Codice Civile art. 1292 - Nozione della solidarietà.

Cesare Trapuzzano

Nozione della solidarietà.

[I]. L'obbligazione è in solido quando più debitori sono obbligati tutti per la medesima prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri; oppure quando tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori [1296].

Inquadramento

Nelle obbligazioni solidali passive più debitori sono tenuti tutti all'esecuzione di una medesima prestazione, in modo che l'adempimento di uno per l'intera prestazione libera gli altri; viceversa, nelle obbligazioni solidali attive l'obbligazione fa capo a più creditori, in modo che l'adempimento avvenuto a vantaggio di uno dei creditori libera il debitore anche verso gli altri (Bianca, 693). Ne consegue che presupposti della solidarietà sono: 1. la pluralità di soggetti omogenei, dal lato passivo (più debitori) o dal lato attivo (più creditori); 2. l'identità della prestazione che deve essere eseguita (Breccia, 174; Rubino, in Comm. S. B., 1992, 133); 3. la eadem causa obligandi, ossia la necessità che l'obbligazione si origini o dal medesimo fatto giuridico o almeno da fatti che, in quanto siano volutamente collegati dalle parti, costituiscono un complesso unitario (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 134). L'integrazione degli indicati presupposti, quando non vi sia un'espressa volontà contraria delle parti, vale a riconoscere la natura solidale dell'obbligazione dal lato passivo. Ai fini della ricorrenza della solidarietà dal lato attivo è invece necessario un ulteriore presupposto, rappresentato dalla specifica manifestazione di volontà diretta ad attribuire il carattere solidale all'obbligazione (Breccia, 171). Lo scopo della solidarietà passiva è solitamente ravvisato nell'esigenza di rendere più agevole e sicuro il conseguimento del credito, mentre nella solidarietà attiva l'esigenza perseguita si identifica con il favor debitoris, poiché l'adempimento è reso meno gravoso qualora il debitore possa liberarsi eseguendo interamente la prestazione nei confronti del singolo creditore (Breccia, 174; Bianca, 712). A fronte della ricorrenza di tali obbligazioni, i rapporti esterni vertono tra la parte plurisoggettiva e l'altra parte mentre i rapporti interni concernono i condebitori o i concreditori tra loro e sono caratterizzati dalla possibilità di esercitare l'azione di regresso (Bianca, 716; Rubino, in Comm. S. B., 1992, 148).

Anche la S.C. definisce l'obbligazione solidale facendo riferimento alla pluralità dei soggetti e all'identità della prestazione, cui corrisponde un interesse comune che giustifica la solidarietà del vincolo (Cass. n. 1839/1966). Ove le prestazioni non siano le stesse non ricorre la solidarietà (Cass. n. 215/1960).

L'aspetto strutturale

Secondo la ricostruzione prevalente, l'obbligazione solidale consiste in un insieme collegato di rapporti obbligatori (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 148; Giorgianni, 677; Breccia, 180; Bianca, 699). Proprio in ragione del collegamento tra rapporti, qualora il medesimo debito sia saldato nei confronti del creditore contemporaneamente da più debitori, ciascuno di essi potrà ripetere dal creditore una parte di prestazione corrispondente alla quota interna (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 208). Un autore sostiene invece che occorre distinguere tra obbligazioni solidali ad interesse comune, in cui il rapporto è unico, e obbligazioni solidali ad interesse unisoggettivo, in cui ricorre una pluralità di rapporti tra loro connessi (Busnelli, 331).

In giurisprudenza l'obbligazione solidale è configurata come pluralità di rapporti obbligatori collegati (Cass. n. 13585/2006; Cass. n. 5738/1995; Cass. n. 5082/1990). Il collegamento tra rapporti consente al creditore, in presenza dei relativi presupposti, di esperire azione revocatoria nell'ipotesi in cui un debitore solidale compia atti dispositivi del proprio patrimonio tali da rendere insufficiente la garanzia generica ex art. 2740, ancorché i patrimoni degli altri condebitori singolarmente considerati siano capienti per l'intero debito (Cass. n. 6486/2011; Cass. n. 2623/1987).

La sussidiarietà

L'obbligazione sussidiaria non si identifica con l'obbligazione solidale poiché la ricorrenza della sussidiarietà non consente al creditore di rivolgersi ad uno qualsiasi dei plurimi debitori, ma esige il rispetto di un ordine prestabilito e sequenziale nella formulazione della richiesta della prestazione verso gli stessi (Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 612). Sicché il vincolo di sussidiarietà importa una tutela meno intensa del creditore. La sussidiarietà può esplicarsi secondo un semplice beneficium ordinis, quando il creditore prima di rivolgersi al debitore sussidiario debba prima avere richiesto l'adempimento al debitore principale, ovvero secondo un più radicale beneficium excussionis, quando il debitore sussidiario possa essere evocato dal creditore solo all'esito dell'infruttuoso esperimento dell'azione esecutiva verso il debitore principale. Nondimeno, un filone della dottrina ritiene che il vincolo di sussidiarietà che lega i plurimi debitori non sia incompatibile con il senso del vincolo solidale (Bianca 713; Rescigno, 169).

