Codice Civile art. 1416 - Rapporti con i creditori.Rapporti con i creditori. [I]. La simulazione non può essere opposta dai contraenti ai creditori del titolare apparente che in buona fede hanno compiuto atti di esecuzione sui beni che furono oggetto del contratto simulato [2910 ss.]. [II]. I creditori del simulato alienante possono far valere la simulazione che pregiudica i loro diritti, e, nel conflitto con i creditori chirografari del simulato acquirente, sono preferiti a questi, se il loro credito è anteriore all'atto simulato. InquadramentoLa norma detta i criteri di soluzione dei conflitti che conseguono alla conclusione di un contratto simulato, facendo specifico riferimento alla figura dei creditori. Segnatamente nel comma 1 è data prevalenza al principio di apparenza a tutela dei creditori del titolare apparente, purché essi siano in buona fede e abbiano compiuto atti di esecuzione sui beni che hanno costituito oggetto del negozio simulato (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 457; Distaso, 397). Nel comma 2 è data prevalenza al principio di realtà a tutela dei creditori del simulato alienante quando la simulazione pregiudichi i loro diritti, purché nel conflitto con i creditori del simulato acquirente ricorrano due condizioni: che i creditori del simulato acquirente non siano garantiti; che i crediti dei creditori del simulato alienante risalgano a data antecedente alla stipulazione del contratto simulato (Nuti, 105). A contrario in tale conflitto saranno preferiti i creditori del simulato acquirente muniti di garanzie e i creditori chirografari del simulato acquirente a fronte dei creditori del simulato alienante che abbiano acquistato il diritto successivamente alla stipulazione del contratto simulato, salve le regole sulla trascrizione (Bianca, 669). I creditori del titolare apparenteI creditori del titolare apparente sono tutelati quando abbiano compiuto in buona fede atti di esecuzione sui beni che hanno costituito oggetto del contratto simulato (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 406). Si ritiene che la norma si riferisca all'ipotesi in cui l'atto simulato abbia per oggetto beni mobili non registrati (Andrioli, Studi in onore di Enrico Redenti nel XL anno del suo insegnamento, Milano, 1951, 448). Al riguardo qualora soggetto passivo dell'opposizione al pignoramento sia un creditore interveniente il quale, sostituendosi al creditore negligente, chieda la vendita, e sia però a conoscenza del carattere simulato del titolo del debitore, il pignoramento rimane fermo, ma il creditore per merito del quale l'espropriazione viene effettuata non è legittimato a partecipare al riparto del prezzo; per converso, qualora l'opposizione sia proposta da un avente causa del simulato alienante, questi non deve ostentare il titolo avente data certa anteriore al pignoramento, in quanto l'art. 2914, n. 4, non è applicabile, presupponendo esso che il debitore esecutato sia l'alienante. Qualora si tratti di beni immobili o mobili registrati, la norma deve essere integrata con l'art. 2915, comma 2, sicché i creditori chirografari del titolare apparente che abbiano compiuto atti di esecuzione in buona fede prevalgono sul simulato alienante e sui suoi aventi causa soltanto se il pignoramento sia stato effettuato prima della trascrizione della domanda diretta all'accertamento della simulazione (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 406; in senso critico Pellicanò, Il problema della simulazione nei contratti, Padova, 1988, 122). Infine la simulazione non può essere opposta ai creditori ipotecari del titolare apparente quando essi abbiano proceduto all'iscrizione dell'ipoteca prima della trascrizione della domanda di simulazione, indipendentemente dal compimento di atti di esecuzione sui beni che formano oggetto dell'atto simulato; sicché la soluzione del conflitto tra creditore ipotecario del titolare apparente e il simulato alienante, i suoi aventi causa o creditori discende dall'applicazione dell'art. 1415, comma 1 (Messineo, 512). Con riferimento agli