Codice Civile art. 1333 - Contratto con obbligazioni del solo proponente.Contratto con obbligazioni del solo proponente. [I]. La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente è irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata [1335]. [II]. Il destinatario può rifiutare la proposta nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi. In mancanza di tale rifiuto il contratto è concluso. InquadramentoLa norma regola un'ipotesi di contratto che si perfeziona con un'unica dichiarazione; infatti i contratti da cui discendono obbligazioni per il solo proponente si perfezionano senza necessità di una specifica accettazione della proposta inviata, qualora entro il termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi il destinatario non rifiuti la proposta medesima. Sicché, essendo preclusi al giudice l'apprezzamento e la valutazione del silenzio dell'oblato, in relazione alle specifiche circostanze di fatto, al fine di affermarne o negarne la concludenza, ossia essendo impedita ogni ponderazione circa la verificazione di tutte le conseguenze del contratto di fronte al silenzio, ne consegue che non è il silenzio a perfezionare il contratto, ma la sola proposta, sempre ché i suoi effetti non siano paralizzati dal rifiuto del destinatario. Pertanto alla fattispecie è integralmente applicabile la disciplina giuridica del contratto (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 21). Secondo una certa ricostruzione, si ricadrebbe nell'ambito di una promessa unilaterale individualizzata e causale, trovando ad essa applicazione l'art. 1325, n. 2, e ciò perché lo schema proposta-accettazione non costituirebbe il solo procedimento di conclusione del contratto: tra le varie ipotesi di formazione che la legge conosce ricadrebbe infatti quella regolata dall'art. 1333, quale ipotesi di contratto a formazione unilaterale (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 39). Le tesi avverse al riconoscimento della natura contrattuale affermano che nella fattispecie è impossibile ravvisare un procedimento contrattuale, poiché sarebbe estranea all'integrazione normativa dell'istituto la formazione di un accordo con il promissario; per l'effetto la norma regolerebbe in realtà un negozio unilaterale soggetto a rifiuto, definito negozio unilaterale a rilievo bilaterale (Benedetti, 121; contra Carresi, in Tr. C. M., 1987, 93). Altro autore in termini confutativi evidenzia che, pur essendo unica la dichiarazione, il regolamento di interessi è riferibile ad almeno due parti, in ciò risiedendo la bilateralità che differenzia il contratto dal negozio unilaterale (Donisi, 1982, 61). Quando la proposta, la quale preveda obbligazioni per il solo proponente, giunge a conoscenza dell'oblato, essa diviene irrevocabile. Il requisito di irrevocabilità non rientra nella disponibilità del proponente, che pertanto non può escluderla in via unilaterale (Ravazzoni, 354). La S.C. applica lo schema del contratto con obbligazioni del solo proponente ai contratti che, pur essendo gratuiti, importando sacrificio economico per la sola parte proponente, differiscono dagli atti di liberalità per la carenza dell'animus donandi: sicché lo schema si applica alla fideiussione, al mandato di credito (Cass. n. 2548/1964), al mandato gratuito, al deposito non retribuito, quand'anche accompagnati dagli obblighi di cui agli artt. 1719-1720. Inoltre la giurisprudenza conferma che al silenzio non può essere attribuito il significato di accettazione tacita. Piuttosto, la proposta di concludere un contratto con obbligazioni a carico del solo proponente si perfeziona per il solo fatto del mancato rifiuto nel termine d'uso, senza bisogno di alcuna accettazione. Di conseguenza, ove risulti che il destinatario della proposta abbia comunque ritenuto di accettarla per iscritto, correttamente il giudice di merito può desumere da tale circostanza che le parti abbiano inteso concludere un contratto a prestazioni corrispettive e non un contratto con obbligazioni a carico del solo proponente (Cass. n. 26325/2008). Le disposizioni dettate dall'art. 1333, in tema di irrevocabilità della proposta dal momento in cui giunge al destinatario, nonché di perfezionamento del contratto in caso di mancato rifiuto del destinatario nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi, si riferiscono ai contratti con obbligazioni a carico del solo proponente e pertanto non possono essere invocate con riguardo alla proposta rivolta all'assicuratore per la conclusione di un contratto assicurativo, ancorché accompagnata dal versamento di una rata del premio, atteso che tale contratto è produttivo di obbligazioni a carico di entrambe le parti in relazione di corrispettività (Cass. n. 6621/1981). Per le stesse ragioni la norma non trova applicazione al contratto di agenzia, che è un contratto a prestazioni corrispettive, anche quando sia proposta unilateralmente