Codice Civile art. 1332 - Adesione di altre parti al contratto.

Cesare Trapuzzano

Adesione di altre parti al contratto.

[I]. Se ad un contratto possono aderire altre parti e non sono determinate le modalità dell'adesione, questa deve essere diretta all'organo che sia stato costituito per l'attuazione del contratto o, in mancanza di esso, a tutti i contraenti originari.

Inquadramento

La norma trova applicazione ai soli contratti diretti a perseguire uno scopo comune e non ai contratti di scambio (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 159; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 88). Non si può tuttavia a priori escludere che le due parti iniziali di un contratto concordino che le prestazioni di una di esse possano essere eseguite parzialmente da un altro soggetto, il quale, ove aderisca, non è detto che assuma la qualità di parte a sé stante, ma può affiancarsi ad una delle parti originarie, che così da unisoggettiva diviene plurisoggettiva. In questa prospettiva al termine parte utilizzato dalla norma deve essere attribuito in senso estensivo il significato di soggetto del contratto (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 88). La clausola attraverso cui si stabilisce la possibilità di adesione di altre parti può essere apposta soltanto quando si tratti di contratti in cui il numero delle parti non è predeterminato (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 303). È sempre fatta salva la facoltà delle parti di porre nel nulla la clausola per adesione, trasformando così il contratto aperto in contratto chiuso.

La creazione di un'associazione presuppone un contratto (normalmente) plurilaterale, caratterizzato dal fatto che le prestazioni sono dirette al perseguimento di uno scopo collettivo, da realizzarsi attraverso lo svolgimento in comune di un'attività, ogni contraente trovando il corrispettivo della propria prestazione nella partecipazione al risultato a cui tende l'intera associazione; la formazione dell'atto costitutivo può essere non solo simultanea, ma anche continuata o successiva, secondo un procedimento nel quale il vincolo associativo si forma progressivamente attraverso le adesioni al programma, essendo escluso che la semplice possibilità di adesioni successive renda configurabile un'associazione (Cass. n. 16600/2007). La promessa unilaterale di pagamento, che venga indirizzata ad una delle parti di un contratto da un terzo che sia rimasto ad esso estraneo, ove si riferisca ad un sottostante rapporto obbligatorio autonomo e distinto rispetto a quello costituito tra le parti del contratto stesso, non comporta adesione ad un contratto già stipulato, con la conseguente sua trasformazione in contratto plurilaterale, anche quando tale promessa, al fine di individuare il rapporto sottostante (promessa titolata), faccia riferimento all'indicato contratto, ed indipendentemente inoltre dalla circostanza dell'identità del contenuto dell'obbligazione del promittente e di quella dell'altra parte del predetto negozio bilaterale. L'indicata autonomia del rapporto fra promittente e promissario comporta che esso si sottrae ai patti e alle clausole che regolano il diverso rapporto contrattuale fra il promissario e l'altro contraente, ivi inclusa quella che devolva alla cognizione di arbitri le relative controversie (Cass. n. 3180/1985). La natura di contratto aperto, in forza della clausola di adesione contemplata da uno schema o modulo o formulario precostituito da una parte, non è esclusa dalla circostanza che alcuni elementi, come una clausola particolare, risalgano all'iniziativa o alla collaborazione della controparte (Cass. n. 1000/1972). Anche il contratto di transazione può essere aperto a nuove e successive adesioni (Cass. n. 1142/1964).

I requisiti della clausola di apertura e dell'adesione

La dichiarazione di adesione del terzo è un negozio unilaterale e recettizio (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 90). In senso diverso altre tesi qualificano l'adesione come atto giuridico in senso stretto (Osti, 521) ovvero come atto formativo post-negoziale (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 161). L'adesione si configura come accettazione della proposta fatta dalle parti originarie che hanno stipulato il contratto apponendovi la clausola di adesione; solo qualora sia previsto un controllo o una verifica delle condizioni di ammissione, l'adesione assume il valore di una proposta, dovendosi ravvisare nella clausola di apertura un invito ad offrire. Sicché normalmente la clausola di apertura si concretizza in un'offerta al pubblico, suscettibile di revoca nelle forme indicate dall'art. 1336, comma 2 (Bianca, 250; Carresi, in Tr. C. M., 1987, 679). Non è escluso però che essa possa essere rivolta solo a persone determinate, nel qual caso opereranno le norme sulla ricettizietà della proposta (Bianca, 250). Altra dottrina esclude a priori che la clausola con cui si consenta l'entrata nel contratto ad altri soggetti faccia assurgere gli stessi al rango di proponenti (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 160). Un ulteriore orientamento nega che la clausola sia indirizzata ai terzi (Galgano, 171). L'apertura può essere anche a tempo indeterminato. La previsione pattizia circa la possibilità di adesione di terzi al contratto ha efficacia vincolante soltanto tra le parti, ossia interna, ma non attribuisce in linea di principio una posizione giuridicamente tutelata al terzo (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 679). L'adesione produce effetti sin dal momento in cui è ricevuta dall'organo designato indipendentemente dalla conoscenza che ne abbiano le altre parti. In difetto di tale organo, l'ingresso dell'aderente nel contratto-base si perfeziona nel momento in cui l'ultimo contraente riceve l'atto di adesione. Non è invece ulteriormente richiesto che ciascun contraente abbia notizia delle comunicazioni ricevute dagli altri (Bianca, 249). Il luogo di conclusione del contratto corrisponde a quello in cui fu stipulato il contratto originario (Bianca, 251). L'ammissione successiva di un nuovo contraente deve avere gli stessi requisiti di forma prescritti per l'originario contratto, implicando una modificazione soggettiva del contratto stesso (Galgano, 170). La dichiarazione di rifiuto dell'adesione emessa dal terzo non preclude allo stesso una sua successiva adesione al contratto (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 89). L'opposizione di una delle parti originarie, in ordine al riconoscimento dell'adesione del soggetto sopravvenuto, integra un'ipotesi di inadempimento nei confronti delle altre parti originarie (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 89). La dichiarazione di adesione può formare oggetto di revoca, fino a quando il meccanismo di perfezionamento dell'adesione non si sia compiutamente realizzato.

