Codice Civile art. 1360 - Retroattività della condizione.Retroattività della condizione. [I]. Gli effetti dell'avveramento della condizione retroagiscono al tempo in cui è stato concluso il contratto, salvo che, per volontà delle parti o per la natura del rapporto, gli effetti del contratto o della risoluzione debbano essere riportati a un momento diverso [646]. [II]. Se però la condizione risolutiva è apposta a un contratto ad esecuzione continuata o periodica, l'avveramento di essa, in mancanza di patto contrario, non ha effetto riguardo alle prestazioni già eseguite [1465 4]. InquadramentoLa norma stabilisce che gli effetti negoziali correlati all'avveramento della condizione sono retroattivi, salvo che per volontà delle parti o per la natura del rapporto essi debbano essere riportati ad un momento diverso (Maiorca, 319). La retroattività è automatica o ipso iure ed opera erga omnes. Alla teoria della finzione si contrappone quella della realtà giuridica del fenomeno della retroattività (Rescigno, 799; Maiorca, 319). Per altra tesi le eccezioni apportate a tale principio sono così vaste da escludere che esso assurga al rango di criterio generale, e comunque quando la retroattività opera avrebbe il mero ruolo di fornire una giustificazione teorica di taluni aspetti della disciplina della condizione (Pelosi, 40). La retroattività conseguente all'avveramento della condizione risale sino al momento della stipula del contratto in cui la condizione è apposta. Non vi è invece una disciplina esplicita degli effetti che conseguono al mancato avveramento della condizione (Bianca, 532; Maiorca, 317). Essa concerne gli atti dispositivi negoziali, che provengono a titolo derivativo dalla situazione condizionata, i quali sono travolti dall'avveramento della condizione; la retroattività non riguarda invece gli acquisti a titolo originario e segnatamente non investe l'usucapione ordinaria, la quale si fonda sul solo possesso continuato, senza che si possa opporre il difetto di titolo o di buona fede; diverso dovrebbe essere il caso in cui il perfezionamento dell'usucapione esiga un titolo astrattamente idoneo (Barbero, 1107). Al contempo la retroattività non influisce sulla decorrenza dei termini di prescrizione, con particolare riguardo alla posizione del creditore sotto condizione sospensiva, in applicazione del brocardo contra non valentem agere non currit praescriptio; tuttavia un autore ritiene che, in ragione della retroattività, la prescrizione decorra nel caso di condizione potestativa (Barbero, 1108). Le deroghe alla retroattività degli effetti della condizione possono discendere, oltre che dalla volontà delle parti, dalla natura del rapporto, dal regime dei rapporti di durata, dall'oggetto del contratto. In specie, ove si tratti di contratto con condizione sospensiva, il cui oggetto sia al momento della stipula del contratto impossibile, ma che diventi possibile prima dell'avveramento della condizione, ai sensi dell'art. 1347, all'esito dell'avveramento gli effetti retroagiranno sino al momento in cui l'oggetto è divenuto possibile e non sino al momento di conclusione del contratto. Altre deroghe al principio di retroattività dell'avveramento della condizione sarebbero stabilite dalla legge in ipotesi tipizzate (Maiorca, 317). Una di tale ipotesi è stata ravvisata nella previsione dell'art. 1465, comma 4, che esclude l'applicabilità della regola res perit domino quando nei contratti a prestazioni corrispettive il perimento della res sia avvenuto prima dell'avveramento della condizione (Pelosi, 58). Dubbia è l'applicabilità del principio di retroattività alle condizioni legali: secondo un primo orientamento, trattandosi di previsione eccezionale, essa non può essere applicata oltre i casi a cui è espressamente riferita (Rescigno, 775; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 760); in base ad altra opinione l'esclusione dell'efficacia retroattiva della condicio iuris postula una verifica caso per caso sulla compatibilità degli effetti retroattivi con la specifica condizione legale esaminata (Bianca, 534); altra tesi ammette tout court l'applicazione del principio di retroattività alle condizioni legali (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 254). La retroattività non comporta un giudizio di inadempimento con riguardo al