la sua modifica e segnatamente l'aumento della provvigione con obbligazioni del solo proponente, modifiche che tuttavia incidono su un contratto bilaterale (Cass. n. 1064/1975). Il rifiuto del destinatarioLa posizione soggettiva del destinatario della proposta è configurata come onere di rifiuto della proposta laddove non si voglia determinare la conclusione del contratto, non già come onere di rimanere inattivo in vista della sua conclusione (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 96). Ma nel senso che l'omissione del rifiuto, protrattasi per un tempo qualificato dalla natura degli affari o dagli usi, funge da accettazione si è espresso altro autore, poiché la condotta inerte dell'oblato ha un valore e significato legalmente tipico; sicché è la legge ad attribuire valore di accettazione ad un contegno omissivo che, di per sé, sarebbe inidoneo a determinare la conclusione di un contratto (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 164). Altri riconoscono al mancato rifiuto il significato di accettazione tacita (Osti, 516) o espressa mediante silenzio ovvero implicita o presunta. In senso contrario si è osservato che solo con una finzione si può equiparare il silenzio del promissario ad un'accettazione in senso proprio (Bianca, 265). Un atteggiamento dell'oblato indifferente alla dichiarazione del promittente, ove protratto nel tempo, potrebbe anche intendersi come rifiuto; in questa prospettiva, rilevano i criteri di correttezza e buona fede, che vietano all'oblato di abusare della sua prerogativa e di pretendere di esercitare i propri diritti dopo aver tenuto per lungo tempo un atteggiamento disinteressato, tale da poter essere ragionevolmente inteso dalla controparte come rifiuto. Al proponente non è precluso di stabilire, ai fini dell'eventuale rifiuto dell'oblato, un termine più lungo di quello risultante dalla natura degli affari o dagli usi (Ravazzoni, 352; Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 165). Il luogo di conclusione del contratto con obbligazioni del solo proponente corrisponde a quello in cui ha sede il proponente (Ravazzoni, 349; Messineo, in Tr. C. M., 1968, 355). Qualora il proponente richieda l'accettazione espressa dell'oblato, il comma 2 dell'art. 1333 non trova applicazione. Dibattuto è se la proposta rimanga valida all'esito del decesso o dell'incapacità del proponente (in senso positivo Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 166; in senso contrario Ravazzoni, 353). Nei contratti con obbligazioni del solo proponente, fondandosi l'impegno sull'unica dichiarazione proveniente dall'obbligato, la sottoscrizione dell'atto che lo contiene da parte del beneficiario della prestazione, su cui grava l'onere del rifiuto, non incide sullo schema tipico, né sul contenuto, valendo soltanto quale espressa accettazione dell'altrui obbligazione, pur non necessaria, dal momento che il contratto si perfeziona per il solo fatto del mancato rifiuto (Cass. n. 1338/2012). La S.C. ammette altresì che il rifiuto possa desumersi da contegni concludenti; infatti il fine cui sovrintende la disposizione di cui al comma 2 dell'art. 1333, di evitare che la sfera giuridica del soggetto possa essere interessata da una manifestazione di volontà altrui, consente che l'inefficacia della proposta possa desumersi, oltre che da un rifiuto espresso, anche da un comportamento del destinatario della proposta, inequivocabilmente apprezzabile come dettato dalla volontà di non avvalersene (Cass. n. 11391/2001). Secondo la S.C. nei contratti fra persone lontane con obbligazioni del solo proponente il forum contractus è quello della sede principale del destinatario, alla quale sia stata indirizzata la proposta, a nulla rilevando che questa vi sia concretamente pervenuta per il tramite di un ufficio dipendente al quale la relativa lettera era stata solo materialmente presentata (Cass. n. 757/1965). Le obbligazioni del proponenteLe obbligazioni a cui si riferisce la norma sono esclusivamente le obbligazioni di fare e non fare, poiché, ove la proposta abbia ad oggetto un'obbligazione di dare, il contratto si cristallizzerà come donazione obbligatoria, per il cui perfezionamento è necessaria l'accettazione, non solo espressa, ma più radicalmente formale, del destinatario (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 90). In base ad un diverso orientamento, le obbligazioni cui allude la previsione non devono essere lette in senso restrittivo, potendo ricadere nel relativo schema anche la concessione di diritti potestativi in genere o di una prelazione (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 27). Non rientrano nella figura in questione le proposte dirette a modificare un precedente contratto bilaterale, quand'anche contenenti obbligazioni per il solo proponente, ovvero le proposte che prevedano a carico del beneficiario obbligazioni modali, compatibili con il titolo