Codice Civile art. 1327 - Esecuzione prima della risposta dell'accettante.

Cesare Trapuzzano

Esecuzione prima della risposta dell'accettante.

[I]. Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto è concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione.

[II]. L'accettante deve dare prontamente avviso all'altra parte dell'iniziata esecuzione [1175] e, in mancanza, è tenuto al risarcimento del danno.

Inquadramento

La norma non trova applicazione oltre le ipotesi in essa specificate. Ne discende che il contratto può considerarsi concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione, senza una preventiva accettazione della proposta, esclusivamente quando ciò sia richiesto dal proponente ovvero sia desumibile dalla natura dell'affare o dagli usi (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 64). La conclusione del contratto mediante esecuzione può realizzarsi solo tra assenti (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 115; Carresi, in Tr. C. M., 1987, 770; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 63).

La fattispecie del perfezionamento del contratto mediante esecuzione può verificarsi solo nelle ipotesi tassativamente previste dalla norma (Cass. n. 13132/2006; Cass. n. 21516/2004; Cass. n. 5874/2002; Cass. n. 3296/2000; Cass. n. 4699/1999; Cass. n. 2858/1985) e nel rapporto tra assenti, ossia tra persone lontane (Cass. n. 952/1962; Cass. n. 660/1953). Inoltre, il proponente deve essere a conoscenza dell'identità dell'oblato all'atto della formulazione della proposta (Cass. n. 87/1965).

L’inizio di esecuzione presuppone una prestazione che palesi l'insorgenza del vincolo contrattuale, non già una condotta meramente passiva (Cass. n. 11392/2016).

La tassatività delle ipotesi in cui può darsi luogo alla conclusione mediante esecuzione discende dal fatto che si tratta di fattispecie in deroga alla regola generale ex art. 1326, secondo cui il contratto si considera concluso nel tempo e nel luogo in cui il proponente ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte (Cass. n. 5947/1983; Cass. n. 1009/1970). Pertanto, in mancanza di una di tali ipotesi, non vale ad escludere la necessità dell'accettazione la sola circostanza che l'ordinativo abbia ad oggetto cose appartenenti ad un genus  di largo consumo o che l'acquirente non abbia interesse a venire a conoscenza dell'accettazione (Cass. n. 3891/1969). Tuttavia, quando, non vertendosi in una di dette ipotesi, il contratto viene eseguito a prescindere dalla risposta e successivamente viene dato avviso dell'avvenuta esecuzione, pur nella convinzione che tale dichiarazione configuri l'avviso di cui al comma 2 dell'art. 1327, tale avviso può assumere, in presenza di elementi univoci, il valore di accettazione della proposta, stante il fondamentale principio di conservazione del contratto, di cui all'art. 1367 (Cass. S.U. ,n. 5139/1997). Il momento e il luogo di conclusione del contratto coincide con quello in cui ha avuto inizio l'esecuzione; pertanto, allorché si verta in ipotesi di contratto di trasporto e salvo che non siano previste preventive prestazioni accessorie a carico del trasportatore, il forum contractus, che individua la competenza ai sensi dell'art. 20 c.p.c., deve intendersi, coincidente con quello del luogo in cui avviene il caricamento della merce da trasportare (Cass. n. 16446/2009; Cass. n. 453/2007; Cass. n. 12585/2003; Cass. n. 14565/2002; Cass. n. 52/1996). I contraenti possono consensualmente stabilire, ai fini della competenza per territorio, il momento ed il luogo nel quale il contratto deve ritenersi concluso, non avendo le normali regole dettate all'uopo dal c.c. carattere cogente (Cass. n. 3170/1963). La fattispecie di conclusione del contratto mediante esecuzione non è compatibile con le figure negoziali che richiedono una forma solenne (Cass. n. 381/1957; Cass. n. 2017/1955). I contratti di cui sia parte una P.A. (anche se agente iure privatorum) richiedono la forma scritta ad substantiam, con la conseguenza che non può ritenersi sufficiente che la forma scritta riguardi la sola dichiarazione negoziale della P.A. e che pertanto deve escludersi la conclusione di contratti per facta concludentia ossia mediante inizio dell'esecuzione (della prestazione da parte del privato), secondo il modello di cui all'art. 1327 (Cass. n. 9165/2002; Cass. n. 9428/2001; Cass. n. 12942/2000; Cass. n. 5179/1995).

