Codice Civile art. 1676 - Diritti degli ausiliari dell'appaltatore verso il committente.

Francesco Agnino

Diritti degli ausiliari dell'appaltatore verso il committente.

[I]. Coloro che, alle dipendenze dell'appaltatore, hanno dato la loro attività per eseguire l'opera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta [1595, 1705 2] contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda [2900].

 

Inquadramento

La norma prevede una particolare tutela per coloro che hanno collaborato con l'appaltatore, concedendo a questi un rimedio diretto verso il committente che non adempia alla propria obbligazione (1655). Ciò anche al fine di evitare che il diritto dei collaboratori possa essere pregiudicato dall'inerzia dell'appaltatore stesso.

In particolare, In materia di appalto, l'apertura del procedimento fallimentare nei confronti dell'appaltatore non comporta l'improcedibilità dell'azione precedentemente esperita dai dipendenti nei confronti del committente, ai sensi dell'art. 1676, per il recupero dei loro crediti verso l'appaltatore-datore di lavoro, atteso che la previsione normativa di una tale azione risponde all'esigenza di sottrarre il soddisfacimento dei crediti retributivi al rischio dell'insolvenza del debitore e, d'altra parte, si tratta di un'azione "diretta", incidente direttamente sul patrimonio di un terzo (il committente) e solo indirettamente su un credito del debitore fallito, sì da doversi escludere che il conseguimento di una somma, che non fa parte del patrimonio del fallito, possa comportare un nocumento delle ragioni degli altri dipendenti dell'appaltatore, che fanno affidamento sulle somme dovute (ma non ancora corrisposte) dal committente per l'esecuzione dell'opera appaltata; né tale situazione suscita sospetti di incostituzionalità, con riferimento all'art. 3 Cost. (letto in corrispondenza del principio della par condicio creditorum), non essendo irrazionale una norma che accordi uno specifico beneficio a determinati lavoratori, anche rispetto ad altri, per l'attività lavorativa dai medesimi espletata e dalla quale un altro soggetto (il committente) abbia ricavato un particolare vantaggio (Cass. n. 515/2016).

Appalto di opera pubblica

In tema di appalti pubblici, il personale dipendente dell'esecutore o del subappaltatore o dei soggetti titolari di subappalti e cottimi nell'ambito dei contratti pubblici di appalto relativi a lavori, servizi e forniture, devono avvalersi degli speciali strumenti di tutela previsti dal d.lgs. n. 163/2006,  (v. ora d.lgs. n. 50/2016), ed in particolare dagli art. 4 (per i contributi), e 5 (per le retribuzioni) del regolamento di esecuzione ed attuazione del codice degli appalti pubblici, emanato con d.P.R. n. 207/2010, – [applicazione ratione temporis], non essendo loro applicabile la disciplina prevista dall'art. 29, comma 2 d.lgs. n. 276/2003. Nel caso di mancata utilizzazione da parte dei lavoratori degli strumenti previsti dalla norma speciale sopra indicata, questi possono solo fare ricorso, in via residuale, alla tutela prevista dall'art. 1676 (Cass. n. 15432/2014).

Inoltre, l'art. 141, comma 4, prima parte, d.P.R. n. 554/1999, in materia di appalto di lavori pubblici, nel prevedere che l'affidamento dei lavori da parte della società consortile aggiudicataria — costituita da imprese artigianali individuali — alle singole imprese consorziate non costituisce subappalto, ha inteso solo escludere, in considerazione della peculiarità dei soggetti aggiudicatari, che a tale affidamento fossero applicabili le disposizioni in materia di subappalto e non anche fornire una qualificazione giuridica di detto negozio, che resta qualificabile in termini di sub-derivazione dal contratte di appalto, e, quindi, di subappalto. Conseguentemente, si applica la speciale tutela prevista dall'art. 1676 a favore dei lavoratori dipendenti dell'impresa dell'appaltatore nei confronti del committente, sia perché il subappalto altro non è che un vero e proprio appalto caratterizzato, rispetto al contratto — tipo, per essere un contratto derivato da altro contratto stipulato a monte che ne costituisce il presupposto, sia perché la medesima esigenza — di assicurare una particolare tutela in favore dei lavoratori ausiliari dell'appaltatore, atta a preservarli dal rischio dell'inadempimento di questi — ricorre, identica, nell'appalto e nel subappalto (Cass. n. 6208/2008; Cass. n. 3559/2001; Cass. n. 17497/2009).

Responsabilità solidale del committente

L'art.1676 stabilisce che coloro che, alle dipendenze dell'appaltatore, hanno dato la loro attività per eseguire l'opera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda (Cass. n. 23489/2010).

Analogamente, l'azione ex art. 1676 costituisce uno strumento di tutela diretta — da azionarsi direttamente nei confronti del committente — a favore dei dipendenti dell'appaltatrice e, pertanto, l'apertura del procedimento fallimentare a carico della predetta appaltatrice non può spiegare alcun effetto sulle ragioni vantate dai lavoratori, non valendo ad alcunché invocare gli artt. 51 e 52 della legge fallimentare (Cass. n. 3559/2001; Cass. n. 22304/2007).

Peraltro, qualora gli ausiliari dell'appaltatore si rivolgano, anche in via stragiudiziale, al committente per ottenere il pagamento di quanto ad essi dovuto, per l'attività lavorativa svolta nell'esecuzione dell'opera appaltata o per la prestazione dei servizi, il committente diviene, ai sensi dell'art. 1676, diretto debitore nei confronti degli stessi ausiliari, con la conseguenza che è tenuto, solidalmente con l'appaltatore, fino alla concorrenza del debito per il prezzo dell'appalto e non può più pagare all'appaltatore stesso e, se paga, non è liberato dall'obbligazione verso i suddetti ausiliari (Cass. n. 9048/2006).

Coloro che sono alle dipendenze dell'appaltatore ed hanno lavorato per eseguire l'opera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda: quindi, l'azione ex art. 1676 c.c. riguarda unicamente il credito maturato dal lavoratore in forza dell'attività svolta per l'esecuzione dell'opera o la prestazione del servizio oggetto dell'appalto (Trib. Verona, 26 aprile 2023, n. 277).

Bibliografia

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