Codice Civile art. 1465 - Contratto con effetti traslativi o costitutivi.Contratto con effetti traslativi o costitutivi. [I]. Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata ovvero costituiscono o trasferiscono diritti reali [1376], il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante non libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. [II]. La stessa disposizione si applica nel caso in cui l'effetto traslativo o costitutivo sia differito fino allo scadere di un termine. [III]. Qualora oggetto del trasferimento sia una cosa determinata solo nel genere, l'acquirente non è liberato dall'obbligo di eseguire la controprestazione, se l'alienante ha fatto la consegna o se la cosa è stata individuata [1378]. [IV]. L'acquirente è in ogni caso liberato dalla sua obbligazione, se il trasferimento era sottoposto a condizione sospensiva e l'impossibilità è sopravvenuta prima che si verifichi la condizione [1360 2]. InquadramentoLa norma detta la disciplina dell'impossibilità sopravvenuta totale e definitiva non imputabile della prestazione nei contratti a prestazioni corrispettive a efficacia reale, in cui l'effetto traslativo o costitutivo si realizza per effetto dello scambio dei consensi legittimamente manifestato tra le parti ai sensi dell'art. 1376. Diversamente dalla previsione dell'art.1463, dettata per i contratti corrispettivi a efficacia obbligatoria, nei contratti corrispettivi a efficacia reale il perimento della cosa per causa non imputabile non libera la controparte dall'obbligo di eseguire la controprestazione e, qualora l'abbia già eseguita, non dà diritto a pretenderne la restituzione. E ciò a prescindere dalla consegna della cosa. La regola res perit domino, ossia la regola secondo cui il rischio del perimento della cosa per causa non imputabile grava sul proprietario, costituisce una conseguenza del principio dell'immediata efficacia traslativa del consenso (Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 880; Bianca, 1994, 377). Pertanto l'obbligo di consegna non fa parte del sinallagma, ma ha carattere puramente accessorio e secondario (Bianca, 1994, 377). Secondo una tesi tale regola non si applicherebbe alle ipotesi di costituzione di diritti reali su cosa altrui, in cui si abbia un continuo legame tra corrispettivo e godimento della cosa, come nell'enfiteusi; in tali ipotesi la prestazione non consisterebbe nell'attribuzione del diritto in sé, ma nel godimento effettivo e continuato per tutto il tempo pattuito, legato in rapporto sinallagmatico al corrispettivo, sicché nel caso di perimento sopravvenuto della cosa dovrebbe applicarsi il rimedio stabilito per i contratti a efficacia obbligatoria (Enrietti, Della risoluzione del contratto, in Comm. D'A. F., 1948, 880). Per converso si applicherebbe la regola stabilita per i contratti a efficacia reale qualora il diritto reale limitato, preesistente o costituito ex novo, sia stato attribuito con una controprestazione iniziale e globale da corrispondersi una tantum (Mosco, 438). Tale ricostruzione appare in contrasto con il dettato normativo, il quale espressamente estende il principio consensualistico anche ai contratti costitutivi di diritti reali limitati su cosa altrui determinata. Con riferimento ai diritti reali di garanzia è incontroverso che la norma non trovi applicazione per il pegno. Per contro sussiste contrasto in ordine all'applicabilità all'ipoteca: secondo una prima soluzione la disposizione si applicherebbe anche all'ipoteca alla condizione che il perimento della res sia avvenuto dopo l'iscrizione (Mosco, 438); secondo altra tesi tale applicazione sarebbe preclusa poiché l'ordinamento riconosce in tale evenienza altri specifici rimedi in favore del creditore ipotecario e segnatamente la possibilità di richiedere altra garanzia ovvero di rivendicare l'immediato pagamento del credito garantito (Scalfi, Risoluzione del contratto, in Enc. giur., 1991, 12). In ogni caso tutte le previsioni contenute nell'articolo hanno natura dispositiva, sicché le parti possono convenzionalmente derogarvi (Sacco-De Nova, in Tr. Res., 1988, 532). La norma non trova applicazione ai contratti con struttura associativa, in cui manca una contrapposizione di interessi e vi è una comunanza degli scopi da perseguire, il che esclude l'esistenza di un nesso di interdipendenza sinallagmatica che esiga il mantenimento dell'equilibrio delle prestazioni cui sono tenute le parti (Cass. n. 1507/1998). L'effetto traslativo o costitutivo differitoLa regola res perit domino subisce due eccezioni: la prima di portata generale ricorre nell'ipotesi in cui l'effetto traslativo non sia immediato ma differito alla scadenza di un termine iniziale; la seconda di portata specifica riguarda la figura della vendita a rate con riserva della proprietà, ai sensi dell'art. 1523. In queste ipotesi, benché l'effetto traslativo si verifichi rispettivamente alla scadenza del termine o al pagamento dell'ultima rata, il passaggio del rischio del perimento per causa non imputabile è immediato, in ragione del perfezionamento del contratto. Tanto si spiega nel primo caso per la certezza della produzione dell'effetto traslativo differito alla scadenza del termine, a fronte di una cooperazione già integralmente prestata dall'alienante per la produzione dell'effetto traslativo al momento dello scambio dei consensi, e nel secondo per i vantaggi immediati