gratuito del contratto ma non con l'esclusivo carico dell'obbligazione sul proponente (Bianca, 263). Qualora le parti si siano accordate previamente ed espressamente in tal senso, si possono concludere con il meccanismo del mancato rifiuto della proposta da parte dell'oblato anche contratti a prestazioni corrispettive, purché non sia richiesta la forma scritta (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 91). Sempre nella prospettiva di salvaguardia dell'autonomia negoziale le parti possono previamente concordare che il proponente si riserva la facoltà di revoca della proposta, anche dopo che questa sia giunta al destinatario (Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 169). Affinché si rientri nello schema regolato dalla norma, la proposta non può essere avanzata nell'esclusivo interesse del destinatario, poiché in questa evenienza sarebbe integrata un'offerta liberale, sicché la proposta avrebbe per oggetto una donazione. La previsione si estende invece alle proposte interessate, come quelle reclamistiche, o comunque munite di causa diversa da quella liberale, come quelle avanzate in funzione di garanzia. Il meccanismo di perfezionamento del contratto di cui all'art. 1333 non è applicabile quando si inserisce in un preesistente programma negoziale come modifica ad un contratto bilaterale con obbligazioni a carico di entrambe le parti (Cass. n. 19707/2016). È invece applicabile al patto di prelazione senza previsione di corrispettivo, che ha carattere di preliminare unilaterale, con obbligazioni a carico del solo proponente, e si perfeziona allorché, decorso il termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi, il promissario non rifiuti l'offerta (Cass. n. 3127/2012; Cass. n. 265/1975, in Giur. it., 1976, 1, I, 1206, con nota di Perego; Cass. n. 79/1957; Cass. n. 1790/1956; Cass. n. 617/1954). Così l'obbligazione fideiussoria, quale promanante da un contratto unilaterale, ossia con obbligazioni a carico di una sola parte, si perfeziona, se non rifiutata, con la conoscenza determinata da colui che propone la garanzia, che costituisca manifestazione della sua volontà contrattuale, rivolta al destinatario e trasmissibile anche a mezzo di altro soggetto, ma deve in questo caso riguardare lo stesso oggetto della trasmissione effettuata dal proponente, così da esprimerne la volontà, e quindi richiede l'originale della dichiarazione e non una mera fotocopia (Cass. n. 17641/2012; Cass. n. 13652/2006; Cass. n. 4646/1997; Cass. n. 863/1992; Cass. n. 9468/1987; Cass. n. 3904/1981; Cass. n. 424/1979). Per analoghe ragioni la lettera di patronage con la quale il patrocinante assume degli impegni nei confronti del creditore, rientrando nello schema negoziale delineato dall'art. 1333, non richiede per il suo perfezionamento l'accettazione espressa dell'oblato. Pertanto, una volta intervenuta la proposta (irrevocabile quando sia giunta a conoscenza del destinatario), la conclusione del negozio è impedita solo dal rifiuto (Cass. n. 4888/2001; Cass. n. 10235/1995). Allo stesso modo si ricade nella figura del contratto con obbligazioni a carico del solo proponente, qualora l'appaltatore riconosca la sussistenza dei vizi della prestazione eseguita e, ammettendo la propria responsabilità, assuma l'impegno di eliminarli, proponendo i rimedi idonei ad escludere in modo definitivo gli inconvenienti; infatti tale dichiarazione unilaterale, mentre per la parte relativa al riconoscimento dei vizi produce l'effetto legale di cui all'art. 2944, per il resto si configura come proposta di novazione dell'obbligazione di garanzia (Cass. n. 6670/2009; Cass. n. 7216/1995). Per converso, poiché la ratio dell'art. 1333, che consente la formazione del contratto per mancato rifiuto da parte del destinatario della proposta, risiede nel fatto che a quest'ultimo possono derivare soltanto vantaggi dal contratto medesimo, la disposizione deve essere intesa nel senso che non soltanto gli effetti obbligatori derivanti dal contratto ma anche gli eventuali effetti dispositivi o estintivi debbano essere ad esclusivo carico del proponente, con la conseguenza che la stessa non è applicabile con riguardo alla datio in solutum la quale, pur non comportando alcun effetto obbligatorio a carico del creditore, importa tuttavia per lo stesso, l'effetto estintivo del credito di cui è titolare, qualificando il negozio come contratto con effetti a carico di entrambi i contraenti (Cass. n. 5748/1987, in Giust. civ., 1988, 4, I, 1023, con nota di Costanza). All'uso aziendale (negoziale o non normativo) — che trova la sua origine in un comportamento dell'imprenditore il quale spontaneamente e per liberalità (e non perché si ritenga a ciò obbligato) attribuisca a tutti i suoi dipendenti (o a una più ristretta cerchia degli stessi, per es. a coloro che abbiano una determinata qualifica), eventualmente in riferimento ad un'unica, specifica, vicenda