L'esecuzione su richiesta del proponente

Il proponente può egli stesso richiedere nella proposta che la prestazione sia eseguita senza una preventiva accettazione. In tal caso può eventualmente specificare gli atti in cui l'esecuzione dovrà consistere (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 768).

La clausola contrattuale che autorizzi l'esecuzione prima della risposta dell'accettante non può considerarsi vessatoria, ai sensi e per gli effetti dell'art 1341, perché non implica limitazioni di responsabilità o decadenze o restrizioni della libertà contrattuale (Cass. n. 1710/1974; Cass. n. 1620/1970; Cass. n. 1726/1964; Cass. n. 1335/1962). Perché possa applicarsi la regola di cui all'art 1327, non basta che sussista la possibilità di un'immediata esecuzione del contratto, ma occorre che a questa il proponente abbia uno specifico interesse, prevalente su quello alla preventiva risposta, interesse che deve nascere dalla natura stessa dell'affare a cui il contratto si riferisce (Cass. n. 2858/1966). La qualità di cosa fungibile dell'oggetto o la predeterminazione del prezzo non costituiscono di per se soli elementi che possano far ritenere sussistente lo specifico interesse all'esecuzione immediata del contratto (Cass. n. 2401/1970). La clausola “pronta consegna” o “consegna urgente” in una proposta contrattuale contiene la richiesta, da parte del proponente, che il destinatario esegua la prestazione immediatamente, senza preventiva risposta (Cass. n. 13103/1995; Cass. n. 993/1966). Di contro, non è ritenuta sufficiente l'utilizzazione della parola “urgente” apposta sul foglio di commissione, in considerazione della non inequivocità della richiesta (Cass. n. 219/1954). La circostanza che il sottoscrittore di una proposta di polizza, inoltrata ad una compagnia di assicurazione, versi nelle mani dell'agente di quest'ultima una somma di denaro a titolo di pagamento del premio, non può assurgere a fatto equipollente all'accettazione della proposta da parte dell'assicuratore, ai fini del perfezionamento del contratto (Cass. n. 6932/1983). E ciò perché l'art 1327 si riferisce esclusivamente ad un comportamento proveniente dal destinatario della proposta contrattuale, e non anche dall'autore della medesima (Cass. n. 4592/1977). Affinché il contratto di agenzia, il quale non richiede la forma scritta, possa ritenersi concluso nel luogo e nel momento in cui ne ha avuto inizio l'esecuzione, indipendentemente dalla successiva sottoscrizione del contratto medesimo, è necessario che il proponente abbia formulato una richiesta in tal senso e che, al momento dell'esecuzione, il contenuto del contratto sia stato esattamente predeterminato (Cass. n. 5133/1988). In questo caso il luogo di conclusione del contratto si identifica generalmente con quello in cui ha sede l'agenzia (Cass. n. 630/1985). L'esecuzione e l'accettazione della prestazione, che è tipica di un determinato contratto, sono sufficienti per far ritenere il contratto tacitamente e validamente concluso, se la legge non ne condiziona la validità a forme particolari (Cass. n. 3380/1971). La previsione non risulta applicabile quando il venditore spedisca alla controparte un quantitativo di merce maggiore di quello ordinatogli, ponendo in essere una nuova proposta che impedisce l'incontro dei consensi (Cass. n. 2451/1980; Cass. n. 3891/1969). E altrettanto dicasi quando i quantitativi di merci siano inferiori a quelli risultanti dagli ordini (Cass. n. 1032/1991).

L'esecuzione per la natura dell'affare o secondo gli usi

Affinché possa ritenersi che la natura dell'affare esige l'esecuzione della prestazione senza una preventiva risposta, occorre che la prestazione stessa sia tale da dover essere eseguita con immediatezza (o speditezza), senza che vi sia necessità di trattative, in quanto solo tale immediatezza si rivela idonea a soddisfare l'interesse del proponente (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 115). Non si richiede all'uopo un dialogo tra le parti (Benedetti, 109). Secondo altro orientamento, la natura dell'affare comporta la conclusione del contratto senza bisogno di risposta quando la prestazione domandata abbia un contenuto positivo, determini un'ingerenza nella sfera giuridica del proponente e sia esclusa l'utilità di trattative (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 89). Tale ipotesi si verifica quando il prezzo della prestazione sia fissato in anticipo da terzi, o dall'andamento del mercato (ad es. nei contratti di borsa) o dall'autorità (ad es. nel caso di prezzi determinati con provvedimento amministrativo), dall'offerente (ad es. nel caso di vendita mediante automatico) o dall'oblato (ad es. nel caso di vendita su catalogo), ovvero perché è pacifico che il prezzo verrà fissato arbitrio boni viri da una delle parti (ad es. per le piccole riparazioni artigianali). Nelle vendite da piazza a piazza concluse tra commercianti, aventi per oggetto merce destinata per sua natura al commercio, il contratto può ritenersi perfezionato mediante esecuzione ogniqualvolta l'ordinazione venga fatta ad un piazzista della ditta venditrice su condizioni già preventivamente fissate da questa, anche per quanto riguarda il prezzo, e contenute su modelli di commissione; altrimenti la conclusione del contratto seguirà lo schema dell'art. 1326 (Bianca, 213). La pronta esecuzione della prestazione, a seguito del ricevimento della proposta, secondo gli usi, può essere desunta dalle pratiche commerciali, di settore o individuali, che si sviluppano tra gli imprenditori commerciali (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 115).

Nelle vendite da piazza a piazza stipulate fra commercianti ed aventi per oggetto merce per sua natura destinata al commercio, ogni qual volta l'ordinazione venga fatta mediante moduli di commissione predisposti da parte venditrice, ai fini della conclusione del contratto, basta che ne sia data esecuzione, consegnando la merce al vettore o allo spedizioniere per l'inoltro all'acquirente (Cass. n. 12585/2003; Cass. n. 14565/2002; Cass. n. 52/1996; Cass. n. 4773/1989; Cass. n. 4707/1985; Cass. n. 4973/1983; Cass. n. 4576/1977). Per converso, la semplice consegna di questa dal preteso venditore al vettore, in difetto di qualsiasi idonea prova dell'esistenza di una preventiva proposta del preteso acquirente, non comporta conclusione del contratto ai sensi dell'art. 1327, comma 1, mancando la configurazione dell'elemento essenziale di una valida richiesta del proponente affinché l'esecuzione possa tener luogo dell'accettazione espressa, ai fini della conclusione dell'accordo delle parti, elemento imposto dalla norma generale di cui all'art. 1325, n. 1 (Cass. n. 16182/2013). Nel caso di proposta di contratto all'ordine, affidata a soggetto che non risulti qualificato come mandatario di altro determinato soggetto, ma solo come autorizzato a riferire la proposta stessa a persona da determinarsi in seguito, non è ipotizzabile la conclusione del contratto, quale effetto dell'immediata esecuzione dello stesso, sotto il profilo di una implicita richiesta in tal senso da parte del preponente, in quanto una tale manifestazione di volontà implicita appare logicamente inconciliabile con la natura della proposta rivolta ad incertam personam, tramite il procacciatore dell'ordinativo (Cass. n. 87/1965). Il modello di conclusione del contratto mediante esecuzione della prestazione non può trovare applicazione quando il proponente, nell'inviare la proposta contrattuale, abbia espressamente chiesto una formale accettazione, escludendo così ogni possibilità di conclusione anticipata per effetto di inizio dell'esecuzione, a prescindere dalla ricorrenza o meno delle ipotesi contemplate dal citato art. 1327 (Cass. n. 100/1984; Cass. n. 1441/1972; Cass. n. 1054/1966). La S.C. ha ritenuto che non occorre una preventiva accettazione della proposta, in ragione della natura della prestazione, quando si tratti di vendita di abiti già confezionati, secondo taglie predisposte (Cass. n. 3771/1969; Cass. n. 1342/1969).

