Codice Civile art. 1377 - Trasferimento di una massa di cose.Trasferimento di una massa di cose. [I]. Quando oggetto del trasferimento è una determinata massa di cose, anche se omogenee, si applica la disposizione dell'articolo precedente, ancorché, per determinati effetti, le cose debbano essere numerate, pesate o misurate. InquadramentoIl contratto avente ad oggetto il trasferimento di una determinata massa di cose costituisce contratto ad efficacia reale, poiché il diritto si trasferisce immediatamente e direttamente in conseguenza del consenso legittimamente manifestato, sebbene per determinati effetti le cose debbano essere numerate, pesate o misurate (Bianca, 504). L'alienazione di massa può concernere beni fungibili, infungibili o una globalità di beni che si trovano in un certo luogo (Bianca, 504). Se nel contratto non è indicata la quantità della massa e il prezzo è per contro determinato con riferimento alla massa nel suo complesso, si nega che possa avere rilevanza, salvo che non fosse riconoscibile dalla controparte, l'errore del compratore o del venditore sulla quantità (Rubino, La compravendita, in Tr. C. M. 1952, 82). Se nel contratto non è indicata la quantità ed è stabilito sia un prezzo complessivo che un prezzo unitario, il prezzo della vendita di massa deve essere determinato a misura procedendo alla determinazione della quantità (Rubino, cit., 82). Se nel contratto è indicata la quantità della massa e il prezzo è stabilito a corpo, ha rilevanza sul prezzo un'eventuale diversa quantità della massa. L'errore sulla quantità può comportare una modifica del prezzo o anche l'annullabilità del contratto, quando il compratore dimostri che quella data quantità era essenziale (Rubino, cit., 82). Il riferimento a tutte le cose che si trovano in un certo luogo, sebbene esse possano formare oggetto globalmente considerate di atti giuridici unitari di carattere negoziale, anche con effetti reali, non importa per ciò solo che si tratti di un'universitas facti (Cass. n. 738/1964). Nella vendita avente a oggetto una massa di cose i modi e il momento di determinazione della quantità della massa e dell'ammontare del prezzo non incidono nella determinazione dell'oggetto della vendita, ancorché possano avere rilevanza sotto altri profili; ne consegue che, poiché l'oggetto della vendita è già individuato, la proprietà della massa passa al compratore in virtù del semplice consenso, e questi non è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo nel caso in cui la cosa perisca prima della consegna o comunque se la consegna diventi impossibile per causa non imputabile al venditore, in forza della regola res perit domino (Cass. n. 528/1979). In genere nella vendita di massa non rileva il divario tra quantità reale della massa alienata e quella soggettivamente prevista dai contraenti (Cass. n. 2546/1959). La massa di cose e le cose determinate solo nel genereL'alienazione di massa costituisce contratto ad efficacia reale poiché l'eventuale numerazione, pesatura o misurazione non ha una funzione di individuazione dell'oggetto del contratto, il quale è già determinato nel momento in cui il contratto è concluso. Piuttosto le operazioni indicate hanno un valore ricognitivo di un oggetto sufficientemente delimitato. Diversamente la vendita di cose determinate solo nel genere è contratto ad efficacia obbligatoria, poiché l'individuazione ha la funzione di determinare l'oggetto del contratto. Secondo la S.C. nella vendita di una determinata massa di cose le merci, siano o meno omogenee, sono considerate nel loro complesso come un'individualità, senza avere riguardo al peso, al numero e alla misura, e sono trasferite per un prezzo unico; nella vendita di cose determinate solo nel genere le merci sono individuate a peso, numero o misura e il prezzo è stabilito in relazione a determinate singole quantità (Cass. n. 3686/1954; Cass. n. 988/1951). BibliografiaAlcaro, Promessa del fatto del terzo, in Enc. dir., Milano, 1988; Bavetta, La caparra, Milano, 1963; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino 1990; Cariota Ferrara, Il negozio giuridico nel diritto privato italiano, Napoli, 1949; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Cherubini, La promessa del patto del terzo, Milano, 1992; D'Avanzo, voce Caparra, in Nss. D.I., Torino, 1958; De Nova, Clausola penale e caparra, in Dig. civ., Torino, 1988; Di Majo, Recesso unilaterale e principio di esecuzione, in Riv. dir. comm., II, Padova, 1963; Franzoni, Il contratto e i terzi, I contratti in generale, a cura di Gabrielli, 1, II, Torino, 2006; Funaioli, voce Divieto di alienazione (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1964; Gabrielli, Vincolo contrattuale e recesso unilaterale, Milano, 1985; Gazzoni, Equità e autonomia privata, Milano, 1970; Luminoso, Il mutuo dissenso, Milano, 1980; Magazzù, Clausola penale, Enc. dir., Milano, 1960; Marini, La clausola penale, Napoli, 1984; Mazzarese, Le obbligazioni penali, Padova, 1990; Messineo, voce Contratto, in Enc. dir., Milano, 1961; Messineo, voce Contratti nei rapporti con il terzo, in Enc. dir., Milano, 1962; Natoli, Il conflitto di diritti e l'art. 1380, Milano, 1950; Rescigno, voce Contratto, in Enc. giur., Roma, 1988; Rodotà, Le fonti di integrazione del contratto, Milano, 1969; Roppo, Il contratto, Milano, 2001; Sangiorgi, voce Recesso, in Enc. giur., Roma, 1991; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Scalfi, La promessa del fatto altrui, Milano-Varese, 1955; Trimarchi, La clausola penale, Milano, 1954; Trimarchi, voce Caparra, in Enc. dir., Milano, 1960; Zoppini, La pena contrattuale, Milano, 1991. |