Codice Civile art. 1466 - Impossibilità nel contratto plurilaterale.Impossibilità nel contratto plurilaterale. [I]. Nei contratti indicati dall'articolo 1420 l'impossibilità della prestazione di una delle parti non importa scioglimento del contratto rispetto alle altre, salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. InquadramentoLa norma costituisce espressione del principio di conservazione del contratto, principio comune ad altre disposizioni dedicate al contratto plurilaterale (artt. 1420, 1446, 1459). Segnatamente la mancata prestazione di una delle parti produce lo scioglimento automatico del contratto, e non la sua risoluzione come è previsto dall'art. 1459, quando la prestazione mancata debba considerarsi essenziale nell'interesse delle altre parti, avuto riguardo alle circostanze concrete, ossia alla natura, al contenuto e all'oggetto della prestazione stessa (Dalmartello, 131). Nel caso in cui la prestazione del contraente in un contratto con comunione di scopo divenga solo parzialmente impossibile, ipotesi non contemplata dalla norma, si possono attivare due possibili rimedi, alla stregua dell'art. 1464: la riduzione della quota di partecipazione all'affare comune del contraente parzialmente impossibilitato; ovvero l'esercizio del recesso nei suoi confronti, inteso come scioglimento del vincolo negoziale che lo riguarda. Tale scioglimento non è automatico, ma consegue solo all'esclusione del contraente decisa congiuntamente da tutti gli altri contraenti (Dalmartello, 131). Nei contratti a struttura associativa la deliberazione sull'esclusione può essere assunta a maggioranza (Bianca, 1994, 379). In tale evenienza, ove la maggioranza decida per il mantenimento del contratto, i contraenti dissenzienti, che non abbiano un apprezzabile interesse a rimanere vincolati al contratto, possono recedere, esercitando il potere previsto dall'art. 1464 (Bianca, 1994, 380). In senso contrario altro autore esclude tale possibilità, ritenendo che può avvenire la sola esclusione del contraente impossibilitato e non anche il recesso dei contraenti disinteressati all'adempimento parziale (Dalmartello, 131). La norma trova applicazione anche ai contratti plurilaterali senza comunione di scopo, come le transazioni plurilaterali (Cass. n. 2089/1982). BibliografiaAuletta, La risoluzione per inadempimento, Milano, 1942; Belfiore, voce Risoluzione del contratto per inadempimento, in Enc. dir., Milano, 1988; Bianca, Diritto civile, III, Il contratto, Milano, 1997; Bianca, Diritto civile, V, La responsabilità, Milano, 1994; Bigliazzi Geri-Breccia-Busnelli-Natoli, Diritto civile, 1.2, Fatti e atti giuridici, Torino, 1990; Boselli, voce Eccessiva onerosità, in Nss. D.I., Torino, 1960; Busnelli, voce Clausola risolutiva espressa, in Enc. dir., Milano, 1960; Dalmartello, voce Risoluzione del contratto, in Nss. D.I., Torino, 1969; Grasso, Eccezione di inadempimento e risoluzione del contratto, Napoli, 1973; Mosco, La risoluzione del contratto per inadempimento, Napoli, 1950; Natoli, voce Diffida ad adempiere, in Enc. dir., Milano, 1964; Santoro Passarelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, rist. 1989; Smiroldo, Profili della risoluzione per inadempimento, Milano, 1982; Tartaglia, voce Onerosità eccessiva, in Enc. dir., Milano, 1980. |