Codice Civile art. 1477 - Consegna della cosa.

Francesco Agnino

Consegna della cosa.

[I]. La cosa deve essere consegnata nello stato in cui si trovava al momento della vendita.

[II]. Salvo diversa volontà delle parti, la cosa deve essere consegnata insieme con gli accessori, le pertinenze [817] e i frutti [820, 821 1] dal giorno della vendita.

[III]. Il venditore deve pure consegnare i titoli e i documenti relativi alla proprietà e all'uso della cosa venduta [1527].

Inquadramento

Norma dotata di rilievo pratico, in quanto funzionale (insieme con il trasferimento del diritto) rispetto al pieno soddisfacimento dell'interesse del compratore. L'articolo specifica l'obbligazione di consegnare con particolare riferimento alla consegna delle pertinenze, degli accessori e dei titoli e documenti relativi alla cosa venduta.

La consegna della cosa

La consegna, insieme al trasferimento del diritto, concorre a realizzare pienamente il soddisfacimento dell'interesse del compratore.

La dottrina prevalente ritiene che la consegna consista nell'attribuzione della concreta disponibilità della cosa finalizzata al conseguimento del possesso in capo al compratore (Rubino, 469).

Inizialmente, la giurisprudenza ha evitato di attribuire un significato specifico alla consegna rilevando, soprattutto, la necessaria complementarietà dell'obbligo di trasferire il potere di fatto sulla cosa in capo al compratore rispetto al trasferimento del diritto in favore di quest'ultimo (Cass. n. 2190/1961).

Si è, comunque, disposto che il venditore deve trasferire al compratore non soltanto la proprietà ed il possesso giuridico, ma anche il possesso reale o di fatto del bene venduto; né l'inadempienza a tale obbligo è esclusa dal fatto che l'acquirente fosse a conoscenza al momento della conclusione del contratto di una occupazione in atto del bene compravenduto. (Cass. n. 5349/1997). Va rilevato che, in applicazione dell'art. 1189, la Corte di Cassazione ha stabilito che la consegna in favore di una persona diversa dal compratore libera il venditore qualora quest'ultimo sia convinto, per errore scusabile, che il soggetto al quale la cosa è stata consegnata abbia ricevuto una specifica autorizzazione dall'acquirente (Cass. n. 3814/1986).

Per i beni mobili la consegna deve effettuarsi nel luogo in cui la cosa si trovava al momento della vendita se le parti ne erano a conoscenza ovvero nel luogo dove il venditore aveva il suo domicilio o la sede dell'impresa, mentre per gli immobili la consegna avviene nel luogo in cui essi si trovano o presso il domicilio del venditore (vendita simbolica). La giurisprudenza ha risolto un caso relativo alla vendita di un macchinario individuando nello stabilimento dell'acquirente il luogo della consegna del bene dopo aver accertato l'obbligo in capo al venditore di provvedere al montaggio della cosa venduta (Cass. n. 4818/1981).

Il Supremo Collegio, attribuendo alla regola di cui all'art. 1477 una carattere dispositivo, ha previsto che, in assenza di una espressa pattuizione, il bene dovrà essere consegnato nello stato di fatto pattuito (Cass. n. 4195/1987). Di conseguenza, qualora il venditore abbia assunto l'obbligo di consegnare l'immobile libero, l'inadempimento del venditore non è escluso neppure ove l'acquirente fosse a conoscenza al momento della conclusione del contratto di una occupazione in atto del bene compravenduto (Cass. n. 5394/1997).

Peraltro, quando il contratto di compravendita abbia ad oggetto un bene la cui "naturale" utilizzazione non sia condizionata dal possesso o dall'esibizione di specifici documenti o titoli, il venditore non è tenuto ad assicurarne la consegna, essendo sufficiente, ai fini del perfezionamento del negozio, la mera dazione della cosa (Cass. n. 17461/2022).

La vendita di prodotto difettoso e la vendita aliud pro alio si differenziano in ragione del fatto che la prima si delinea quando la cosa venduta non ha le qualità promesse, ovvero quelle essenziali per l'uso a cui è destinata, mentre invece la vendita aliud pro alio comporta la consegna di un bene completamente diverso da quello pattuito: in tal caso il compratore non è tutelato con le azioni edilizie, ma dall'ordinaria azione di risoluzione o, in alternativa, dall'azione di esatto adempimento (Trib. Rovigo, 2 ottobre 2023, n. 826).

La consegna di accessori, pertinenze e frutti

L'obbligo di consegnare non concerne solo la cosa in senso stretto: il legislatore prevede due diverse condotte complementari. Il venditore deve consegnare, se non è diversamente pattuito, “accessori, pertinenze e i frutti dal giorno della vendita” (art. 1477, comma 2). Tale disposizione normativa è una applicazione della regola di cui all'art. 818 relativamente alle pertinenze, ovvero quei beni, destinati in modo durevole all'ornamento o al servizio di un altro bene, che seguono gli atti o rapporti giuridici della cosa principale, se non è diversamente stabilito (Cass. n. 6180/1985).

La giurisprudenza considera necessari per l'esistenza del rapporto pertinenziale due elementi: uno di carattere oggettivo, ossia il rapporto funzionale tra i due beni, e uno di carattere soggettivo rappresentato dalla volontà effettiva di destinazione da parte degli aventi diritto (titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale sui beni collegati (Cass. n. 4392/1996). Il Supremo Collegio ha precisato in relazione alla vendita di beni immobili che gli accessori pertinenziali di un bene immobile devono ritenersi compresi nel suo trasferimento, anche nel caso di mancata indicazione nell'atto di compravendita, essendo necessaria un'espressa volontà contraria per escluderli (nella fattispecie si lamentava la mancata menzione, nell'atto di ratifica della promessa di vendita del rappresentante senza poteri, della cantinola e del box dell'unità immobiliare oggetto del preliminare di vendita (Cass. n. 634/2003).

Pertanto, ai sensi dell'art. 1477, comma 3, il venditore ha l'onere, ai sensi di legge, di consegnare il certificato di agibilità. Pertanto il rifiuto, opposto dal promissario acquirente, di stipulare la compravendita definitiva dell'immobile, sprovvisto dei certificati di agibilità, abitabilità e conformità alla concessione edilizia, deve ritenersi giustificato (Cass. n. 2438/2016).

Diversamente, gli accessori, non presentando né il vincolo di durevole destinazione, né essendo legati stabilmente alla cosa principale, non possono formare oggetto di atti separati rispetto alla cosa principale (Cass. n. 3313/1983, dove si legge che una cosa può definirsi accessoria rispetto ad un'altra principale solo quando la prima è parte integrante della seconda, in modo da non potersi le due cose separare senza che ne derivi l'alterazione dell'essenza e della funzione dell'insieme). Si tratta cioè di categorie distinte ma soggette alla medesima regola dal momento che il venditore deve consegnare la cosa unitamente alle pertinenze e agli accessori esistenti al momento della vendita.

La consegna di titoli e documenti

L'art. 1477, comma 3, pone a carico del venditore l'obbligo di consegnare all'acquirente i titoli e i documenti relativi alla proprietà e all'uso della cosa venduta.

In proposito, la Corte di Cassazione ha avuto occasione di rilevare che la norma si riferisce all'uso fattuale del bene venduto e non già all'uso secondo diritto. In particolare, il Supremo Collegio ha escluso che il venditore dell'azienda sia tenuto a consegnare il certificato di prevenzione degli incendi purché il documento sia stato richiesto dall'alienante all'autorità competente (Cass. n. 6882/1991). Vi sono tuttavia alcune sentenze di segno opposto che propendono per la consegna dei documenti relativi all'uso secondo diritto (Cass. n. 4557/1981).

Nello stesso senso, la giurisprudenza secondo la quale l'azione contrattuale ai sensi dell'art. 1477 è soggetta all'ordinaria prescrizione decennale e non alla prescrizione breve di un anno stabilita per l'azione di garanzia per vizi occulti o mancanza di qualità essenziali (Cass. n. 4786/1988).

Ai sensi dell'art. 1477, comma 3, il venditore di un bene iscritto in pubblici registri è tenuto a consegnare al compratore i titoli ed i documenti relativi alla proprietà ed all'uso del bene venduto dei quali abbia il possesso ovvero è obbligato a recuperarli presso eventuali terzi detentori; la violazione di tale obbligo comporta la risoluzione del contratto in danno del venditore, in quanto determina un rilevante intralcio alla circolazione del bene e, quindi, una grave menomazione del diritto di disporre (Cass. n. 1472/1999). La giurisprudenza accoglie la tesi secondo la quale la mancata consegna della documentazione necessaria comporta la risoluzione del contratto: colui che non abbia potuto adempiere per non aver a propria volta ricevuto la consegna ha diritto di ricorso verso il proprio dante causa per il risarcimento dei danni subiti (Cass. n. 11756/2000).

Bibliografia

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