periodo di pendenza della condizione e pertanto non è configurabile un diritto agli interessi moratori e a quelli di cui all'art. 1282 (Bianca, 532). Secondo la S.C. la retroattività non incide sugli acquisti a titolo originario neanche nel caso di usucapione speciale (Cass. n. 1192/1987). La retroattività determina la cessazione di eventuali inadempienze verificatesi nel corso del periodo di efficacia interinale del contratto (Cass. n. 7875/1990). La regola di retroattività si applica anche alla condicio iuris (Cass. n. 2994/1959). La norma sulla retroattività non opera tutte le volte che, per volontà delle parti o per la natura del rapporto, gli effetti del contratto debbono essere riportati ad un momento diverso da quello della conclusione del contratto (Cass. n. 3415/1999). La diversa volontà delle partiIn base alla volontà delle parti può essere escluso che l'avveramento della condizione produca effetti retroattivi ovvero la retroattività può essere ridotta, ossia ricondotta ad un momento anteriore all'avveramento, ma successivo alla conclusione del contratto cui la condizione accede. Non è invece disponibile l'effetto reale rispetto ai terzi ai sensi dell'art. 1357 (Maiorca, 319). Si distingue dal potere delle parti di stabilire un limite temporale alla retroattività della condizione il potere di determinare in via convenzionale il momento di operatività della clausola condizionale, anche successivamente all'avveramento della condizione (Maiorca, 319). Ma secondo altra tesi alla volontà delle parti può essere ricondotta non solo l'esclusione della retroattività o una retroattività parziale, ma anche la fissazione del momento di decorrenza degli effetti dell'avveramento in un tempo successivo all'avveramento stesso; si tratterebbe dunque di fattispecie omogenee (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 614). Ricorre tale esclusione qualora le parti abbiano subordinato il trasferimento della proprietà al pagamento del prezzo, in tal caso operando l'efficacia della condizione ex nunc (Cass. n. 2167/1980). La natura del rapportoIl giudice, all'esito della valutazione della natura del rapporto, può negare la retroattività della condizione già verificatasi. Esempi in cui tale principio opera si riscontrano negli artt. 646, 785 e 1757: effetti della condizione apposta al testamento nei confronti di eredi e legatari, effetti della condizione nel caso di donazione in riguardo al matrimonio, effetti della mediazione condizionata a fronte del diritto alla provvigione. Secondo un certo orientamento la valutazione rimessa al giudice non avrebbe una precisa autonomia, risolvendosi in un accertamento della volontà delle parti, da ricostruire tramite un processo interpretativo, o nel richiamo ad una puntuale disposizione normativa, fra cui rientra il capoverso della norma in commento (Barbero, 1107). I contratti ad esecuzione continuata o periodicaNei rapporti di durata l'efficacia retroattiva non pregiudica le prestazioni già eseguite. La previsione si riferisce alle sole condizioni risolutive apposte ai contratti ad esecuzione continuata o periodica e fa salve le prestazioni già eseguite nel corso del rapporto, salvo patto contrario. Alle parti è consentito derogare a tale limitazione temporale, prevedendo espressamente che l'avveramento della condizione risolutiva travolga anche le prestazioni già eseguite. In tal caso sorgeranno obbligazioni restitutorie o di indennizzo secondo i principi dell'arricchimento senza causa (Maiorca, 322). Per il riferimento alle sole condizioni risolutive nei rapporti di durata si è espressa anche la S.C. (Cass. n. 949/1985; Cass. n. 5168/1981; Cass. n. 2061/1964). BibliografiaBarbero, Condizione, in Nss. D.I., Torino, 1957; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Falzea, voce Condizione (diritto civile), in Enc. giur., Roma, 1988; Galgano, Diritto civile e commerciale, II, 1, Padova, 1993; Maiorca, voce Condizione, in Dig. civ. 1988;Messineo, Il contratto in genere, Milano, 1968; Osti, voce Contratto, in Nss. D.I., Torino, 1959; Pelosi, La proprietà risolubile nella teoria del negozio condizionato, Milano, 1975; Rescigno, voce Condizione, in Enc. dir., Milano, 1961; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Tatarano, «Incertezza», autonomia privata e modello condizionale, Napoli, 1976. |