazione originaria del debitore liberato rivive. La norma è applicabile alla delegazione, pura o titolata (Greco, 345), all'espromissione e all'accollo (Giacobbe, in Comm. S. B., 1992, 128; Bianca 673; Rescigno, 1962, 930). Sotto il profilo del fine perseguito dalla disposizione, si evidenzia che l'atto di liberazione del debitore è evidentemente subordinato ad un'efficace assunzione del debito da parte del terzo: pertanto assunzione e liberazione simul stabunt simul cadent (Bianca, 655). La caducazione della nuova obbligazioneLa disposizione trova applicazione non solo nei casi previsti di nullità o annullamento, ma anche nei casi di rescissione, risoluzione e revoca ai sensi dell'art. 2901 (Bianca, 655). Per converso, la disposizione non si applica nel caso di verificazione di una condizione risolutiva apposta all'assunzione del debito nei confronti del creditore (Rescigno, 1962, 980). Ove si verifichi l'ipotesi contemplata dalla norma, il creditore ha diritto di ritenere quanto eventualmente ricevuto dal nuovo debitore ed il debitore originario dovrà prestare il residuo (Rescigno, 1962, 980). Il debitore originario, all'esito della reviviscenza dell'obbligazione oggetto di liberazione, risponde per un titolo diverso da quello primitivo, assimilabile alla fideiussione; pur riferendosi la previsione alla reviviscenza, si tratta in realtà di una nuova obbligazione (Mancini, 412). Di vera e propria reviviscenza potrebbe parlarsi solo nel caso di annullamento della nuova obbligazione (Bianca, 655). Nel caso di accollo, l'invalidità del rapporto terzo-creditore non impedisce che tra debitore e assuntore si producano gli effetti dell'accollo semplice (Rescigno, 1957, 216). Non solo l'invalidità, ma anche la risoluzione del nuovo rapporto fa rivivere il rapporto originario, posto dall'accollo in stato di quiescenza (Cass. n. 16733/2011). Le garanzie prestate dai terziPur rivivendo l'obbligazione originaria, non rivivono le garanzie prestate da terzi. La norma si riferisce alle garanzie che, in conseguenza della liberazione del debitore originario e del mutamento del debitore, si erano estinte. Pertanto, rivivono le garanzie che si erano mantenute ai sensi dell'art. 1275. Sicché con l'obbligazione originaria rivivono anche le garanzie prestate da terzi, in ordine alle quali era stato prestato il consenso al mantenimento all'atto della liberazione del debitore originario (in senso favorevole Magazzù, 168; in senso negativo Greco, 345). BibliografiaBianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano 1997; Bottiglieri, Delegazione, Enc. giur., Milano 1988; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Campobasso, Accollo, in Enc. giur., Roma, 1988; Cicala, Espromissione, in Enc. giur., Roma, 1988; Greco, Delegazione, in Nss. D. I., Torino, 1960; Magazzù, Delegazione, in Dig. civ., Torino, 1989; Mancini, Espromissione, in Dig. civ., Torino, 1992; Rescigno, Studi sull'accollo, Milano, 1957; Rescigno, Delegazione, in Enc. dir., Milano, 1962; Rescigno, Debito (successione nel), in Dig. civ., Torino, 1989; Rodotà, L'espromissione, in Enc. dir., Milano, 1966. |