Codice Civile art. 1401 - Riserva di nomina del contraente.

Cesare Trapuzzano

Riserva di nomina del contraente.

[I]. Nel momento della conclusione del contratto [1326] una parte può riservarsi la facoltà di nominare successivamente la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso [583 c.p.c.].

Inquadramento

Attraverso la figura del contratto per persona da nominare una delle parti, ossia lo stipulante, si riserva la facoltà di indicare entro il termine legale o convenzionale altra persona, ossia il beneficiario, quale parte sostanziale del contratto. Sicché nella fattispecie tipica, mediante la comunicazione della dichiarazione di nomina al committente, il terzo diviene parte sostanziale del contratto in sostituzione dello stipulante, acquistando con effetto retroattivo diritti ed obblighi derivanti dal contratto. La figura è generalmente ascritta nell'ambito dei procedimenti a formazione progressiva del contratto (Messineo, in Tr. C. M.,  1968, 479). Il contratto si perfeziona prima della dichiarazione di nomina, non essendovi incertezza giuridica sull'esistenza di un contraente ed essendo già determinati tutti gli elementi oggettivi. In pendenza del termine entro il quale può essere fatta la dichiarazione di nomina lo stipulante è investito di ogni diritto ed obbligo derivante dal contratto. Mediante la dichiarazione di nomina lo stipulante può realizzare indifferentemente a favore dell'eletto un'attribuzione patrimoniale a titolo oneroso o gratuito (Graziadei, 262). Non rientra nel contratto per persona da nominare il contratto di compravendita immobiliare stipulato per scrittura privata, in cui si prevede che l'acquirente possa indicare un altro soggetto come ulteriore acquirente nell'atto pubblico che le parti si impegnano a redigere, a fronte di un effetto traslativo già determinatosi con la scrittura (Graziadei, 262; De Nova, in Tr. Res.,1982, 413). Un'applicazione particolare del contratto per persona da nominare si riscontra in tema di mediazione nell'art. 1762.

Anche secondo la S.C. nel contratto per persona da nominare il terzo designato subentra nel contratto per effetto della nomina e della sua contestuale accettazione e quindi acquista i diritti ed assume gli obblighi già facenti capo al contraente originario con effetto retroattivo, dovendo considerarsi fin dall'origine parte contraente (Cass. n. 8868/2014; Cass. n. 7217/2013; Cass. n. 23066/2009; Cass. n. 3115/1995). La riserva della nomina del terzo determina una parziale indeterminatezza soggettiva del contratto, ovvero una fattispecie di contratto a soggetto alternativo (Cass. n. 8410/1998). La semplice clausola, con la quale in un contratto stipulato per scrittura privata l'acquirente di un immobile si riserva la facoltà di richiedere che l'atto pubblico di trasferimento venga concluso successivamente in un tempo determinato con altro soggetto, non può essere inquadrata nel contratto per persona da nominare, essendo diretta alla rivendita dell'immobile ed al fine di sottrarre i trasferimenti intermedi agli oneri fiscali (Cass. n. 1003/1970; Cass. n. 3570/1968). Sulla riconduzione della fattispecie dell'art. 1762 al contratto per persona da nominare si è espressa anche la giurisprudenza (Cass. n. 1762/1966).

La struttura del contratto per persona da nominare

Secondo un primo orientamento la figura del contratto per persona da nominare deve essere ricostruita unitariamente e deve essere inquadrata nell'istituto della rappresentanza in incertam personam o innominata (Mirabelli, in Comm. Utet,  1984, 409; Santoro Passarelli, 293; Visintini, in Comm. S.B.,  1993, 341); sicché lo stipulante deve essere considerato come rappresentante, con o senza procura, del nominato; il vincolo a suo carico, in caso di mancata nomina o di nomina inefficace, è la conseguenza del suo comportamento iniziale, in cui manca la contemplatio domini, e del mancato efficace esercizio della facoltà riservatagli (Carresi, 130). In chiave critica è stato evidenziato che, a differenza della rappresentanza per persona incerta, lo stipulante è parte sostanziale del rapporto, salva la possibilità di farsi sostituire da un terzo con effetto retroattivo (Bianca, 135); ed infatti al momento della stipula del contratto difetta la spendita del nome di un dominus già certo e noto (Messineo, in Tr. C. M.,  1968, 505). In ragione di altra impostazione attraverso il ricorso alla figura del contratto per persona da nominare sono contemplati in realtà due contratti: il primo tra promittens e stipulans, con efficacia immediata, ma sottoposto alla condizione risolutiva dell'electio amici; il secondo, in fieri, tra eligendus e promittens, destinato a perfezionarsi con l'electio; questo secondo contratto dovrebbe considerarsi concluso a mezzo di rappresentante, ossia lo stipulans, tramite — da un lato — una contemplatio domini in incertam personam, atteso che lo stipulans potrebbe nominare anche una persona diversa dall'eventuale mandante, e — dall'altro — una procura o ratifica (Enrietti, 1950, 138). Gli aderenti a questa lettura dell'istituto sostengono che si tratta di contratto doppiamente condizionato alla nomina: essa funge da condizione risolutiva dell'acquisto dello stipulante e da condizione sospensiva dell'acquisto dell'eligendo (Di Cesare, Il contratto per persona da nominare: sintesi ed un'ipotesi di costruzione, in Vita not.,  1983, 735; Stolfi, La conclusione dei contratti per persona da dichiarare, in Riv. dir. civ.,  1925-26, 537). In base ad altra opinione la riserva di nomina deve essere qualificata in termini di autorizzazione, volta a rendere efficace la nomina verso l'autorizzante, ossia il promittens, sempre che questa sia efficace rispetto al terzo (Bianca, 135; Gazzoni, 229). Pertanto nella prospettiva della valorizzazione dell'aspetto funzionale del negozio il contratto per persona da nominare è ricostruito come una figura negoziale in cui uno dei soggetti rimane immutato, mentre l'altro è alternativo o fungibile, nel senso che dopo la conclusione può al contraente originario sostituirsene un altro — per volontà e scelta di costui —, il quale prende il posto dell'originario, con attribuzione degli effetti contrattuali (Messineo, in Tr. C. M.,  1968, 508; Patti, Contratto preliminare per persona da nominare, in Riv. not.,  2001, 6, 1348).

Alcuni arresti della giurisprudenza inquadrano l'istituto nell'ambito del fenomeno rappresentativo (Cass. n. 9301/1987; Cass. n. 5777/1983; Cass. n. 1807/1959). Altri arresti esaltano l'aspetto funzionale del contratto con soggetto alternativo (Cass. n. 8410/1998; Cass. n. 55/1976).

L'aggiunta di un nuovo soggetto

Rientra nello schema del contratto per persona da nominare, non solo l'ipotesi in cui i contraenti prevedano la sostituzione di uno di essi con altro soggetto, ma anche l'ipotesi in cui un altro soggetto si aggiunga ai contraenti originari (Graziadei, 265; Carresi, 136). Lo stipulante può aggiungere a sé altro soggetto anche in assenza di un'espressa riserva di nomina a ciò rivolta. Infatti, affinché possa operare un divieto di eventuale nomina di più soggetti, vi deve essere una statuizione espressa contenuta nel contratto (contra  De Nova, in Tr. Res.,  1982, 412).

Per converso la S.C. nega che sia conciliabile con il contratto per persona da nominare la circostanza che i contraenti prevedano, non soltanto la sostituzione di uno di essi con altro soggetto, ma anche la possibilità che questi si aggiunga ai contraenti originari (Cass. n. 463/1975).

