Codice Civile art. 1410 - Rapporti fra cedente e cessionario.InquadramentoIl cedente è tenuto soltanto a garantire al cessionario la validità del contratto. Per un filone della dottrina si tratterebbe di una conseguenza naturale della cessione (Carresi, 92). Peraltro il cessionario può invocare tale garanzia solo se sia in buona fede, ossia solo se al tempo della cessione ignorava la causa di invalidità del contratto ceduto senza colpa grave (Zaccaria, 283). Il cedente tenuto alla garanzia di validità del contratto risponde pertanto ove questo sia inesistente, nullo, annullabile, rescindibile, risolvibile (per una causa antecedente alla cessione e non conosciuta dal cessionario), venuto meno per l'avveramento di una condizione risolutiva (non conosciuta dal cessionario) ed anche inefficace, se la cessione è a titolo oneroso (Clarizia, 143; Bianca, 683; Zaccaria, 286). In senso contrario altro autore rileva che la garanzia dell'efficacia del contratto è sempre dovuta, poiché la cessione non può mai configurarsi come contratto a titolo gratuito (Carresi, 92). Per converso si ritiene che, qualora la cessione sia a titolo gratuito, la garanzia sia limitata alle ipotesi di evizione a carico del donatario (Bianca, 683; Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 430). La garanzia è esercitabile nel caso di caducazione del contratto ceduto, indipendentemente dalla conoscenza o dall'imputabilità del vizio al cedente (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 430; contra Carresi, 87; Clarizia, 144). Ove il contratto ceduto sia inesistente o nullo, il consenso del cedente e del ceduto alla cessione potrebbe valere sia come rinnovato consenso al perfezionamento del contratto ceduto sia come simulazione del trasferimento, precludendo in entrambi i casi l'operatività della garanzia; e ciò perché nel primo caso all'inesistenza o invalidità originaria del contratto subentra un nuovo contratto, avente lo stesso oggetto, non affetto dai vizi del precedente contratto e concluso contestualmente alla cessione, mentre nel secondo la simulazione non è opponibile al cessionario, quale terzo di buona fede che ha acquistato diritti dal titolare apparente (Clarizia 145). Qualora il contratto ceduto sia annullabile il consenso del cedente e del ceduto alla cessione potrebbe valere come tacita convalida del contratto (Carresi, 90; Cicala, 110; Clarizia, 146; Zaccaria, 294; contra Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 387). Qualora la cessione non integri le condizioni per la convalida certamente il cessionario potrà far valere la garanzia nell'ipotesi in cui legittimato ad impugnare il contratto annullabile già prima della cessione sia il ceduto; ma ove legittimato prima della cessione fosse stato il cedente, una parte della dottrina dubita che siffatto diritto potestativo, inerente alla fase genetica del negozio, si trasmetta al cessionario (Clarizia, 147). Medesime conclusioni valgono cin riferimento all'operatività della garanzia ove il contratto oggetto di cessione sia rescindibile (Clarizia, 147). Qualora abbia costituito oggetto della cessione un contratto altrui la norma sulla garanzia non trova applicazione; piuttosto il cessionario potrà fare ricorso ai rimedi di cui agli artt. 1478 e 1479 (Clarizia, 152; Zaccaria, 308). La garanzia di cui alla norma non opera neanche quando il cessionario rimanga soccombente di fronte ad altro cessionario, a cui sia stato ceduto lo stesso contratto, ma che abbia ricevuto per primo la notifica o abbia accettato per primo; in questo caso si configura l'esistenza di una responsabilità aquiliana del cedente (Clarizia, 153; Zaccaria, 312). La garanzia di validità cui è tenuto il cedente verso il cessionario può essere convenzionalmente esclusa in analogia con il disposto dell'art. 1266, comma 1, rimanendo comunque il cedente obbligato per il fatto proprio (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 431; Scognamiglio, in Tr. G. S.-P., 1980, 212). La garanzia di validità del contratto ceduto comporta la responsabilità contrattuale del cedente, che risponderà per la lesione dell'interesse positivo; non si applica quindi la disciplina dell'art. 1338, ma quella propria dell'inadempimento (Alpa-Fusaro, 346; Bianca, 683). Secondo altro autore la responsabilità per l'inadempimento non può essere graduata in base al fatto che per la cessione sia stato pattuito un prezzo o meno (Carresi, 92). Il contenuto della garanzia muta in ragione dell'incidenza che si intenda attribuire all'invalidità del contratto ceduto sulla validità del contratto di cessione: a fronte delle teorie che ritengono che l'invalidità o l'inesistenza del contratto ceduto non determina l'invalidità della cessione, che ha una propria autonoma causa (Zaccaria, 290), si prospettano le teorie opposte, secondo cui tale invalidità o inesistenza determina la nullità della cessione per mancanza dell'oggetto ovvero la possibilità di risoluzione per eccessiva onerosità, venendo a difettare il presupposto della cessione (Cicala, 900). A cessione avvenuta (o contestualmente alla stessa) il cessionario ed il contraente ceduto possono accordarsi fra loro per apportare delle modifiche al contenuto del contratto originario, restando, in assenza di tale accordo, immutato il contenuto del contratto originario (Cass. n. 16635/2003; Cass. n. 12576/1995). La garanzia dell'adempimentoSe nella cessione del contratto il cedente assume nei confronti del cessionario la garanzia dell'adempimento del contratto ceduto, risponde come fideiussore in ordine alle obbligazioni cui è tenuto il contraente ceduto. L'assunzione di tale obbligazione secondo alcuni configura una clausola accessoria del contratto principale (Carresi, 79); secondo altri integra un negozio autonomo e distinto (Clarizia, 156). Il richiamo alla posizione del fideiussore comporta la responsabilità solidale del cedente con il ceduto, ai sensi dell'art. 1944, nei limiti della somma capitale, degli accessori e delle spese (Briganti, Cessione del contratto, in Enc. giur., 1988, 10). La prova della pattuizione della garanzia per l'adempimento potrebbe essere desunta dalla circostanza che il cedente abbia fatto insistenti pressioni sul ceduto per indurlo ad adempiere le prestazioni contrattuali (App. Firenze 9 ottobre 1951). BibliografiaAlpa-Fusaro, Cessione del contratto, in Dig. civ., Torino, 1989; Andreoli, La cessione del contratto, Padova, 1951; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Carresi, La cessione del contratto, Milano, 1957; Cicala, Il negozio di cessione del contratto, Napoli, 1962; Clarizia, La cessione del contratto, Milano, 1992; Natoli, La cessione del contratto mediante girata, in Banca borsa tit. cred., Milano, 1951; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1985; Zaccaria, Cessione del contratto e garanzia della sua validità, in Riv. dir. civ., Padova, 1985. |