dei rapporti di lavoro, ma ripetutamente per un certo periodo di tempo, un trattamento non previsto né dal contratto individuale né dal contratto collettivo — non è applicabile la disciplina della conclusione del contratto con obbligazioni del solo proponente (Cass. n. 9690/1996, in Giust. civ. 1997, 5, I, 1343, con nota di Liebman). La compatibilità con i contratti a forma vincolataIl procedimento di formazione del contratto con obbligazioni a carico del solo proponente può essere applicato anche ai negozi a forma vincolata, poiché il rispetto della forma dovrà riguardare la sola proposta, non essendo richiesta all'oblato alcuna accettazione (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 27). Ma in senso contrario altra dottrina osserva che la fattispecie di cui all'art. 1333 non è compatibile con le modalità formali richieste dalla legge (atto pubblico o scrittura privata) per la validità ed efficacia dei contratti traslativi di diritti reali immobiliari. I contratti di donazione non possono essere conclusi secondo detto schema, poiché l'accettazione deve essere necessariamente espressa in forma pubblica, ed eventualmente nel rispetto dei vincoli di forma prescritti dall'art. 782 (Bianca, 263). Un filone della dottrina propende per l'ammissibilità dello schema del contratto con obbligazioni a carico del solo proponente in ordine alle donazioni obnuziali obbligatorie (Sacco, in Tr. Vas., 1975, 24). Un arresto della giurisprudenza esclude, seppure in via di obiter dictum, che lo schema del contratto con obbligazioni del solo proponente possa essere utilizzato per i negozi che richiedono la forma scritta ad substantiam (Cass. n. 2630/1979). Ma in senso contrario altri arresti sostengono che in questi casi il ricorso allo schema dell'art. 1333 è comunque ammissibile, purché la proposta osservi la forma scritta (Cass. n. 1921/1952). In specie, allorché un coniuge, in sede di separazione consensuale, assume l'obbligo nei confronti dell'altro coniuge di provvedere al mantenimento del figlio minore, impegnandosi a tal fine a trasferirgli un bene immobile, pone in essere con il detto coniuge un contratto preliminare a favore del figlio, con la conseguenza che l'atto scritto con cui il coniuge obbligato in esecuzione di tale contratto dichiara di trasferire al figlio quel bene, essendo privo dello spirito di liberalità, non configura una donazione, ma una proposta di contratto unilaterale, gratuito ed atipico, che — in mancanza del rifiuto del destinatario in un termine adeguato (alla natura dell'affare o stabilito dagli usi) — determina l'irrevocabilità della proposta e quindi la conclusione del contratto, nonostante che la volontà di accettazione non risulti da atto scritto, dovendosi ritenere assolto l'obbligo della forma attraverso le modalità con cui è stata formulata la proposta (Cass. n. 9500/1987, in Giust. civ. 1988, 5, I, 1237, con nota di Costanza; Cass. n. 79/1957). La compatibilità con i contratti ad efficacia realeIl perfezionamento del contratto mediante l'inoltro della proposta, senza che segua il rifiuto del destinatario, può adattarsi ai contratti ad efficacia reale (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 91; Ravazzoni, 355; Scognamiglio, in Comm. S.B., 1992, 166; Donisi, 1972, 304). In senso contrario altri autori rilevano che non si possono imporre in via unilaterale all'oblato, mediante lo schema delineato dall'art. 1333,obblighi od oneri di manutenzione dei beni, conseguenti al loro trasferimento mediante invio della proposta (Bianca, 264; Sacco, in Tr. Vas., 1975, 26). In replica a tale obiezione, si osserva che l'efficacia reale delle dichiarazioni unilaterali del promittente non viola l'intangibilità della sfera giuridica altrui, poiché rimane integra la possibilità dell'oblato di rifiutarne gli effetti (Donisi, 1972, 357). Lo schema dell'art. 1333 non può trovare applicazione alle donazioni ad efficacia reale (Cass. n. 2811/1961). Può invece essere applicato ai negozi solutori che determinano l'immediato trasferimento della proprietà immobiliare in adempimento degli obblighi di mantenimento spettanti al genitore separato verso la prole (Cass. n. 9500/1987). Lo schema è applicabile anche ai contratti traslativi (di diritti reali) a vantaggio di una sola parte senza alcun onere od obbligo a carico del beneficiario, poiché in presenza di un pregiudizio, anche solo potenziale (oneri di custodia, gestione o tributari), si impone la necessaria accettazione del destinatario (Cass. n. 27857/2020; Cass. n. 15997/2018). Così è stato o ritenuto utilizzabile anche nel contratto a favore di terzo nel caso di costituzione di una servitù prediale a vantaggio di un fondo altrui, purché tale costituzione risponda ad un qualsiasi interesse (non necessariamente patrimoniale) dello stipulante (Cass. n. 6688/1986; Cass. n. 4778/1983). 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