Codice Civile art. 1369 - Espressioni con più sensi.

Cesare Trapuzzano

Espressioni con più sensi.

[I]. Le espressioni che possono avere più sensi devono, nel dubbio, essere intese nel senso più conveniente alla natura e all'oggetto del contratto.

Inquadramento

La norma detta un ulteriore criterio di interpretazione, prevedendo che, nel caso di espressioni polisense, ma i cui significati conducano tutti ad un risultato giuridicamente utile, altrimenti troverebbe applicazione l'art. 1367, ove non sia possibile sciogliere il dubbio in ragione dei criteri di interpretazione prevalenti volti a rintracciare la comune intenzione delle parti, deve farsi riferimento al senso più conveniente rispetto alla natura e all'oggetto del contratto. Secondo un filone della dottrina, il criterio ivi stabilito ha valenza oggettiva e sussidiaria (Carresi, in Tr. C.M. 1987, 545); secondo altra opinione la norma costituirebbe espressione di un primario criterio di interpretazione soggettiva, in quanto la comune volontà delle parti non può essere adeguatamente accertata se non si tiene conto della causa concreta dell'affare (Bianca, 404; Mirabelli, in Comm. Utet 1984, 280). In altri termini, in base a tale ultima ricostruzione, il richiamo alla natura (recte alla causa concreta) e all'oggetto del contratto, parametri a cui deve essere ancorata la valutazione di convenienza, importa un legame inestricabile con la comune intenzione dei contraenti, la quale non può non essere letta in ragione della causa e dell'oggetto del contratto, sicché la previsione introdurrebbe un'ulteriore criterio di interpretazione soggettiva. A tanto si è obiettato che la norma presuppone che siano già identificati natura ed oggetto del contratto e attiene ad ipotesi di dubbio (distinte dall'incertezza), con un criterio oggettivo e non soggettivo (Bigliazzi Geri, Note in tema di interpretazione secondo buona fede, Pisa, 1970, 327). Altro autore ha evidenziato che la disposizione riaffermerebbe il principio di operatività della natura contractus, alla stregua del quale ricadono nel significato del contratto le implicazioni proprie non soltanto del tipo o schema generale adottato, ma anche del tipo o schema specifico qualificato, al termine dell'interpretazione (Casella, 203).

La S.C. esclude che si tratti di un criterio di interpretazione soggettiva che consenta di valutare il comportamento dei contraenti, quale indice della loro comune intenzione, e qualifica la regola ivi stabilita come criterio ermeneutico di carattere oggettivo e sussidiario (Cass. n. 226/1964). Infatti il criterio concerne le clausole ambigue e quelle nelle quali sussiste un'involontaria inadeguatezza delle formule usate dalle parti rispetto alla realtà, sicché detta norma non riguarda tutte quelle ipotesi in cui non ricorre alcuna ambiguità e le espressioni usate rispondono pienamente alla comune intenzione dei contraenti (Cass. n. 217/1965). Quanto ai termini in cui tale criterio si sostanzia, si è affermato che la maggiore convenienza rispetto alla natura e all'oggetto dell'accordo può consentire un'interpretazione delle clausole contrattuali in ragione del principio di coerenza con l'ordinamento statale, comportante la necessità che l'accordo sia letto in coerenza con gli istituti legali su cui viene ad incidere, con il conseguente rifiuto di opzioni interpretative dirette a contraddirne le relative discipline ed a porsi in contrasto con norme inderogabili volte a tutelare interessi indisponibili, nonché in una prospettiva di realizzazione del giusto bilanciamento tra contrapposti interessi (Cass. n. 12271/2003). In presenza di due patti contrattuali, ciascuno con chiaro significato, ma fra loro contrapposti, trova applicazione il criterio ermeneutico in questione sull'interpretazione più conveniente alla natura ed all'oggetto del contratto, tenendo conto che la norma, riferendosi alle ipotesi di espressioni con più sensi, include il caso in cui un duplice senso sia evincibile, anziché dallo stesso contesto, da passi distinti del documento negoziale (Cass. n. 5754/1993).

Il campo applicativo

La norma non trova applicazione ai negozi familiari e agli atti di ultima volontà (Santoro Passarelli, 234; Grassetti, 908).

La giurisprudenza ha fatto specifica applicazione del criterio interpretativo in questione con riferimento al calcolo dell'indennità sostitutiva del preavviso spettante all'agente nel caso in cui il proponente preferisca esonerarlo dalla prestazione; esso non può avvenire alla stregua delle provvigioni versate dal proponente nell'anno precedente, in base all'uso del termine “liquidare”, che solo in senso estensivo ha il significato di “pagare”, per cui non si può considerare che l'espressione valga ad indicare in modo inequivoco il richiamo alla liquidazione del credito, dovendo invece essere riferito soltanto al suo accertamento, con la conseguenza che la determinazione delle provvigioni deve avvenire secondo il maturato, ossia in ragione di un criterio obiettivo di interpretazione più conveniente rispetto alla natura e all'oggetto del contratto (Cass. n. 5690/2007).

Bibliografia

Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Casella, Il contratto e l'interpretazione, Milano, 1961; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Costanza, Profili dell'interpretazione del contratto secondo buona fede, Milano, 1989; Galgano, Diritto civile e commerciale, II, 1, Padova, 1993; Grassetti, Interpretazione dei negozi giuridici inter vivos e mortis causa, in Nss. D.I. Torino, 1965; Messineo, Contratto, in Enc. dir., Milano, 1961; Mosco, Principi sull'interpretazione dei negozi giuridici, Napoli 1952; Oppo, Profili dell'interpretazione oggettiva del negozio giuridico, Bologna, 1943; Rizzo, Interpretazione del contratto e relatività delle sue regole, Napoli, 1985; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Scognamiglio C., Interpretazione del contratto e interessi dei contraenti, Padova, 1992.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario