Codice Civile art. 1484 - Evizione parziale.Evizione parziale. [I]. In caso di evizione parziale della cosa, si osservano le disposizioni dell'articolo 1480 e quella del secondo comma dell'articolo precedente. InquadramentoL'evizione totale o parziale si verifica quando l'acquirente sia privato in tutto o in parte dei bene alienato, mentre se la privazione riguardi esclusivamente limitazioni inerenti il godimento del bene o imposizioni di oneri che lascino integra l'acquisizione patrimoniale, trova applicazione l'art. 1489, riguardante i vizi della cosa venduta (Cass. n. 14324/2014; Cass. n. 24055/2008, ove si è precisato che la mancanza della facoltà d'uso di una corte condominiale comune, come area destinata a posto macchina scoperto per i condomini, prevista espressamente nel trasferimento immobiliare, non possa integrare l'azione di garanzia per evizione parziale). Differenze con altre garanzieLa garanzia per evizione (artt. 1483, 1484, 2921) e quella per l'esistenza di oneri o diritti reali o personali sulla cosa trasferita (art. 1489), si differenziano, oltre che per i distinti presupposti su cui si fondano, anche per la diversa disciplina delle relative azioni: invero nel caso di evizione totale o parziale, la garanzia non è esclusa dal semplice fatto che al compratore o all'aggiudicatario fosse nota l'esistenza del diritto del terzo sulla cosa ed il conseguente pericolo di evizione e sussiste sempre l'obbligo di restituire (o ridurre) il prezzo pagato e di rimborsare le spese, anche se sia stata esclusa la garanzia. Nell'ipotesi di cui all'art. 1489, invece, l'esperibilità dell'azione è subordinata alla condizione che la denunciata limitazione qualitativa del diritto acquistato derivi dall'esistenza di diritti non apparenti e non altrimenti noti al compratore o all'aggiudicatario (Cass. n. 3196/1973). Per aversi evizione è necessario, quindi, che il compratore sia privato totalmente o parzialmente dell'oggetto venduto. L'art. 1484 non trova applicazione nelle ipotesi in cui ad essere inciso sia solo l'aspetto quantitativo della consistenza dell'oggetto trasferito. Può darsi, osserva la dottrina, che si parli di evizione parziale anche nel caso di perdita di un diritto accessorio al diritto trasferito, del quale fosse stata presupposta l'esistenza nel contratto (Luminoso, 198) L'esempio classico è quello di una servitù attiva che acceda al bene compravenduto. La evizione del diritto di servitù, esplicatesi sul fondo servente e non su quello oggetto della vendita, è però ben distinguibile dall'emergere di oneri o diritti reali o personali che ineriscono la cosa trasferita e ne diminuiscono il libero godimento, fattispecie descritta dall'art. 1489.
Di conforto a questo approccio alla distinzione, sono: a) gli orientamenti manifestati dalla giurisprudenza nella ben più grave ipotesi di alienazione di immobile le cui potenzialità edificatorie siano totalmente o parzialmente compromesse (Cass. n. 1613/2003; Cass. n. 1352/1996), che è stata ricondotta all'art. 1489; b) le affermazioni sovente rese dalla Corte di Cassazione in tema di vendita di cosa costruita in violazione di limitazioni legali della proprietà, laddove l'applicazione della garanzia prevista dall'art. 1489, (in luogo di quella propria del paradigma dell'evizione) è stata ricollegata al fatto che fosse rimasta ferma la identità strutturale della cosa (Cass. n. 6402/1984; Cass. n. 1346/1977; Cass. n. 3504/1975); c) il significativo precedente costituito da Cass. n. 10523/2003, con il quale è stato ritenuto che concreta la fattispecie prevista dall'art. 1489, quella in cui il bene alienato si riveli inidoneo all'uso di abitazione per il quale era stato acquistato in presenza di una clausola del regolamento di condominio contrattuale, che vieti il mutamento di destinazione d'uso dell'immobile da cantina ad abitazione. L'espropriazione per pubblica utilitàL'espropriazione non limita semplicemente il libero godimento della cosa venduta, ma incide radicalmente sull'esistenza stessa del diritto, privando l'acquirente, in tutto o in parte, della proprietà del bene. Sul punto, i giudici di legittimità hanno ritenuto che possa costituire evizione anche l'espropriazione per causa di pubblica utilità, costituendo la garanzia per evizione una particolare tutela che l'ordinamento attribuisce al compratore, per il caso in cui sia disturbato o menomato nel godimento del bene acquistato per effetto delle pretese fatte valere da terzi nei suoi confronti (Cass. n. 28580/2013). BibliografiaAngelici, Consegna e proprietà nella vendita internazionale, Milano, 1979; Auricchio, La individuazione dei beni immobili, Napoli, 1960; Bocchini, La vendita con trasporto, Napoli, 1985; Cataudella, Nullità formali e nullità sostanziali nella normativa sul condono edilizio, in Quadrimestre 1986; De Cristofaro, Vendita (vendita di beni di consumo), in Enc. giur., Roma, 2004; De Nova, Inzitari, Tremonti, Visintini, Dalle res alle new properties, Roma, 1991; Luminoso, La compravendita, Torino, 2011; Mengoni, Profili di una revisione della teoria sulla garanzia per i vizi nella vendita, Studi in onore di De Gregorio, Città di Castello, 1955; Portale, Principio consensualistico e conferimento di beni in società, in Riv. soc. 1970; Rizzieri, La vendita obbligatoria, Milano, 2000; Russo, La responsabilità per inattuazione dell'effetto reale, Milano, 1965; Santini, Il commercio, Bologna, 1979. |