La S.C. afferma che il rapporto di sussidiarietà, come quello che collega la responsabilità dei soci di società di persone rispetto alla responsabilità della società, non esclude la natura solidale della relativa obbligazione (Cass. n. 20891/2008).

Le figure affini

Le obbligazioni solidali rientrano nella più ampia categoria delle obbligazioni soggettivamente complesse, non espressamente regolate dal legislatore e identificate sul piano strutturale dal concorso dei seguenti elementi: una pluralità di soggetti; l'idem debitum; la eadem causa obligandi (Busnelli, 331). Pur appartenendo a tale categoria, le obbligazioni solidali si differenziano dalle obbligazioni parziarie. In queste ultime, pur essendo unico il rapporto obbligatorio, ciascun obbligato è tenuto nei limiti della sua quota parte dell'intera prestazione e ogni creditore ugualmente ha diritto solo ad una parte di essa (Giorgianni, 675). Le obbligazioni solidali si distinguono altresì dalle obbligazioni collettive o connesse o soggettivamente complesse ad attuazione congiunta, in cui ciascun debitore deve una prestazione diversa da quelle dovute dagli altri debitori, sebbene le prestazioni tra loro coordinate convergano verso una prestazione composta dovuta da tutti, sicché le singole prestazioni non sono autonome tra loro, in quanto solo quando tutte siano coevamente eseguite la complessiva prestazione acquista utilità economica, come accade nell'esecuzione di spettacoli teatrali o musicali di gruppo o nello svolgimento di prestazioni di equipe (Busnelli, 332; Bianca, 767). Inoltre, le obbligazioni solidali si differenziano dalle obbligazioni indivisibili, in cui l'obbligo di attuazione unitaria della prestazione, anche nel caso di pluralità di debitori o di creditori, è una conseguenza della natura della prestazione che deve essere eseguita ovvero del modo in cui essa è stata considerata dalle parti (Giorgianni, 675). Ma altro autore ritiene che le obbligazioni indivisibili, qualora siano connotate da una pluralità di soggetti, si confondono con le obbligazioni solidali (Bianca, 758). È dubbia l'ammissibilità di un'autonoma figura di obbligazione correale o di comunione di debito o di credito, che si realizza quando, a fronte di un rapporto solidale passivo convenzionalmente costituito dalle parti, le condotte poste in essere anche da uno solo dei debitori, ovvero le situazioni che attengano solo a uno di essi, producono i loro effetti sull'intero vincolo obbligatorio (in senso favorevole Di Majo, 299; contra Giorgianni, 676; Busnelli, 334). Tali situazioni si riferiscono ad una comproprietà o ad una comunione, ereditaria o fra coniugi; nondimeno, la comunione è istituto riservato all'ambito dei diritti reali, mentre a fronte dei diritti di credito può configurarsi solo una contitolarità.

La giurisprudenza configura espressamente come solidale l'obbligazione nella responsabilità civile automobilistica tra responsabile civile e assicurazione (Cass. n. 2553/1991). E così ha natura solidale l'obbligo di corrispondere il compenso al ctu poiché la relativa attività persegue l'interesse comune delle parti (Cass. n. 3239/2018). Nega invece che abbiano un'autonoma rilevanza giuridica le obbligazioni correali (Cass. n. 724/1957).

L'adempimento parziale e la datio in solutum

Nelle obbligazioni solidali il creditore può scegliere liberamente il condebitore da escutere, così come il debitore può scegliere liberamente il creditore verso cui adempiere. Ove il creditore accetti, o richieda, da un debitore solidale l'esecuzione di una frazione dell'intera prestazione, salvo che non ricorra l'ipotesi dell'art. 1311, resta integro il diritto del creditore di richiedere la residua prestazione verso lo stesso debitore solidale o verso gli altri. Con riferimento all'efficacia della datio in solutum nelle obbligazioni solidali, quando si abbia solidarietà passiva, la datio produce gli stessi effetti dell'adempimento, quand'anche sia il frutto dell'accordo fra il creditore e uno dei condebitori (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 153); sotto il profilo del regresso, qualora i condebitori abbiano aderito alla datio, detto regresso va sempre quantificato avendo riguardo alla prestazione eseguita in solutum (Bianca, 727) mentre, qualora solo uno dei condebitori si sia accordato con il creditore per la datio, il regresso deve essere calcolato facendo riferimento alla prestazione di minor valore, sia essa quella originaria o quella effettivamente eseguita (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 153). Nel caso di solidarietà attiva si ritiene che la pretesa creditoria persista in favore dei creditori che non abbiano aderito al negozio solutorio, poiché nei rapporti esterni l'obbligazione si estingue limitatamente alla parte del condebitore che abbia ricevuto la datio (Giorgianni, 679; Rubino, in Comm. S. B., 1992, 154); nondimeno, il debitore che abbia corrisposto agli altri concreditori il residuo della prestazione dovuta, può ottenere in ripetizione dal creditore che ha ricevuto la prestazione in luogo di adempimento la parte cui il medesimo creditore non avrebbe avuto diritto nei rapporti interni; viceversa, ove vi sia l'adesione anche degli altri concreditori, il debitore rimane liberato e i concreditori acquistano il diritto di regresso pro quota rispetto alla diversa prestazione eseguita (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 154).