che consegue l'acquirente cui sia da subito consegnata la cosa in forza della stipulazione di una vendita a rate (Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 881; Bianca, 1994, 377). Altri autori valorizzano invece il profilo relativo alla creazione di una situazione di aspettativa in favore dell'acquirente, collegata con i diritti a termine, il che giustificherebbe l'immediato passaggio del rischio (Sacco-De Nova, in Tr. Res., 1988, 532; Mosco, 439). L'effetto traslativo o costitutivo di cose determinate solo nel genereQualora il trasferimento abbia ad oggetto cose determinate solo nel genere, il passaggio del rischio avverrà, secondo la previsione generale, solo al momento in cui si realizza l'effetto traslativo, ossia al momento della consegna o dell'individuazione. E ciò a conferma della regola res perit domino (Bianca, 1994, 378). Tale regola avrà applicazione non solo alla vendita di cosa generica, ma in genere a tutte le ipotesi di vendita a efficacia obbligatoria, quali la vendita di cose future, la vendita di cosa altrui e la vendita alternativa (Delfini, in Comm. S., 2003, 119). La S.C. conferma che nei contratti aventi ad oggetto il trasferimento di una cosa determinata solo nel genere il passaggio del rischio all'acquirente si verifica al momento dell'individuazione delle cose, indipendentemente dalla consegna delle stesse, nell'ipotesi in cui i due momenti non coincidano (Cass. n. 4611/1982). Pertanto il rischio della temporanea indisponibilità della merce oggetto della compravendita di genere, che si verifichi prima della consegna o dell'individuazione di essa, è a carico del venditore (Cass. n. 2548/1982). Rientra nella categoria dei contratti aventi ad oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere, cui si applica la norma in commento, l'ordine di borsa, in forza del quale un agente di cambio si sia impegnato a trasferire all'ordinante la proprietà di un certo numero di azioni da individuare (Cass. n. 11834/1995). Viceversa nei contratti aventi ad oggetto una determinata massa di cose, poiché l'oggetto della vendita è già individuato, la proprietà della massa passa al compratore in virtù del semplice consenso e questi non è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo nel caso in cui la cosa perisca prima della consegna o comunque se la consegna diventi impossibile per causa non imputabile al venditore, in forza della regola res perit domino (Cass. n. 528/1979). L'effetto traslativo o costitutivo condizionatoIn ultimo segue la regola della subordinazione del passaggio del rischio alla produzione dell'effetto traslativo l'ulteriore ipotesi regolata dalla norma del trasferimento sottoposto a condizione sospensiva. L'acquirente sarà liberato dall'obbligo di eseguire la controprestazione e, qualora l'abbia eseguita, può pretenderne la ripetizione, se il perimento per causa non imputabile della cosa si determini prima della verificazione dell'evento futuro e incerto dedotto in condizione. All'esito dell'avveramento della condizione invece il perimento della cosa per causa non imputabile è a carico dell'acquirente, sicché questi dovrà ugualmente eseguire la sua obbligazione e, ove l'abbia già eseguita, non può richiederne la restituzione. Per un verso tale ultima previsione è espressione della regola res perit domino mentre per altro verso costituisce deroga al principio dell'efficacia retroattiva dell'avveramento della condizione (Messineo, Dottrina generale del contratto, Milano, 1952, 392; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, 881). Secondo altra impostazione la previsione sul trasferimento condizionato sarebbe coerente con il sistema, in quanto la proprietà della cosa, pendente condicione, rimane al venditore e, una volta verificatosi l'evento dedotto in condizione, a causa del perimento della cosa medesima, non si possono verificare gli effetti del negozio e quindi neppure può porsi un problema di retroattività degli stessi (Enrietti, cit., 881). La norma si applica anche ai contratti di diritto privato ad evidenza pubblica stipulati dalla P.A. con i privati, che siano traslativi o costitutivi di diritti reali, in cui l'approvazione costituisce una condicio iuris sospensiva dell'efficacia di un negozio già perfetto, con la conseguenza che anche in tali ipotesi il rischio dell'impossibilità della prestazione, sopravvenuta nelle more dell'approvazione, è a carico dell'alienante e non dell'acquirente (Cass. n. 15344/2000). BibliografiaAuletta, La risoluzione per inadempimento, Milano, 1942; Belfiore, voce Risoluzione del contratto per inadempimento, in Enc. dir., Milano, 1988; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bianca, Diritto civile, V, La responsabilità, Milano, 1994; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Boselli, voce Eccessiva onerosità, in Nss. D.I., Torino, 1960; Busnelli, voce Clausola risolutiva espressa, in Enc. dir., Milano, 1960; Dalmartello, voce Risoluzione del contratto, in Nss. D.I., Torino, 1969; Grasso, Eccezione di inadempimento e risoluzione del contratto, Napoli, 1973; Mosco, La risoluzione del contratto per inadempimento, Napoli, 1950; Natoli, voce Diffida ad adempiere, in Enc. dir., Milano, 1964; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1989; Smiroldo, Profili della risoluzione per inadempimento, Milano, 1982; Tartaglia, voce Onerosità eccessiva, in Enc. dir., Milano, 1980. |