Codice Civile art. 1560 - Entità della somministrazione.Entità della somministrazione. [I]. Qualora non sia determinata l'entità della somministrazione, si intende pattuita quella corrispondente al normale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto. [II]. Se le parti hanno stabilito soltanto il limite massimo e quello minimo per l'intera somministrazione o per le singole prestazioni, spetta all'avente diritto alla somministrazione di stabilire, entro i limiti suddetti, il quantitativo dovuto. [III]. Se l'entità della somministrazione deve determinarsi in relazione al fabbisogno ed è stabilito un quantitativo minimo, l'avente diritto alla somministrazione è tenuto per la quantità corrispondente al fabbisogno se questo supera il minimo stesso. InquadramentoLa necessità di una norma che stabilisca l'entità della somministrazione è dovuta al fatto che quest'ultima determina, di fatto, la misura della prestazione. Tendenzialmente, è dovuto ciò che costituisce il normale fabbisogno della parte; in ogni caso, la misura di quanto è corrisposto determina anche l'entità del prezzo dovuto. Continuità della somministrazioneNel contratto di somministrazione di energia elettrica il cosiddetto impegno di potenza, che si sostanzia nell'obbligo del somministrante di predispone e mantenere l'impianto in guisa di tenere a disposizione dell'utente una determinata quantità di energia, configura, al pari di quello inerente alla somministrazione di energia, una prestazione ad esecuzione non istantanea anteriore alla esecuzione del contratto, ma una prestazione continuata, accessoria e strumentale a quella principale di somministrare l'energia cui corrisponde un corrispettivo fisso da pagarsi periodicamente, maturando coevamente al consumo dell'energia, tanto nel caso di rapporto a tempo indeterminato quanto nel caso di rapporto a tempo determinato con previsione di rinnovazione tacita. Pertanto la risoluzione del contratto per sopravvenuto fallimento dell'utente travolge il suddetto impegno e i correlativi obblighi dell'utente medesimo, facendo salve soltanto le prestazioni già eseguite, con l'ulteriore conseguenza che nel periodo dalla risoluzione alla naturale scadenza del contratto non è configurabile un credito del somministrante in dipendenza di quell'impegno (Cass. n. 1259/1988). Criteri interpretativiLe prestazioni oggetto del contratto di somministrazione devono essere determinate o determinabili: possono essere determinate le singole prestazioni o il loro complessivo ammontare. Nell'ipotesi in cui non sia determinata l'entità della somministrazione, a norma dell'art. 1560, comma 1, si intende pattuita quella corrispondente al normale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto. Il concetto di normalità implica una variazione mantenuta in certi limiti che il somministrante ha potuto approssimativamente preventivare con l'aiuto dell'ordinaria diligenza (art. 1560, comma 1). Il criterio interpretativo dell'art. 1560 si riferisce, però, alla quantità della dose da somministrare, ma non può valere anche per la quantità delle cose, in ordine alla quale è solo la volontà delle parti che può dettare la regolamentazione. La disciplina normativa postula la necessità di soddisfare esigenze del somministrato sotto il profilo quantitativo, ma anche sotto quello delle preferenze e dei gusti di colui cui la cosa è destinata, per cui se le parti nulla hanno specificato al riguardo, non esiste un criterio legislativo che soccorra e non potrebbe il somministrato invocare la risoluzione del contratto per difformità dell'oggetto da quanto è imposto da una norma di legge (Giannattasio, 257). In tema di somministrazione, l'art. 1560, il quale, al fine della determinazione dell'entità della somministrazione stessa, detta criteri per il caso in cui l'oggetto del contratto non sia espressamente fissato dalle parti, o sia fissato solo con l'indicazione di limiti minimi e massimi, pone regole ed indirizzi interpretativi che prevalgono, in relazione alla loro specificità, su quelli comuni di ermeneutica negoziale, sicché il ricorso a questi ultimi, per dissipare eventuali dubbi sulla predetta entità, resta consentito solo se i dubbi medesimi non trovino diretta soluzione nella citata norma (Cass. n. 3049/1980). Fuori della forma detta “a piacere” o “a richiesta”, nella quale il somministrato ha la facoltà discrezionale di richiedere o meno, per il se e per il quanto, la somministrazione — forma che deve essere stipulata espressamente o che può desumersi dalle clausole convenute — il silenzio del contratto sul quantitativo della somministrazione importa che la determinazione legale di tale quantitativo, da intendersi commisurato al fabbisogno del somministrato, opera con efficacia vincolante non solo riguardo al somministrante ma anche riguardo al somministrato stesso, sicché questi è tenuto a richiederlo (Cass. n. 3450/1975). Termine delle prestazioniAltro aspetto rilevante che merita di essere analizzato in tema di somministrazione è il termine delle prestazioni. Mentre nel caso di somministrazioni continuative, l'unico termine che rileva è quello iniziale, nelle somministrazioni periodiche i termini di consegna possono non essere predeterminati e rimessi, entro certi limiti, alla determinazione del somministrato. In tali casi, però, il somministrante non può tenersi continuamente a disposizione del somministrato né essere costretto ad eseguire la prestazione nello stesso momento in cui all'altro contraente piacerà di richiederla, per cui la legge stabilisce che la data fissata dal somministrato per le singole prestazioni deve essere comunicata al somministrante entro congruo termine: la congruità non può fissarsi aprioristicamente e per tutte quante le prestazioni, ma dipenderà dalla natura e dall'entità delle prestazioni e la sua valutazione, in caso di dissenso, spetterà, caso per caso all'autorità giudiziaria (Giannattasio, 257). BibliografiaBigliazzi Geri, Breccia, Busnelli, Natoli, Diritto civile, 3, Obbligazioni e contratti, Torino, 1985, 567; Capozzi, Compravendita, riporto, permuta, contratto estimatorio, somministrazione, locazione, Dei singoli contratti, Milano 1988; Giannattasio, La permuta, il contratto estimatorio, la somministrazione, Milano, 1960; Zuddas, Somministrazione, Concessione di vendita, Franchising, Torino 2003. |