Qualora il creditore agisca contro uno qualsiasi dei condebitori solidali, esercita un suo preciso diritto che, però, non può comportare automatica rinuncia del credito nei confronti dell'altro o degli altri condebitori solidali, neanche quando il creditore agisca nella convinzione che il debitore prescelto sia l'unico debitore (Cass. n. 16125/2006). Anche la S.C. ritiene che l'adempimento parziale non pregiudichi l'azione del creditore per il residuo verso lo stesso condebitore solidale parzialmente adempiente o verso gli altri (Cass. n. 1879/1959).

La carenza di litisconsorzio necessario

I condebitori solidali o i concreditori solidali non sono litisconsorti necessari. Si ritiene però che a fini processuali ricorra l'ipotesi della causa inscindibile in appello quando il giudizio di primo grado si sia svolto tra tutte le parti del vincolo solidale (Busnelli, 340; Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 625; in senso dubitativo Di Majo 327).

Secondo la S.C. la solidarietà dell'obbligazione non determina un'ipotesi di litisconsorzio necessario, poiché la struttura del rapporto consente ad ogni creditore di esigere, e obbliga ciascun debitore a corrispondere, l'intero, sicché le posizioni dei diversi obbligati sono scindibili (Cass. n. 3573/2011; Cass. n. 14844/2007), anche in sede risarcitoria (Cass. n. 10042/2006; Cass. n. 8105/2006; Cass. n. 17249/2003), fatta eccezione per il settore della r.c.a. L’autonomia delle azioni verso i condebitori solidali implica che, ove uno di essi sia dichiarato fallito, nei suoi confronti dovrà farsi ricorso alla procedura speciale di insinuazione al passivo del credito (e l’azione ordinaria eventualmente già intrapresa diverrà improcedibile) mentre verso l’altro potrà essere spiegata o proseguita l’azione ordinaria (Cass. n. 2902/2016); ove entrambi siano falliti per lo stesso credito possono avvenire due insinuazioni (Cass. n. 14936/2016). Si esclude altresì che in ragione della solidarietà ricorra una fattispecie di causa inscindibile in appello (Cass. n. 24425/2006; Cass. n. 15021/2005; Cass. n. 3028/2005); vi è luogo per un'ipotesi di litisconsorzio necessario processuale, solo quando le cause siano in rapporto di dipendenza, ovvero quando le distinte posizioni dei coobbligati presentino un'obbiettiva interrelazione, alla stregua della loro strutturale subordinazione anche sul piano del diritto sostanziale, sicché la responsabilità dell'uno presupponga la responsabilità dell'altro (Cass. n. 18674/2005; Cass. n. 9210/2001).

Le peculiarità della solidarietà attiva

Diversamente dalla solidarietà passiva, la solidarietà attiva non è presunta, ma deve discendere dalla conforme volontà delle parti o dalla prescrizione di legge. Una fattispecie legale di solidarietà attiva è stata ravvisata in ordine al diritto riconosciuto ad ogni partecipante alla comunione legale di riscuotere i crediti ordinari (Bianca, 708).

Anche la S.C. esclude che la solidarietà attiva possa essere presunta, nemmeno in caso di identità della prestazione dovuta, ma deve invece risultare espressamente dalla legge o da un titolo negoziale preesistente alla richiesta di adempimento, non essendo sufficiente per l'esistenza del vincolo l'identità qualitativa delle prestazioni — eadem res debita — e delle obbligazioni — eadem causa debendi — (Cass. n. 2267/2019; Cass. n. 2822/2014; Cass. n. 15484/2008; Cass. n. 20761/2007; Cass. n. 10725/2000; Cass. n. 4432/1977). E ciò perché nella solidarietà attiva è sicuramente avvantaggiato solo il debitore, che si libera dalla prestazione rendendola ad uno qualsiasi dei creditori (Cass. n. 11366/2006). Qualora detta solidarietà derivi dalla volontà delle parti, benché non manifestata in clausole espresse o attraverso formule sacramentali, deve essere univocamente diretta ad attribuire a ciascuno dei creditori il diritto di pretendere l'intera prestazione con effetto liberatorio anche verso gli altri (Cass. n. 18362/2010; Cass. n. 143/1985; Cass. S.U., n. 5572/1979). Il mero conferimento del potere di rappresentanza ad un creditore da parte degli altri non lascia desumere l'esistenza di un'ipotesi di solidarietà attiva (Cass. n. 103/1986).

Bibliografia

Amorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979.

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