In giurisprudenza si sostiene che la clausola di apertura all'ingresso di altri contraenti determina la qualifica dei contraenti originari come proponenti (Cass. n. 2089/1943). È inoltre esclusa la rilevanza esterna della clausola di apertura (Trib. Verona 7 dicembre 1987). Anche la S.C. esige che l'adesione osservi gli stessi vincoli di forma richiesti per il contratto originario, in quanto implica una modificazione subiettiva del negozio originario, come accade ad es. nel contratto aperto di consorzio (Cass. n. 3230/1975; Cass. n. 3399/1973). In ordine alla forma dell'adesione alcuni arresti giurisprudenziali hanno chiarito che, con riguardo al godimento di immobile destinato all'abitazione di un nucleo familiare, la trasformazione da locazione in comodato del rapporto giustificativo di tale godimento può derivare, in assenza del capo-famiglia che abbia stipulato quale conduttore il contratto di locazione, anche da accordi intervenuti fra il proprietario del bene e gli altri componenti del nucleo familiare di detto conduttore, non estranei alla titolarità di quel godimento in considerazione dell'indicata specifica destinazione del bene, mentre l'adesione da parte di detto capo-famiglia al contratto di comodato (non soggetto a particolare forma) può essere validamente data anche successivamente ed in forma tacita, quale quella evincibile dalla circostanza che, rientrando nel nucleo familiare, accetti la presentazione del comodante, riprendendo a fruire dell'alloggio senza il pagamento di corrispettivo (Cass. n. 2723/1986; Cass. n. 6456/1983; Cass. n. 1083/1981). Qualora nel contratto originario siano inserite clausole derogative alla normale competenza per territorio, affinché esse siano opponibili al terzo aderente devono essere approvate specificamente per iscritto, trattandosi di clausole onerose, altrimenti devono ritenersi prive di effetto a norma dell'art 1341 (Cass. n. 1000/1972; Cass. n. 3709/1968).

L'organo costituito per l'attuazione del contratto

Qualora la clausola contrattuale preveda l'apertura del contratto a terzi, l'adesione dei terzi interessati potrà avvenire attraverso la semplice dichiarazione di adesione ove le modalità di adesione siano state già fissate nel contratto originario. Ove invece tali modalità non siano state stabilite, la dichiarazione di adesione deve essere diretta all'organo specificamente costituito per l'attuazione del contratto o, in sua mancanza, a tutti i contraenti originari. Le parti possono aggiungersi a quelle originarie e non è richiesta alcuna preventiva deliberazione del gruppo nella prospettiva dell'incremento del numero dei suoi componenti, qualora si tratti della specie di contratti aperti rappresentata dai contratti a struttura aperta, nei quali la possibilità di nuove adesioni costituisce un essentialia negotii, come può avvenire nelle società cooperative, nei contratti costitutivi di un'associazione in senso stretto, nei consorzi industriali (Galgano, 171). Segnatamente sono contratti aperti a struttura aperta quelli in cui è possibile variare il numero dei contraenti in misura potenzialmente illimitata, senza che a tal fine sia necessaria una modifica del contratto; essi sono diretti a realizzare un interesse di categoria o di serie, mentre nei contratti a struttura chiusa, fra i quali si annoverano le società lucrative, di persone o di capitale, vi è un interesse di gruppo, sicché l'ampliamento degli aderenti richiede una delibera di modificazione dell'atto costitutivo (Galgano, 148). L'organo deputato all'attuazione deve essere identificato con quello rappresentativo esterno, al quale spetta la rappresentanza del gruppo (Bianca, 249). L'organo contraente è libero di accettare o rifiutare la richiesta di ammissione del nuovo membro istante, senza essere tenuto a motivare le ragioni della scelta, che costituisce atto di autonomia contrattuale incensurabile e insindacabile (Galgano, 171). È tuttavia ipotizzabile l'obbligo di contrarre limitatamente alle formazioni sociali ordinate alla soddisfazione di interessi economici con finalità mutualistiche.

Nel caso di accettazione da parte di un'associazione della proposta di adesione proveniente da un terzo il proponente non può invocare l'invalidità o l'inefficacia dell'accettazione per inosservanza, da parte dell'organo associativo competente per legge o per convenzione a deliberare detta accettazione, di eventuali clausole statutarie che di tale organo disciplinano l'attività, atteso che le norme pattizie poste in essere dagli associati tutelano gli interessi di costoro e non anche le posizioni di soggetti estranei all'ente collettivo, quale è appunto il proponente prima che il contratto di adesione sia perfetto ed efficace (Cass. n. 1992/1995; Cass. n. 5191/1991, in Giur. it., 1993, 2, I, 488, con nota di Zoppini).

Bibliografia

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