Codice Civile art. 1298 - Rapporti interni tra debitori o creditori solidali.Rapporti interni tra debitori o creditori solidali. [I]. Nei rapporti interni l'obbligazione in solido si divide tra i diversi debitori o tra i diversi creditori, salvo che sia stata contratta nell'interesse esclusivo di alcuno di essi. [II]. Le parti di ciascuno si presumono uguali, se non risulta diversamente. InquadramentoLa divisione dell'obbligazione solidale nei rapporti interni assume esclusivamente un valore descrittivo e, segnatamente, indica il criterio quantitativo con cui le conseguenze dei vari atti o fatti incidenti sull'obbligazione si riflettono sul patrimonio di ciascun consorte. Il che spiega come detta divisione si possa verificare anche per le obbligazioni solidali ad oggetto indivisibile (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 219). In realtà l'obbligazione nei rapporti interni non si divide, poiché attraverso l'adempimento l'obbligazione si è estinta e sono insorte nuove obbligazioni tra i consorti, aventi natura parziaria e non più solidale (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 219). Pertanto, il coobbligato che abbia eseguito l'intera prestazione ha diritto di ripetere dall'altro coobbligato la metà di quanto corrisposto al comune creditore, salva la prova contraria offerta dall'altro debitore (Cass. n. 188/1966). La presunzione di uguaglianzaLa presunzione di uguaglianza tra le quote interne dei singoli condebitori solidali, salva l'ipotesi dell'obbligazione contratta nell'interesse esclusivo di uno di essi, ipotesi in cui il regresso è esperibile per l'intero (Mazzoni, in Tr. Res., 1999, 740), integra una presunzione iuris tantum, che ammette la prova contraria, la quale può essere fornita con ogni mezzo (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 221; Busnelli, 9). Il diverso criterio di ripartizione può discendere anche da circostanze obiettive, preesistenti al negozio generatore dell'obbligo (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 220). Sulla natura di presunzione iuris tantum che può essere vinta con ogni mezzo, comprese le presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti (Cass. n. 28839/2008; Cass. n. 21482/2007; Cass. n. 1087/2000), converge anche la S.C. (Cass. n. 202/1972); l'apprezzamento della rilevanza della prova contraria è riservato al giudice di merito (Cass. n. 1509/1965). In tema di azione di rivalsa nel regime anteriore alla l. n. 24/2017, nel rapporto interno tra la struttura sanitaria e il medico, la responsabilità per i danni cagionati da colpa esclusiva di quest'ultimo deve essere ripartita in misura paritaria secondo il criterio presuntivo degli artt. 1298, comma 2, e 2055, comma 3, in quanto la struttura accetta il rischio connaturato all'utilizzazione di terzi per l'adempimento della propria obbligazione contrattuale, a meno che dimostri un'eccezionale, inescusabilmente grave, del tutto imprevedibile (e oggettivamente improbabile) devianza del sanitario dal programma condiviso di tutela della salute che è oggetto dell'obbligazione (Cass. n. 28987/2019). Nel contratto di conto corrente bancario intestato a più persone, i rapporti interni sono regolati non dall'art. 1854, che si limita a stabilire la natura solidale dell'obbligazione relativa ai saldi di conto, ma dall'art. 1298, comma 2, sicché le quote dei correntisti si presumono uguali, salvo che non risulti una diversa distribuzione (Cass. n. 77/2018; Cass. n. 18777/2015; Cass. n. 26991/2013; Cass. n. 4066/2009; Cass. n. 8758/1993). La facoltà di disposizione disgiunta del saldo attivo in favore dei contitolari non integra un'ipotesi del credito contratto nell'interesse esclusivo di un correntista (Cass. n. 19305/2006; Cass. n. 886/2004). Un criterio di ripartizione diverso da quello presuntivamente fissato può derivare anche dalla legge (Corte Conti 29 aprile 1948). Inoltre, le parti possono stabilire che l'onere dell'intero adempimento ricada su una soltanto di esse (Cass. n. 692/1967). La remissione della quotaSe la quota reale di un debitore è superiore alla quota virile, ossia quella risultante dividendo in parti uguali l'intero debito, si reputa che l'eventuale remissione operata dal creditore sia efficace per l'intera quota reale se questi fosse stato a conoscenza di tale eterogeneità, mentre opera nei limiti della quota virile qualora la ignorasse. In senso contrario altra tesi sostiene che la remissione opera sempre nei confronti della quota reale, salva l'impugnabilità per errore, ove sia provata l'essenzialità di tale errore; per converso, non assume rilievo la riconoscibilità, attesa la natura unilaterale della remissione (Rubino, in Comm. S. B., 1992, 222). L'inapplicabilità all'illecito civileNelle obbligazioni derivanti da illecito aquiliano vale il diverso principio sancito dall'art. 2055, secondo cui nei rapporti interni il credito tra ciascun coobbligato si ripartisce in base alla gravità delle rispettive colpe e all'entità delle conseguenze che ne sono derivate, mentre il criterio dell'uguaglianza delle quote interne ha valenza residuale (Cass. n. 17763/2005; Cass. n. 246/1967; Cass. n. 3785/1954). Da ciò discende che uno dei responsabili, anche se ha risarcito il danno solo in misura proporzionale al numero dei coobbligati danneggiati, può agire in regresso nei confronti dei coobbligati ove dimostri che il fatto dannoso sia imputabile principalmente alla condotta di costoro (Cass. n. 491/1975). In particolare, nell'ipotesi di responsabilità extracontrattuale vicaria, come nelle fattispecie regolate dagli artt. 2048 e 2049, nessun onere per il risarcimento può essere attribuito al genitore, al committente, ecc. nei rapporti interni con il responsabile diretto del fatto illecito, poiché la loro responsabilità si ricollega esclusivamente all'azione colposa di quelli, tanto che, esclusa la colpa dell'autore diretto dell'illecito, la loro responsabilità è automaticamente esclusa (Cass. n. 3547/1969). BibliografiaAmorth, L'obbligazione solidale, Milano 1959; Bianca, Diritto civile, IV, L'obbligazione, Milano, 1997; Breccia, Le obbligazioni, Milano, 1991; Busnelli, voce Obbligazione soggettivamente complessa, in Enc. dir., Milano 1979; Di Majo, voce Obbligazioni solidali (e indivisibili), in Enc. dir., Milano, 1979; Giorgianni, voce Obbligazione solidale e parziaria, in Nss. D. I., Torino, 1965; Rescigno, voce Obbligazione, in Enc. dir., Milano, 1979. |