La capacità e la legittimazione

Poiché lo stipulante assume la veste di parte sostanziale e formale del contratto è allo stesso che occorre riferirsi con riferimento all'esistenza dei requisiti di capacità al momento della stipulazione del contratto per persona da nominare. Qualora non sussista la capacità di agire dello stipulante, il contratto è invalido ab origine e quindi non può produrre i suoi effetti neanche quando la causa d'invalidità non inerisca alla persona che sia nominata e accetti (Enrietti, 1950, 242). Tuttavia se lo stipulante incapace legale scioglie la riserva, colui che è stato nominato e che abbia accettato non può invocare l'incapacità dello stipulante per sottrarsi agli impegni assunti (Carresi, 133; Bianca, 139). Secondo altra tesi solo ove lo stipulante non effettui l'electio amici si applicheranno le norme proprie dei contratti conclusi dagli incapaci legali; sicché la nomina di un soggetto capace di agire sanerebbe il vizio originario dell'atto, dipendente dall'incapacità dello stipulante (Carresi, 133). È sufficiente che il nominato sia persona capace di agire al momento della nomina o dell'accettazione, non già sin dal momento della stipulazione del contratto (Bianca, 138; contra  Enrietti, 1959, 675; Gazzoni, 236; Visalli, Natura giuridica del contratto per persona da nominare, in Foro it.,  1960, I, 1394). Con riferimento alla legittimazione quando un contratto per il suo oggetto non può essere stipulato se non da un determinato soggetto, non è possibile la conclusione del contratto con riserva di nomina, né quando lo stipulante sia un soggetto diverso dal legittimato, né quando lo stipulante sia il legittimato (Carresi, 133).

In giurisprudenza si afferma che non è richiesto che all'atto della stipulazione la persona da nominare sia già esistente, essendo invece tale esistenza necessaria solo nel successivo momento della designazione, in virtù della quale il terzo nominato subentra nei diritti ed obblighi assunti dall'originario contraente (Cass. n. 6405/2006). Ancora si ritiene che, ove per la conclusione del contratto sia richiesta una particolare legittimazione della parte, non è ammissibile la riserva di nomina (Cass. n. 251/1951).

Il campo applicativo

La clausola di riserva di nomina a favore dello stipulante è compatibile tanto con i contratti ad efficacia reale quanto con i contratti ad efficacia obbligatoria, tanto con i contratti definitivi quanto con i contratti preliminari (De Matteis, La contrattazione preliminare per soggetto da determinare, in Nuova giur. civ. comm.,  1989, II, 427). Quanto alla riserva di nomina inserita in un preliminare, essa può essere riferita allo stesso preliminare, in ordine ai diritti e agli obblighi da esso derivanti, o può riguardare la stipulazione del definitivo per sé o per persona da nominare; nel primo caso il termine per la dichiarazione di nomina decorre dalla stipulazione del preliminare, nel secondo dalla stipulazione del definitivo (Graziadei, 264). Non è ammissibile avvalersi, ai fini della denuntiatio da inviare al prelazionario nella prelazione agraria, di un preliminare per persona da nominare, poiché l'incertezza sull'identità del promissario acquirente non rende esercitabile in modo pieno il diritto di preferenza spettante al destinatario (Graziadei, 261). La clausola di riserva di nomina è invalida quando la persona del contraente assume rilevanza per legge ovvero quando la persona dell'electus non è fungibile (Graziadei, 262; Bianca, 138; De Nova, in Tr. Res.,  1982, 411). Secondo un autore la clausola di riserva può essere inserita in un contratto fondato sull'intuitus personae, se lo stipulante si impegna a designare un soggetto avente le caratteristiche predeterminate nel contratto (Carresi, 134). La fattispecie del contratto per persona da nominare non può concernere i contratti con obbligazioni a carico di una sola parte, il contratto di assicurazione, i contratti di secondo grado modificativi o estintivi di un precedente rapporto, i contratti aventi ad oggetto un bene determinato (Carresi, 134), i negozi giuridici a contenuto non patrimoniale o che non ammettono l'intervento di rappresentanti (De Nova, in Tr. Res.,  1982, 411). In senso contrario però un autore ritiene compatibile la riserva di nomina anche nella vendita ad efficacia reale, quand'anche la riserva riguardi l'alienante; e ciò perché l'ammissibilità nell'ordinamento della vendita di cosa altrui dovrebbe giustificare anche la riserva di nomina del proprietario da parte dell'alienante (Bianca, 138). Il contratto con la relativa facoltà di nomina è trasmissibile mortis causa (Carresi, 129) o per atto inter vivos attraverso una cessione del contratto, senza che sia necessario il consenso del promittente ceduto (Visintini, in Comm. S.B.,  1993, 352).

