Codice Civile art. 1376 - Contratto con effetti reali.Contratto con effetti reali. [I]. Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, la costituzione o il trasferimento di un diritto reale ovvero il trasferimento di un altro diritto, la proprietà o il diritto si trasmettono e si acquistano per effetto del consenso delle parti legittimamente manifestato [1472, 1476 n. 2, 1478]. InquadramentoLa norma sancisce il principio consensualistico, che vale ad individuare la categoria dei contratti ad efficacia reale. Tale principio si sostanzia nella produzione dell'effetto traslativo per effetto dello scambio legittimo dei consensi tra le parti. Esso riguarda la proprietà di una cosa determinata, i diritti di credito ovvero la costituzione di un diritto reale di godimento. In questo senso la regola trova conferma nelle previsioni degli artt. 1260 e 1470. In ragione del principio che riconduce la produzione dell'effetto reale al consenso delle parti legittimamente manifestato, il contratto realizza il risultato programmato senza la costituzione di un rapporto obbligatorio (Bianca, 502). Ciò non significa che manchi qualsiasi effetto obbligatorio consequenziale, ma tale effetto non è essenziale né strumentale rispetto al trasferimento del diritto (Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 818). Ai contratti ad efficacia reale si contrappongono i contratti ad efficacia obbligatoria, in cui l'effetto acquisitivo non avviene in base allo scambio dei consensi, ma all'esito dell'attuazione del rapporto obbligatorio che discende dal contratto. Tuttavia i casi in cui l'effetto traslativo immediato non ricorre sono così ampi e variegati nel nostro ordinamento che il rapporto tra principio consensualistico e consenso da cui discende la mera efficacia obbligatoria del contratto non è configurabile in termini di rapporto tra regola ed eccezione, bensì come concorso tra norme (Sacco, in Tr. Vas. 1975, 563). Rientra nella facoltà delle parti derogare al principio consensualistico, come si può desumere dal tenore dell'art. 1465, comma 2. In ogni caso il principio non trova applicazione con riguardo ai diritti reali di garanzia, come è dato evincere dagli artt. 2786 e 2808, comma 2 (Galgano, in Comm. S.B. 1993, 115; De Nova, in Tr. Res. 1982, 555). Anche il trasferimento di titoli di credito non costituisce contratto consensuale ad efficacia reale (Galgano, 115; contra Bigiavi, Il trasferimento dei titoli di credito, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1950, I, 1). Alla produzione dell'effetto reale seguono solo obbligazioni di natura principale o accessoria che presuppongono comunque e si innestano sul già avvenuto trasferimento del diritto (Cass. n. 1960/2008; Cass. n. 569/2008). L'immediatezza dell'effetto traslativo è preclusa quando il contratto ha per oggetto cose generiche, beni futuri, diritti altrui, cose da prestare in via alternativa o sia soggetto a condizione sospensiva (Cass. n. 9062/1994; Cass. n. 4507/1981). Il contratto che ha per oggetto il trasferimento di un bene non esattamente determinato, ma i cui elementi di identificazione risultano dall'atto stesso, produce immediato effetto traslativo (Cass. n. 5480/1991; Cass. n. 1519/1973). I contratti ad efficacia reale e ad efficacia obbligatoriaCome innanzi accennato, la figura dei contratti ad efficacia reale, in cui l'effetto realizzativo si determina in ragione dello scambio dei consensi, si distingue dalla figura dei contratti ad efficacia obbligatoria, in cui il risultato programmato dalle parti è realizzato attraverso la costituzione di un rapporto obbligatorio e dunque segue al perfezionamento del contratto mediante scambio dei consensi. In base ad un orientamento della dottrina a tale distinzione deve essere preferita quella tra contratti ad effetti traslativi immediati o differiti da un lato e contratti ad effetti obbligatori dall'altro. Attraverso i primi è compiuto il trasferimento di un diritto, reale o di credito, o la costituzione di un diritto reale limitato, con effetti immediati o differiti in base alle caratteristiche del bene trasferito e alla volontà delle parti. Sennonché i contratti ad efficacia reale differita non ricadrebbero nella categoria dei contratti ad efficacia obbligatoria. E ciò perché, ove si tratti di contratto ad efficacia reale differita, come accade per la vendita di cosa altrui o di cosa futura, il trasferimento o la costituzione del diritto si perfezionano nel momento in cui si verifica un successivo atto o fatto, ossia, con riguardo ai casi prima indicati, quando vi sia l'acquisto della cosa altrui o venga ad esistenza il bene, collegandosi il relativo effetto alla manifestazione di volontà originariamente espressa. Invece nei contratti ad efficacia obbligatoria si costituisce un diritto di credito nell'ambito di un'obbligazione, il cui contenuto è identificato dalla prestazione, ossia dal comportamento che un soggetto si impegna ad attuare, come accade ad esempio quando sia concluso un preliminare di vendita, da cui deriva l'obbligo di stipulare il definitivo (Scognamiglio, in Tr. G. S. P. 1980, 191; Mirabelli, in Comm. Utet 1984, 308). La S.C. sembra aderire alla discriminazione netta tra contratti ad efficacia reale e contratti ad efficacia obbligatoria, tra cui rientrerebbero anche i contratti ad efficacia reale differita; infatti nei contratti ad efficacia obbligatoria o obbligatori, l'effetto traslativo non è immediato e conseguente al semplice consenso delle parti legittimamente manifestato, ma è differito e fatto dipendere da ulteriori eventi (Cass. n. 25603/2011; Cass. n. 6422/2003; Cass. n. 4000/1991). L'opponibilità ai terziLa disciplina sull'opponibilità erga omnes, e in particolare la regolamentazione dei criteri di soluzione dei conflitti tra più aventi causa dallo stesso dante causa, non influisce sulla realità dell'effetto (Mirabelli in Comm. Utet, 1984,311). Si tratta di due aspetti autonomi. I criteri di soluzione dei conflitti tra più aventi causa dal medesimo dante causa sono quelli che riguardano i diritti reali sui beni mobili (art. 1155), i diritti di credito (art. 1265) e i diritti reali su beni immobili (art. 2644). In base ad altra ricostruzione invece il trasferimento consensuale sarebbe per propria natura relativo, ossia rilevante inter partes e inopponibile erga omnes (Palermo, Contratto di alienazione e titolo dell'acquisto, Milano, 1974, 30). Secondo altra impostazione la trascrizione per i beni immobili e la consegna per i beni mobili rappresenterebbero dei limiti all'efficacia reale del consenso (Tatarano, Circolazione dei diritti e accesso ai beni, Diritto privato. Una ricerca per l'insegnamento, a cura di Lipari, Bari, 1974, 435). Secondo la giurisprudenza, l'immediata efficacia traslativa del consenso opera così tra le parti come rispetto ai terzi, anche se la mutata situazione di titolarità dei beni deve essere resa conoscibile ai terzi secondo le norme in tema di opponibilità (pubblicità, consegna, notifica o accettazione) stabilite dalla legge (Cass. n. 21055/2006; Cass. n. 8415/2006; Cass. n. 1226/1999; Cass. n. 157/1999; Cass. n. 5954/1996; Cass. n. 4315/1994; Cass. n. 4565/1992). BibliografiaAlcaro, Promessa del fatto del terzo, in Enc. dir., Milano, 1988; Bavetta, La caparra, Milano, 1963; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino 1990; Cariota Ferrara, Il negozio giuridico nel diritto privato italiano, Napoli, 1949; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Cherubini, La promessa del patto del terzo, Milano, 1992; D'Avanzo, voce Caparra, in Nss. 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