Codice Civile art. 1296 - Scelta del creditore per il pagamento.Scelta del creditore per il pagamento. [I]. Il debitore ha la scelta di pagare all'uno o all'altro dei creditori in solido, quando non è stato prevenuto da uno di essi con domanda giudiziale. InquadramentoNel caso di solidarietà attiva, il debitore può scegliere nei confronti di quale concreditore eseguire la prestazione e, ove questi rifiuti o ritardi di ricevere la prestazione, il debitore può costituirlo in mora mediante offerta reale o per intimazione (Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 611; Giorgianni, 679). La facoltà spettante al debitore di scegliere il concreditore solidale verso cui adempiere viene meno solo nel caso in cui il debitore sia stato evocato in giudizio per ottenere l'adempimento da uno dei concreditori; in tal caso dovrà eseguire la prestazione in favore del concreditore che ha proposto la domanda giudiziale in applicazione del criterio di prevenzione. Detto criterio non opera quando la domanda giudiziale sia proposta successivamente al pagamento o all'offerta reale effettuati dal debitore (Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 753). Una citazione affetta da vizi non preclude la facoltà di scelta se ed in quanto tali vizi siano rilevati e la relativa domanda sia dichiarata improponibile, rigettata ovvero il giudizio si estingua (Bianca, 714). La prevenzione opera anche quando la domanda giudiziale proposta da un concreditore segua alla costituzione in mora proveniente da altro concreditore, e ciò fino alla liberazione del debitore. La facoltà di scelta rimane integra quando la domanda giudiziale sia proposta congiuntamente da tutti i concreditori solidali (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 208). Qualora i concreditori solidali propongano separate domande giudiziali, prevarrà il concreditore che abbia notificato prima la domanda; quando le domande giungano a conoscenza del debitore nello stesso giorno, secondo alcuni rimane ferma la facoltà di scelta del debitore (Bianca, 714); secondo altri, prevarrà il concreditore la cui domanda sia stata ricevuta dal debitore in orario precedente (Amorth, 115). Affinché si determini la prevenzione la domanda deve avere ad oggetto l'adempimento dell'obbligazione: non rileva che si tratti di azione cognitiva di condanna o di azione esecutiva. Nel primo caso la domanda può rivestire la forma della citazione, del ricorso introduttivo di procedimento sommario di cognizione, del ricorso per decreto ingiuntivo o del ricorso volto ad ottenere un sequestro conservativo (Giorgianni, 679). Nel secondo caso la prevenzione si determina con il pignoramento e non con la notifica del precetto (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 207). La mera azione di accertamento del credito non determina prevenzione (Bianca, 714). Anche nella solidarietà passiva compete una scelta: quella del creditore di richiedere l'esecuzione della prestazione al debitore solidale verso cui ritiene preferibile rivolgere la sua pretesa e, ove questi non adempia, potrà individuare altro debitore, nell'esercizio dello ius variandi (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 209). Si è fatta specifica applicazione della disposizione con riferimento al caso in cui l'acquirente debitore di un immobile di comproprietà di più venditori creditori abbia effettuato l'offerta formale dell'intero prezzo nei confronti di uno solo di essi, ritenendosi che l'offerta abbia efficacia liberatoria (Cass. n. 1236/1970). La violazione della prevenzioneOve il debitore adempia la prestazione in violazione della prevenzione, ossia in favore del concreditore che non ha notificato la domanda giudiziale, il concreditore preveniente ha le seguenti opzioni: potrà ratificare tale pagamento; potrà agire contro il debitore per chiedere l'adempimento dell'intero, atteso che l'adempimento effettuato verso il concreditore prevenuto non gli è opponibile; oppure potrà agire in regresso contro il concreditore prevenuto che ha ricevuto l'adempimento. Qualora il debitore corrisponda la prestazione due volte per avere violato il criterio di prevenzione, potrà agire in ripetizione contro il primo concreditore soddisfatto (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 205). L'abbandono del giudizio nei confronti del comune debitore determina l'estinzione dell'obbligazione nei confronti del creditore preveniente che ha ricevuto il pagamento (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 209). L'intervento dei concreditori in giudizioUna volta verificatosi l'effetto della prevenzione, gli altri concreditori non possono più esercitare la pretesa creditoria, ma possono intervenire in forma adesiva nel giudizio già iniziato (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 205). Secondo altra opinione, i concreditori prevenuti conservano la titolarità della loro quota di credito e sono altresì legittimati a ricevere la prestazione nei limiti della loro quota nonché ad agire per la relativa pretesa (Bianca, 714). BibliografiaAmorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979. |