La clausola di riserva di nomina può essere contenuta in un'opzione, potendo l'accettazione dell'opzione provenire entro il termine stabilito sia dal contraente originario sia dalla persona nominata (Cass. n. 11296/1998; Cass. n. 4901/1987). La figura è invece incompatibile con il regime stabilito per la prelazione agraria, per l'incertezza che esso comporta in ordine al soggetto acquirente e per il disorientamento che provoca nel coltivatore, cui non vengono prospettati elementi sicuri ed immutabili di valutazione (Cass. n. 751/1991; Cass. n. 7392/1990; Cass. n. 1651/1987; Cass. n. 634/1986; Cass. n. 658/1985; Cass. n. 3272/1983). La S.C. ammette che la riserva della facoltà di nomina del contraente possa essere contenuta anche in un contratto di vendita con effetti immediatamente traslativi (Cass. n. 6050/1995; Cass. n. 41/1971), purché la riserva riguardi il compratore (Cass. 1807/1959). La clausola di riserva può essere apposta ad una permuta ad effetti obbligatori ma non ad effetti reali (Cass. n. 4864/1980). È incompatibile con il contratto di transazione (Cass. n. 2617/1956).

L'efficacia del contratto in pendenza della nomina

Il codice non disciplina espressamente il rapporto tra promittente e stipulante prima della dichiarazione di nomina. Secondo la tesi prevalente il contratto produce effetti tra le parti originarie; non è tuttavia escluso che la riserva di nomina conduca, in sede di interpretazione del contratto, ad accertare la volontà delle parti di sospenderne temporaneamente gli effetti (Bianca, 137; De Nova, in Tr. Res.,  1982, 410; Enrietti, 1959, 672). L'immediata efficacia del contratto deve essere coordinata con la natura interinale della situazione che discende dal contratto (Graziadei, 264). Secondo altra ricostruzione l'inserzione della clausola di riserva determina uno stato di pendenza del rapporto contrattuale dalla stipulazione dell'atto sino all'entrata in vigore del disposto assetto di interessi, ossia un differimento degli effetti negoziali (Carresi, 132; Visintini, in Comm. S.B.,  1993, 362). Lo stipulante, prima della nomina, è proprietario della cosa acquistata e come tale subisce gli effetti del caso fortuito: se nel frattempo la cosa perisce per causa non imputabile all'alienante, lo stipulante è ugualmente obbligato ad eseguire la controprestazione (Visalli, cit., 1395; Enrietti, 1959, 671; contra Gazzoni, 237; Carresi, 132). Inoltre se con il contratto il promittente aliena un bene determinato, esso entrerà nel patrimonio dello stipulante sebbene i creditori di quest'ultimo possano soddisfarsi sul bene solo in quanto la riserva di nomina non sia loro opponibile ex art. 2914 (Bianca, 137; De Nova, in Tr. Res.,  1982, 410; Enrietti, 1950, 273). In ogni caso il soddisfacimento dei creditori dello stipulante rimane subordinato al consolidamento del contratto in capo al medesimo stipulante (Graziadei, 252). I creditori dello stipulante possono compiere atti conservativi sui beni oggetto del contratto; inoltre sugli stessi beni possono iscrivere ipoteca giudiziale, pur ammettendosi che, se lo stipulante si avvale della riserva di nomina, l'electus acquista la proprietà dei beni libera da qualsiasi vincolo che siasi nel frattempo potuto costituire su di essi (Enrietti, 1950, 273).

Il contratto per persona da nominare, malgrado la surrogazione di un soggetto diverso alla persona dello stipulante, si perfeziona in tutti i suoi elementi oggettivi prima della dichiarazione di nomina, la quale ha l'effetto di fare acquistare ex tunc all'eletto la qualifica di soggetto negoziale, nonché tutti i relativi diritti ed obblighi (Cass. n. 6885/1994; Cass. n. 1998/1981, in Giust. civ.,  1981, I, 1605, con nota di Triola; Cass. n. 338/1964).

La legittimazione processuale

La legittimazione attiva e passiva in ordine alla proposizione delle azioni di annullamento e rescissione spetta, in ragione del momento rilevante per la proposizione di tali domande, allo stipulante o all'eletto: al primo fino a quando non sia avvenuta l'electio, al secondo dal momento della nomina. Il termine entro il quale il nominato deve esperire l'azione di annullamento o di rescissione decorre dal momento in cui lo stipulante ha effettuato l'electio, nonostante l'efficacia retroattiva di quest'ultima, e ciò sia perché solo da tale momento il nominato può esercitare i relativi diritti, ai sensi dell'art. 2935, sia per assicurare la parità di trattamento tra le parti (Graziadei, 265; Enrietti, 1959, 678). In questa prospettiva anche il promittente deve beneficiare delle stesse condizioni, sicché anche per lui solo dalla nomina decorreranno i termini per promuovere tali azioni (Carresi, 137). Viceversa ove lo stipulante non effettui la nomina o questa avvenga non validamente, il termine per l'esperimento dell'impugnativa decorre dal giorno in cui il contratto è stato stipulato (Carresi, 137).

Anche la giurisprudenza chiarisce che, poiché nel contratto per persona da nominare la nomina del terzo dà luogo ad un contratto con effetti diretti fra l'altro contraente (promittente) e il soggetto designato, al quale fa acquisire, con effetto retroattivo, in luogo della parte originaria (stipulante), la qualità di soggetto negoziale, spetta al nominato la legittimazione all'impugnazione nella controversia avente ad oggetto i diritti e gli obblighi di cui è divenuto titolare (Cass. n. 14460/2002).

La distinzione da altre figure negoziali

Il contratto per persona da nominare si distingue dal contratto per conto di chi spetta; in quest'ultimo chi stipula il contratto agisce espressamente in nome e per conto altrui e non diventa in nessun caso parte del contratto (De Nova, in Tr. Res.,  1982, 412; Messineo, in Tr. C. M.,  1968, 507). Nella figura del contratto per conto di chi spetta si verte in fattispecie assimilabili a quella del contratto a favore di terzo, ovvero la determinazione della persona diversa dal contraente, che sarà parte sostanziale del rapporto, dipenderà da una circostanza oggettiva e non da un'electio. Nell'ipotesi di determinazione della parte in dipendenza di circostanze oggettive, che si riferisce propriamente al contratto per conto di chi spetta, si ricade in un fenomeno di contemplatio domini in incertam personam (Bianca, 130). Altro autore qualifica la figura del contratto per conto di chi spetta come contratto per relationem, fonte di un'obbligazione propter rem (Carresi, 134).

Distinzioni nette ricorrono anche con le figure della cessione del contratto e del contratto a favore di terzo. Attraverso l'electio amici il nominato assume la posizione di parte con effetto retroattivo mentre nel caso di cessione del contratto la posizione contrattuale si trasferisce dal cedente al cessionario con effetto dal momento della cessione (Cass. n. 891/1981). Nel contratto per persona da nominare la persona nominata sulla scorta della riserva assunta diviene parte del contratto, acquistando i diritti e gli obblighi che da esso derivano sin dall'origine, mentre nel contratto a favore di terzo lo stipulante contrae in nome proprio ma a vantaggio del terzo, che non diviene parte del contratto neanche successivamente all'accettazione (Cass. n. 3115/1995; Cass. n. 891/1981; Cass. n. 482/1963); inoltre nel primo la nomina del terzo è solo eventuale, rappresentando essa l'esercizio di una facoltà della parte che tale nomina si è riservata e può pertanto anche non esercitare, con la conseguenza che, in caso di nomina mancata, invalida o intempestiva, il contratto produce i suoi effetti fra i contraenti originari, mentre nel secondo la stipulazione a favore del terzo deve essere necessariamente prevista nel contratto, che produrrà effetti nei confronti del terzo (salvo che non intervengano la revoca della stipulazione o il rifiuto di profittarne), con la conseguenza che il terzo nel contratto previsto dall'art. 1411 deve essere sempre determinato o determinabile (Cass. n. 23125/2019; Cass. n. 10403/2002). Tuttavia si ritiene che in un contratto preliminare di compravendita per sé o per persona da nominare, la modifica del soggetto destinato ad acquistare la proprietà del bene può essere realizzata sia prevedendosi l'ingresso della persona nominata nello stesso rapporto contrattuale sorto con la conclusione del contratto preliminare, così che la persona nominata si sostituisca al contraente originario con efficacia dal momento della stipulazione, sia prevedendosi l'acquisto in capo alla persona nominata del mero diritto alla prestazione dovuta dal promittente venditore, senza che vi sia, cioè, mutamento delle originarie parti stipulanti (Cass. n. 3328/2002). Il preliminare si presta a realizzare già al momento della sua stipulazione o in vista della stipulazione del definitivo sia la figura del contratto per persona da nominare sia la figura della cessione del contratto sia la figura del contratto a favore di terzo; il relativo inquadramento dipende dal modo in cui le parti hanno regolamentato il relativo assetto di interessi (Cass. n. 21576/2019Cass. n. 14105/2012; Cass. n. 13923/2002; Cass. n. 2570/1995).

Il regime fiscale

Secondo la legislazione fiscale il rispetto del termine di 3 giorni per la comunicazione della nomina è imprescindibile affinché il contratto per persona da nominare possa essere considerato come un'unica operazione e non come due contratti, conclusi rispettivamente tra il promittente e lo stipulante e tra quest'ultimo e l'eletto (De Nova, in Tr. Res.,  1982, 418). E ciò ai sensi dell'art. 32 d.P.R. n. 131/1986, che stabilisce, quale condizione per il pagamento dell'imposta di registro in misura fissa, che la dichiarazione di nomina sia esercitata nelle forme dovute entro 3 giorni dalla data del contratto.

Anche secondo la S.C. l'atto di trasferimento contenente la clausola per persona da nominare è soggetto alla normale imposta di registro, mentre il successivo atto di nomina, se ha i requisiti di forma e di tempo richiesti dall'art. 58 d.P.R. n. 131/1986 (legge di registro), viene sottoposto alla sola tassa fissa. Peraltro con la dichiarazione di nomina il soggetto nominato acquista, con effetto retroattivo, i diritti e gli obblighi contrattuali, onde come parte diviene soggetto passivo dell'imposta ed è tenuto al pagamento dell'imposta sull'atto cui la dichiarazione di nomina si riferisce (Cass. n. 133/1969; Cass. n. 2224/1968).

Bibliografia

Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carresi, Contratto per persona da nominare, in Enc. dir., Milano, 1962; Cataudella, I contratti. Parte generale, Torino, 2014; Enrietti, Il contratto per persona da nominare, Torino, 1950; Enrietti, Contratto per persona da nominare, in Nss. D.I., Torino, 1959; Gazzoni, Contratto per persona da nominare, in Enc. giur., Roma, 1988; Graziadei, Contratto per persona da nominare, in Dig. civ., Torino, 1989; Lazzara, Il contratto per persona da nominare, Milano, 1965; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985.

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