Codice Civile art. 1427 - Errore, violenza e dolo.InquadramentoLa norma individua i vizi del consenso che danno luogo ad annullamento: errore, violenza e dolo. Si tratta di anomalie che intervengono sul processo di formazione della volontà, alterando l'espressione del consenso in modo libero e consapevole. Il legislatore non ha discriminato i vizi del volere dall'assenza assoluta di volontà, avendo previsto un trattamento indifferenziato per i vizi che colpiscono la volontà degli effetti e per quelli che escludono in radice tale volontà (violenza fisica, vis compulsiva, errore ostativo). Nonostante le diversità strutturali tra i tre vizi elencati, all'esito della loro integrazione si riscontra una determinazione volitiva diversa da quella che sarebbe emersa qualora la deviazione non avesse avuto luogo (Mirabelli, in Comm. Utet, 1984, 527). È stata prevista una disciplina specifica per i singoli vizi, adeguata entro certi limiti al regolamento dei singoli contratti tipici. Una regolamentazione apposita è dedicata ai vizi della determinazione volitiva nei negozi mortis causa, nella donazione, in materia di diritto di famiglia, in tema di confessione. In specie nel testamento il dolo invalida il negozio anche se rimanga del tutto ignoto agli interessati; si discorre in proposito in termini di captazione. Non è sempre necessaria per l'esistenza della dichiarazione contrattuale la volontà di emettere una dichiarazione con quel contenuto. Infatti il legislatore equipara il trattamento giuridico dell'errore inteso come vizio nella formazione della volontà all'errore che, pur presupponendo l'integrità della formazione del volere, cade sulla dichiarazione o sulla sua trasmissione; si rientra in quest'ultima ipotesi nella fattispecie dell'errore ostativo. Non vi è in ogni caso una regola che esclude la convenzione per il solo fatto dell'inesistenza dell'integra volontà di entrambe le parti (Sacco-De Nova, in Tr. Res., 1988, 123). La disciplina sui vizi del consenso si estende ai negozi unilaterali. Quando più negozi posti in essere contestualmente ovvero in successione temporale siano fra loro collegati, perché voluti dalle parti in un rapporto di vincolo teleologico e di reciproca interdipendenza per la realizzazione di una funzione unitaria, le vicende attinenti alla validità ed efficacia dell'uno, ivi comprese quelle derivanti da vizi del consenso, si ripercuotono necessariamente sugli altri (Cass. n. 5503/1981; Cass. n. 1993/1979). La deduzione di annullabilità del contratto per vizio del consenso, a fronte della pretesa attrice di riconoscimento della piena validità ed efficacia del contratto stesso, costituisce eccezione in senso stretto (Cass. n. 2403/1983). BibliografiaArena, voce Incapacità (dir. priv.), in Enc. dir., Milano, 1970; Barcellona, voce Errore (dir. priv.), in Enc. dir., Milano, 1966; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.1. e 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Fedele, L'invalidità del negozio giuridico di diritto privato, Torino, 1983; Funaioli, voce Dolo (dir. civ.), in Enc. dir., Milano, 1964; Gentili, voce Dolo (dir. civ.), in Enc. giur., Roma, 1988; Giacobbe, voce Convalida, in Enc. dir., Milano, 1962; Messineo, voce Annullabilità e annullamento (dir. priv.), in Enc. dir., Milano, 1958; Piazza, voce Convalida del negozio giuridico, in Enc. giur., Roma, 1988; Pietrobon, voce Errore (dir. civ.), in Enc. giur., Roma, 1988; Prosperetti, Contributo alla teoria dell'annullabilità del negozio giuridico, Milano, 1983; Rescigno, voce Capacità di agire, in Nss. D.I., Torino, 1958; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1989; Stanzione, voce Capacità (dir. priv.), in Enc. giur., Roma, 1988; Tamponi, L'atto non autorizzato nell'amministrazione dei patrimoni altrui, Milano, 1992; Tommasini, voce Annullabilità e annullamento (dir. priv.), in Enc. giur., Roma, 1988; Trabucchi, voce Dolo (dir. civ.), in Nss. D.I., Torino, 1960. |