L'esecuzione della prestazione

Qualora ricorrano i presupposti perché il contratto possa trovare esecuzione prima dell'accettazione del destinatario della proposta, si discute sulla valenza giuridica di tale esecuzione. Secondo una prima opinione, l'esecuzione dell'oblato configura un'ipotesi di accettazione tacita (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 61), cui è ricollegata, in via eccezionale, una deroga al generale principio della previa cognizione. Ma in senso contrario altro autore ritiene che in questa fattispecie il contratto si conclude a seguito dell'avviso dell'iniziata esecuzione, con il quale l'oblato comunica per implicito la propria accettazione (Messineo, 1961, 871). In senso critico si evidenzia che è inammissibile, anche oltre l'esplicita statuizione normativa, come possa legittimamente iniziarsi l'esecuzione di un contratto ancora non concluso (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 113). In base ad un'ulteriore ricostruzione, in questa fattispecie ogni ricerca sulla volontà dell'oblato è superflua (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 39). Il comportamento esecutivo non rileva come attuazione della sua volontà di impegnarsi, ma come attuazione dell'ipotesi prevista e regolata nella proposta contrattuale. Quest'ultima, a sua volta, si atteggia come una dichiarazione negoziale con cui il proponente, oltre ad impegnare sé in conformità ai principi generali, predispone un regolamento a carico dell'oblato, ove questi si spinga ad operare nella sua sfera giuridica. I connotati essenziali dell'iniziata esecuzione debbono ravvisarsi nella rilevanza esterna e nella direzione univoca, nel senso che l'atto deve uscire dalla sfera dell'autore e dirigersi univocamente verso la realizzazione di una certa proposta (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 118). Sono all'uopo insufficienti meri atti di approntamento, ma sono necessari concreti atti esecutivi della prestazione (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 65; Benedetti, 114). È altresì necessario che il comportamento dell'oblato sia esattamente conforme a quello proposto e che sia compiuto con la coscienza di vincolarsi al proposto contratto. Tale coscienza deve risultare dal comportamento stesso, ma non è necessario che sia nota alla controparte (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 64). Altra dottrina riconosce in tale contegno un intento di accettare alla stregua di una valutazione sociale (Bianca, 245). La natura non recettizia dell'accettazione mediante esecuzione deriva dalla prevalenza dell'interesse del proponente alla pronta esecuzione del contratto, ma non importa l'assenza di una relazione tra l'oblato e il proponente (Bianca, 245). Un'ultima ricostruzione colloca la fattispecie nell'ambito della gestione di affari altrui (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 86): il comportamento positivo dell'oblato costituirebbe un'ipotesi di ingerenza, che trova una regolamentazione vincolante nel precetto predisposto dal soggetto della sfera giuridica in cui tale ingerenza si è verificata. Anche in questa fattispecie il proponente ha il potere di revoca della proposta, fino a che l'esecuzione non abbia avuto inizio (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 119; contra Messineo, 1961, 872, secondo cui in questa fattispecie la proposta sarebbe irrevocabile; nello stesso senso Benedetti, 119). Anche l'oblato può ritirare la propria adesione fino a quando l'inizio di esecuzione non sia conoscibile.

In questa evenienza la proposta deve essere esattamente indicativa del contenuto del contratto, in modo da consentire di ravvisare un'accettazione tacita della stessa proprio nella detta esecuzione (Cass. n. 1774/1990; Cass. n. 5133/1988). La conclusione del contratto presuppone non solo la sussistenza di una delle ipotesi tassativamente previste da detta norma (richiesta del proponente, natura dell'affare, usi), ma anche la puntuale conformità dell'esecuzione alla proposta, con la conseguenza che, ove quest'ultima condizione faccia difetto, non è applicabile la norma predetta ma quella generale di cui al comma 5 dell'art. 1326 dello stesso codice, secondo la quale “una accettazione non conforme alla proposta equivale a nuova proposta”, la quale, affinché possa ritenersi raggiunto l'accordo delle parti e perfezionato il contratto, deve essere accettata dall'originario proponente anche mediante un comportamento concludente (Cass. n. 1032/1991). La sussistenza delle condizioni (natura dell'affare o espressa richiesta del proponente) che giustificano l'inizio dell'esecuzione del contratto senza preventiva comunicazione dell'accettazione della proposta deve essere provata dall'attore o comunque risultare dagli atti di causa (Cass. n. 6189/1990). È del tutto arbitrario limitare il concetto di esecuzione all'adempimento della prestazione di uno dei contraenti, escludendo l'adempimento della prestazione dell'altro, se consistente nel pagamento di una somma di denaro (Cass. n. 4035/1969).

