Codice Civile art. 1559 - Nozione.

Francesco Agnino

Nozione.

[I]. La somministrazione è il contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo [1561, 1562], a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose [1560] (1).

(1) V. artt. 74 r.d. 16 marzo 1942, n. 267, 121 d.lg. 1° settembre 1993, n. 385 e 73-ter d.lg. 19 settembre 1994, n. 626.

Inquadramento

La fattispecie soddisfa le esigenze di entrambe le parti: di chi riceve la fornitura, a non rimanerne sprovvisto e a corrispondere un prezzo più basso rispetto a quello che si determinerebbe sommando singole ripetute prestazioni; quello del fornitore ad assicurarsi un introito prolungato nel tempo e a non dover ricercare continuamente la clientela. In generale, quindi, la natura continuativa del contratto favorisce i traffici giuridici. Si tratta dunque di un contratto di scambio, al pari della vendita, ma da questa se ne distacca in virtù del proprio dato caratterizzante costituito della periodicità e/o ripetitività delle prestazioni di consegna a carico del somministrante, e dunque diverso dalla logica dello scambio istantaneo rappresentativo della vendita.

Quanto ai profili risarcitori, in tema di contratto di fornitura di energia elettrica, in caso di danni subiti da coltivazioni in serra per congelamento, a seguito di una non preavvisata interruzione dell'erogazione del servizio e del conseguente venir meno del riscaldamento, la mancata tempestiva chiusura manuale delle finestre di areazione della serra non integra una causa da sola efficiente a determinare l'evento dannoso attesa l'assenza, in capo al danneggiato, di un obbligo legale o contrattuale (neppure in relazione alla clausola di buona fede) per l'adozione di misure idonee a neutralizzare il disservizio, restando, inoltre, tale contegno omissivo privo di rilievo causale ai fini dell'art. 1227, comma 1,  posto che nella causazione del danno presenta carattere assorbente il mancato adempimento, da parte del soggetto erogatore del servizio, dell'obbligo contrattuale di dare comunicazione agli utenti della programmata interruzione dell'energia elettrica (Cass. n. 12148/2016).

Nella giurisprudenza di merito si è osservato che l'azione avviata dal consumatore avverso un'errata ed eccessiva fatturazione operata dalla società erogatrice di fornitura di energia elettrica, è un accertamento negativo del credito vantato dalla società in quanto il contratto di fornitura è riconducibile ad un contratto di somministrazione e come tale nei contratti a prestazioni corrispettive (Trib. Nola, 10 gennaio 2023, n.56).

In tema di somministrazione di energia elettrica, l'obbligo del gestore di effettuare gli addebiti a carico dell'utente sulla base delle indicazioni del contatore - meccanismo di contabilizzazione accettato consensualmente dai contraenti - non priva l'utente del diritto di contestare il malfunzionamento dello strumento, richiedendone la verifica e dimostrando, anche in termini presuntivi, i minori consumi effettuati nel periodo in contestazione, avuto riguardo al dato statistico di consumo normalmente rilevato nelle precedenti bollette e corrispondente a determinati impieghi di energia derivanti dalle specifiche attività svolte, secondo la tipologia di soggetto, impresa, famiglia o persona singola (Cass. n. 17401/2024). 

Si è ulteriormente precisato che in tema di contratti di somministrazione, la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità, sicché, in caso di contestazione, grava sul somministrante l'onere di provare che il contatore era perfettamente funzionante, mentre il fruitore deve dimostrare che l'eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e che non avrebbe potuto evitare con un'attenta custodia dell'impianto (Cass. n. 512/2025, nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata, in ragione della irrilevanza della conferma in sede testimoniale dell'esattezza della lettura dei consumi da parte dell'operatore dell'ente somministrante, a fronte del fatto che la sostituzione del contatore senza contraddittorio e la sua successiva distruzione avevano reso impossibile la prova del corretto funzionamento dell'apparecchio di rilevazione). 

Peculiarità del contratto di somministrazione

In quanto contratto di durata e ad esecuzione continuata, nella somministrazione l'esecuzione delle prestazioni si protrae nel tempo soddisfacendo così i bisogni (o meglio, gli interessi dei contraenti) in modo continuativo, e non invece alla fine del rapporto, come in altre fattispecie.

Nella stessa giurisprudenza si legge che la somministrazione ha la sua essenza nella durata, poiché le singole forniture corrispondono ad un bisogno reiterato e durevole del somministrando, la quantità complessiva della prestazione non e determinabile a priori prima dell'inizio dell'esecuzione del contratto, ma diventa determinabile nel corso di detta esecuzione, in base alle finalità, previste in contratto, che le forniture debbono soddisfare, restando così individuata anche la durata del contratto, che avrà termine con l'esaurimento di tale finalità (Cass. n. 4228/1976).

Prescrizione del diritto al pagamento

Con riferimento alla fornitura di energia elettrica, ma lo stesso principio è estendibile anche alla fornitura d'acqua, la Cassazione ha affermato che il prezzo della somministrazione di energia elettrica da parte di un ente fornitore di tale servizio, che venga pagato annualmente o a scadenze inferiori all'anno in relazione ai consumi verificatisi per ciascun periodo configura una prestazione periodica con connotati di autonomia nell'ambito di una causa petendi di tipo continuativo e deve pertanto ritenersi incluso nella previsione dell'art. 2948, n. 4, con la conseguenza dell'assoggettamento alla prescrizione breve quinquennale del corrispondente credito (Cass. n. 19838/2013; Cass. n. 11918/2002; Cass. n. 6209/1999; Cass. n. 1442/2015).

Rinnovazione del contratto

Nei contratti di durata le parti possono convenire che, in caso di mancata disdetta, il rapporto si protrae nel tempo per il periodo da esse predeterminato (pactum renovandi). In questo caso, pertanto, la rinnovazione è un effetto della clausola contrattuale ed il rapporto prosegue, alle condizioni originariamente stabilite, per effetto dell'originaria volontà negoziale. Se invece manca la clausola di rinnovo in mancanza di disdetta, ma dopo la scadenza del rapporto di durata, le parti manifestano per facta concludentia di voler continuare, il rapporto prosegue per tacito accordo, successivo alla scadenza, secondo il generale principio — codificato dagli artt. 1597; 1677; 1899; previgente art. 2097, comma 3 — per cui, in mancanza di espresso patto contrario, i contratti di durata, se non disdettati in tempo utile, si rinnovano tacitamente per il tempo previsto nel contratto stesso o dagli usi, oppure a tempo indeterminato (Cass. n. 15797/2005).

Bibliografia

Bigliazzi Geri, Breccia, Busnelli, Natoli, Diritto civile, 3, Obbligazioni e contratti, Torino, 1985, 567; Capozzi, Compravendita, riporto, permuta, contratto estimatorio, somministrazione, locazione, Dei singoli contratti, Milano 1988; Giannattasio, La permuta, il contratto estimatorio, la somministrazione, Milano, 1960; Zuddas, Somministrazione, Concessione di vendita, Franchising, Torino 2003.

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