Codice Civile art. 1662 - Verifica nel corso di esecuzione dell'opera.Verifica nel corso di esecuzione dell'opera. [I]. Il committente ha diritto di controllare lo svolgimento dei lavori e di verificarne a proprie spese lo stato. [II]. Quando, nel corso dell'opera, si accerta che la sua esecuzione non procede secondo le condizioni stabilite dal contratto e a regola d'arte, il committente può fissare un congruo termine entro il quale l'appaltatore si deve conformare a tali condizioni; trascorso inutilmente il termine stabilito, il contratto è risoluto, salvo il diritto del committente al risarcimento del danno [1454, 2224]. InquadramentoIl potere di controllo concesso al committente si giustifica in quanto egli è il destinatario finale dell'opera; in particolare, con tale controllo il committente verifica lo stato dell'immobile anche in relazione alle parti di esso per le quali la verifica sia ormai preclusa alla consegna (ad esempio, le opere di isolamento dell'immobile che poi vengono coperte dall'intonaco). Il comma 2 è volto a tutelare ulteriormente il committente, consentendogli di fissare come essenziale il termine per adeguarsi alle condizioni contrattuali. Applicabilità dei principi generaliLe disposizioni in tema di inadempimento, contenute negli artt. 1667, 1668, 1669, che disciplinano l'appalto, integrano, ma non escludono l'applicazione dei principi generali in materia di inadempimento contrattuale di cui agli artt. 1453 e 1455, laddove non ricorrano i presupposti della disciplina speciale che presuppone l'avvenuta ultimazione dell'opera, a prescindere dal fatto che il mancato completamento sia dovuto all'uno o all'altro dei contraenti. Allorché, dunque, l'appaltatore abbia eseguito interamente l'opera o se, avendola eseguita, si rifiuti di consegnarla o la consegni con ritardo rispetto al termine pattuito non v'è ragione per non applicare la disciplina generale sull'inadempimento dei contratti prestazioni corrispettive (Cass. n. 10255/1998; Cass. n. 10772/1995; Cass. n. 11950/1990). In definitiva, in caso di omesso completamento dell'opera, e qualora questa, per la parte eseguita, risulti difettosa o difforme, non è consentito, al fine di accertare la responsabilità dell'appaltatore per inesatto adempimento, far ricorso alla disciplina della garanzia per vizi e difformità delle opere prevista dagli artt. 1667 e 1668, che richiede necessariamente il totale compimento dell'opera (Cass. n. 11950/1990), dovendosi regolare la responsabilità contrattuale dell'appaltatore in base ai criteri comuni degli artt. 1453 e 1455. Spese necessarie per la rimozione dei viziIn tema di appalto, allorquando risultino accertati i vizi dell'opera, la responsabilità dell'appaltatore va quantificata nella spesa necessaria per l'eliminazione degli stessi, anche ove questa comporti l'integrale rifacimento dell'opera, mentre il diritto dell'appaltatore alla percezione d'un qualsivoglia compenso per la detta opera può essere riconosciuto solo se e nella misura in cui una parte della stessa rimanga in qualche modo utilizzabile ed utilizzata, di guisa che il committente possa trarne effettivo ed apprezzabile giovamento: esso, pertanto, non è compatibile con un inadempimento dell'appaltatore totale ed assoluto, inadempimento che, rendendo l'opera del tutto inadatta alla sua destinazione, comporta un difetto funzionale della causa del contratto e legittima il committente a chiederne la risoluzione (Cass. n. 7061/2012). 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