L'avviso dell'iniziata esecuzione

L'avviso circa l'avvenuto inizio dell'esecuzione del contratto non ha natura negoziale (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 121), ma è un atto dovuto (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 64), cui l'accettante adempie mediante la pronta spedizione dell'avviso stesso; il ritardo nella ricezione dell'avviso da parte del proponente è, per l'effetto, un rischio a carico del proponente stesso (Bianca, 244). Può valere come avviso anche l'invio al proponente della fattura. In caso di avviso dell'iniziata esecuzione tardiva, il proponente può contare fondatamente sulla conclusione del contratto, salvo a darne a sua volta avviso all'oblato, in applicazione analogica dell'art. 1326 (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 118). La responsabilità per danni, conseguente all'omesso avviso dell'inizio di esecuzione, ha natura contrattuale, attenendo all'inadempimento di un'obbligazione di fonte legale (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 65). I danni riparabili corrispondono a quelli che il proponente ha subito per non avere avuto tempestiva notizia della conclusione del contratto (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 121). In base ad altra impostazione, il danno si consacra in quello che il proponente ha risentito per essersi trovato, senza saperlo, vincolato ad un contratto (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 65). Altro divisamento reputa che il danno risarcibile si identifichi con quello che il proponente abbia patito per aver fatto conto sulla mancata formazione del contratto (Roppo, 1989, 3). In questo senso, si rileva che l'affidamento tutelabile in via risarcitoria è ammesso solo quando sia trascorso un tempo superiore al termine di efficacia della proposta (Bianca, 244). Sicché il pregiudizio che può costituire oggetto di refusione è materializzato dalle spese sostenute per altre trattative e dal costo dell'impegno assunto con altri per la stessa prestazione quando questa sia, in tutto o in parte, non utilizzabile e non riciclabile sul mercato. Ove sia spedito l'avviso senza che sia data esecuzione al contratto, il quale conseguentemente non può ritenersi concluso, l'oblato può incorrere in responsabilità precontrattuale (Mirabelli, in Comm. Utet , 1984, 64).

La giurisprudenza qualifica l'avviso come atto giuridico in senso stretto (Cass. n. 1885/1965; Cass. n. 773/1956).

Bibliografia

Asquini, Integrazione del contratto con clausole d'uso, Bologna 1953; Benatti, La responsabilità precontrattuale, Milano 1963; Benedetti, Dal contratto al negozio unilaterale, Milano, 1969; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carrara, La formazione del contratto, Milano 1915; Carraro, voce Dichiarazione recettizia, in Nss. D.I., Torino 1960; Cesaro, Il contratto e l'opzione, Napoli, 1969; Cesaro, Contratto aperto e adesione del terzo, Napoli, 1979; Clarizia, Informatica e conclusione del contratto, Milano, 1985; Cuffaro, voce Responsabilità precontrattuale, in Enc. dir., Milano, 1988; Di Majo, voce Offerta al pubblico (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1979; Donisi, Il problema dei negozi giuridici unilaterali, Napoli 1972; Donisi, Il contratto con se stesso, Camerino, 1982; Dossetto, voce Condizioni generali di contratto, in Nss. D.I., Torino, 1957; Ferrero, Dichiarazione esplicita, dichiarazione tacita e autonomia privata, Torino, 1974; Gabrielli, Il rapporto giuridico preparatorio, Milano, 1974; Galgano, Diritto civile e commerciale, II, 1, Padova, 1993; Genovese, Le condizioni generali di contratto, Padova, 1954; Giampiccolo, La dichiarazione recettizia, Milano 1959; Giordano, I contratti per adesione, Milano, 1951; Loi-Tessitore, Buona fede e responsabilità precontrattuale, Milano, 1975; Maiorca, voce Contratti standard, in Nss. D.I - App., Torino, 1981; Messineo, voce Contratto (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1961; Osti, voce Contratto, in Nss. D.I., Torino 1959; Perego, I vincoli preliminari e il contratto, Milano, 1974; Ravazzoni, La formazione del contratto, Milano, 1966; Roppo, Contratti standard, Milano, 1975; Roppo, voce Contratto, in Dig. civ., Torino, 1989; Rubino, La fattispecie e gli effetti giuridici preliminari, Milano 1939; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli rist., 1985; Saracini, Nullità e sostituzione di clausole contrattuali, Milano, 1971; Tamburrino, I vincoli unilaterali nella formazione del contratto, Milano, 1954; Visintini, La reticenza nella formazione dei contratti, Padova, 1972.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario