Codice Civile art. 1409 - Rapporti fra contraente ceduto e cessionario.

Cesare Trapuzzano

Rapporti fra contraente ceduto e cessionario.

[I]. Il contraente ceduto può opporre al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto, ma non quelle fondate su altri rapporti col cedente, salvo che ne abbia fatto espressa riserva al momento in cui ha consentito alla sostituzione.

Inquadramento

Il ceduto può far valere nei confronti del cessionario i diritti che avrebbe potuto far valere nei confronti del cedente in base al contratto ceduto. Sono invece esclusi i diritti che per diversa causa avrebbe potuto far valere contro il cedente, salvo esplicita riserva di far valere anche tali diritti, assunta al momento della manifestazione del consenso alla sostituzione. Il ceduto può esercitare verso il cessionario non solo i diritti di credito ma tutti i poteri inerenti alla sua posizione contrattuale (Bianca, 684). Per altro verso, in conseguenza della successione realizzatasi con la cessione del contratto, anche il cessionario acquista non soltanto i crediti e i debiti derivanti dal contratto, ma il complesso dei diritti potestativi, azioni, aspettative che sono connesse alla qualifica di parte contrattuale, ivi compresi i poteri di richiedere l'annullamento, la rescissione, la risoluzione del contratto, di sollevare eccezioni, di recedere, di far valere la clausola compromissoria e i patti speciali (De Nova, in Tr. Res., 1982, 553; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 429; Carresi, 105). Le parti non possono stabilire l'opponibilità da parte del cessionario nei confronti del ceduto di eccezioni derivanti da rapporti diversi con il cedente (Clarizia, 127; Zaccaria, 274). Quest'eventualità infatti forzerebbe la ratio dell'istituto e amplierebbe indebitamente le facoltà spettanti al cessionario rispetto a quelle che competono al ceduto, il quale può avvalersi dei soli poteri già rientranti nell'originario contratto, a garanzia della stabilità della sua posizione, senza aggiungere poteri o prerogative nuove. Altri autori giungono alla medesima conclusione sostenendo che i limiti alle eccezioni opponibili, espressamente stabiliti dalla norma per il solo ceduto, valgono anche per il cessionario (Carresi, 92; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 429). Sul punto si è rilevato che il cessionario non subentra al cedente soltanto nei rapporti, bensì anche nella stessa fonte regolatrice dello svolgimento e dell'esecuzione di tali rapporti (Andreoli, 8). In base ad altra opinione i diritti potestativi attinenti alla fase genetica di richiedere l'annullamento e la rescissione non si trasmettono al cessionario, attesa la nuova valutazione che questi compie dell'attivo e del passivo che acquista (Cicala, 897). Con riferimento ai diritti potestativi che nascono nella fase funzionale del contratto, ossia i diritti volti ad ottenere la risoluzione, le eccezioni di inadempimento, di sospensione dell'esecuzione, il recesso, si ritiene che il cessionario ne divenga titolare non perché si siano trasferiti per effetto della cessione del contratto, ma perché essi sono strumentali alle obbligazioni sinallagmatiche in cui è subentrato (Cicala, 896). Ove si aderisca alla tesi secondo cui in caso di consenso preventivo o successivo del ceduto, il contratto di cessione abbia struttura bilaterale, rimanendone estraneo il ceduto si evidenzia che il ceduto non può far valere le eccezioni concernenti il negozio di trasferimento, salva in ogni caso l'esperibilità dell'azione di nullità (Clarizia, 130; Zaccaria, 276). Medesima conclusione vale per il rapporto cessionario-ceduto (Clarizia, 130; Zaccaria, 277).

In conseguenza del subingresso al cedente del cessionario il contraente ceduto conserva tra gli altri poteri nei confronti del cessionario, quello di chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento, da valutarsi con riguardo al nuovo soggetto subentrato nella posizione contrattuale del cedente, con assunzione dei relativi obblighi, e di conseguenza senza che il successivo fallimento del cedente, ormai estraneo al rapporto, possa comportare limiti in relazione ai poteri conferiti al curatore (Cass. n. 6362/1987). Si ritiene che tra i diritti che si trasferiscono al cessionario vi è anche quello di impugnare il contratto stipulato dal rappresentante in conflitto d'interessi con il rappresentato (App. Palermo 30 maggio 1957).

Bibliografia

Alpa-Fusaro, Cessione del contratto, in Dig. civ., Torino, 1989; Andreoli, La cessione del contratto, Padova, 1951; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carresi, La cessione del contratto, Milano, 1957; Cicala, Il negozio di cessione del contratto, Napoli, 1962; Clarizia, La cessione del contratto, Milano, 1992; Natoli, La cessione del contratto mediante girata, in Banca borsa tit. cred., Milano, 1951; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Zaccaria, Cessione del contratto e garanzia della sua validità, in Riv. dir. civ., Padova, 1985.

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