aventi causa del simulato acquirente diversi dai creditori trova applicazione l'art. 1415, comma 1 (Carresi, in Tr. C. M., 1987, 405). La buona fede cui si riferisce la norma è quella in senso soggettivo. I creditori del simulato alienanteNel silenzio della norma si reputa che la previsione consenta ai creditori del simulato alienante di far valere la simulazione non solo verso le parti ma anche verso i terzi, salve le limitazioni contenute nella disposizione e quelle di cui all'art. 1415, comma 1. La tutela accordata ai creditori del simulato alienante presuppone, per un verso, che il loro credito sia anteriore al momento in cui è stato perfezionato l'atto simulato e, per altro verso, che i creditori del titolare apparente siano chirografari, ossia vantino crediti non assistiti da garanzie reali (Bianca, 668). Inoltre il creditore del simulato alienante deve subire un pregiudizio in conseguenza del perfezionamento dell'atto simulato, ossia un danno anche solo potenziale (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 467; Sacco, in Tr. Vas., 1982, 414). Il creditore del simulato alienante esercita un diritto proprio, autonomo e non fa valere una legittimazione in via surrogatoria. Non assume rilevanza lo stato di buona o mala fede. La prevalenza del creditore del simulato alienante non si concretizza nell'inefficacia del pignoramento, ma nella preferenza a questi accordata in sede di riparto. Qualora la pretesa creditoria del creditore del simulato alienante sia sorta dopo la stipulazione del contratto simulato e, trattandosi di atto simulato avente per oggetto beni immobili o mobili registrati, tale creditore abbia trascritto la domanda giudiziale volta ad ottenere la declaratoria della simulazione prima della trascrizione del pignoramento del creditore chirografario del titolare apparente, prevarrà il creditore del simulato alienante, ai sensi dell'art. 2652, n. 4, con la conseguenza che il pignoramento eseguito dal creditore chirografario del titolare apparente, praticato in buona o mala fede, sarà inopponibile al creditore del simulato alienante che ottenga la sentenza dichiarativa della simulazione (Andrioli, cit., 453). La S.C. conferma che, trattandosi di diritto proprio e autonomo, il creditore del simulato alienante è legittimato a spiegare nel giudizio di simulazione di una compravendita intervento principale ad excludendum (Cass. n. 1133/1985); altro arresto reputa che in questo caso il creditore del simulato alienante sia legittimato ad un intervento adesivo dipendente (Cass. n. 2542/1977). Fra i creditori del simulato alienante rientra anche il coerede che ha diritto di ottenere la quota ereditaria da altro coerede in possesso dei beni (Cass. n. 2692/1955). Il pregiudizio cui allude la norma consiste nell'impedire o nel rendere incerto o più difficile il conseguimento o l'esercizio del diritto, potendosi trattare anche di un pericolo di danno (Cass. n. 5154/1981; Cass. n. 3176/1954; Cass. n. 467/1944). La ricorrenza del pregiudizio deve attenere al momento della decisione (Cass. n. 1690/1991; Cass. n. 2257/1978). All'ipotesi della prevalenza del creditore del simulato alienante che, pur avendo acquistato il credito successivamente al perfezionamento dell'atto simulato avente per oggetto beni immobili o mobili registrati, abbia trascritto la domanda di simulazione prima della trascrizione del pignoramento del creditore chirografario del titolare apparente si riferisce anche un arresto giurisprudenziale (Cass. n. 1127/1987). BibliografiaAuricchio, La simulazione nel negozio giuridico, Napoli, 1957; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Casella, Simulazione (diritto privato), in Enc. dir., Milano, 1990; Distaso, Simulazione dei negozi giuridici, in Nss. D.I., Torino, 1970; Furgiuele, Della simulazione di effetti giudiziali, Padova, 1992; Gentili, Il contratto simulato, Napoli, 1979; Nanni, Interposizione di persona, Padova, 1990; Nuti, La simulazione del contratto nel sistema del diritto civile, Milano, 1986; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1989. |