Codice Civile art. 1737 - Nozione 1 .Nozione1. [I]. Il contratto di spedizione è un mandato con il quale lo spedizioniere assume l'obbligo di concludere in nome proprio e per conto del mandante o, se dotato di poteri di rappresentanza, in nome e per conto del mandante, uno o più contratti di trasporto con uno o più vettori e di compiere le operazioni accessorie.
[1] Articolo, così sostituito, dall'art. 30-bis, comma 1, lett. b), d.l. 6 novembre 2021, n. 152, conv. con modif. in l. 29 dicembre 2021, n. 233. Il testo dell'articolo, era il seguente: «Nozione. - Il contratto di spedizione è un mandato col quale lo spedizioniere assume l'obbligo di concludere, in nome proprio e per conto del mandante, un contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie». InquadramentoCon il contratto in esame una parte soddisfa il proprio interesse ad ottenere un compenso e l'altra affida ad un soggetto dotato di apposite competenze il compimento delle operazioni relative al trasporto. Il contratto di spedizione secondo la definizione offerta dall'art. 1737 è un mandato in forza del quale lo spedizioniere assume l' obbligo di concludere, in nome proprio e per conto del mandante, un contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie (Bile, 288; Ferri, 877. Si applicheranno perciò in via integrativa le norme in tema di mandato e quelle in materia di commissione, nella misura in cui si palesassero analogicamente applicabili). Inoltre, l'art.1737 è muto circa l'individuazione di ciò che deve essere trasportato. Si reputa tuttavia, soprattutto con riferimento al primo comma dell'art. 1739, che la spedizione abbia ad oggetto unicamente il trasporto di cose, con l'esclusione di quello di persone. Qualora venisse in considerazione l'incarico di concludere un contratto di trasporto di persone verrebbe in gioco la più generale figura del mandato (Minervini, in Tr. Vas., 1952, 240). Per effetto della modifica apportata dalla l. n. 233/2021 , l'art. 1737 ora stabilisce che lo spedizioniere può concludere i contratti di trasporto non solo per conto del mandante, ma anche in nome e per conto del mandante. È poi specificato che un unico contratto di spedizione può avere ad oggetto anche più contratti di trasporto con diversi vettori Al fine di integrare la fattispecie della cd. "spedizione-trasporto" ex art. 1741 c.c. - con conseguente acquisizione, da parte dello spedizioniere, degli obblighi e della responsabilità del vettore - assume rilevanza qualificante la circostanza che lo spedizioniere abbia ritirato presso il mittente l'oggetto spedito, perché tale attività implica il trasferimento di cose da un luogo all'altro e, cioè, la prestazione tipica che è oggetto dell'obbligazione del vettore ex art. 1678 c.c. (Cass. n. 26504/2022, in applicazione del principio, la S.C. ha cassato la sentenza di merito che, per escludere la responsabilità contrattuale dello spedizioniere, aveva ritenuto che il ritiro presso il mittente del plico - contenente la documentazione necessaria per la partecipazione ad una gara ad evidenza pubblica, dalla quale il mittente era stato escluso a causa della ritardata consegna - costituisse una semplice "operazione accessoria" ex art. 1737 c.c.). Autonomia negoziale delle partiSebbene lo spedizioniere sia tenuto, per legge, al compimento delle operazioni accessorie alla conclusione del contratto di trasporto per conto del mandante (art. 1737), la legge rimette all'autonomia delle parti di stabilire quali operazioni dello spedizioniere debbano ritenersi giuridicamente accessorie e, come tali, soggette alla disciplina del contratto di spedizione e quali, invece, debbano ritenersi accessorie solo in via di fatto e perciò soggette alla disciplina del tipo contrattuale in cui vanno di volta in volta inquadrate. Il relativo accertamento è devoluto al giudice del merito ed è insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato (Cass. n. 4900/2011, nella specie, un vettore marittimo aveva messo a disposizione dello spedizioniere vari containers per il trasporto di merce, i quali, a causa del mancato ritiro della merce stessa da parte del destinatario non gli erano stati restituiti ed aveva, pertanto, proposto domanda, nei confronti dello spedizioniere, di pagamento delle controstallie. La S.C., formulando il principio di cui alla massima, ha condiviso la decisione di merito che aveva escluso la legittimazione passiva dello spedizioniere, ritenendo che la locazione dei containers fosse operazione accessoria in senso lato compiuta dallo spedizioniere in rappresentanza del mittente, come tale estranea all'oggetto del contratto di spedizione, sicché il mittente medesimo dovesse rispondere della loro ritardata restituzione). Inoltre, come accade in tema di commissione, è possibile domandarsi se risulti indispensabile che lo spedizioniere rivesta il carattere dell'operatore professionale. Si impone anche in questo caso una risposta negativa: nessun requisito in questo senso appare essere richiesto dalla legge (Grigoli, in Tr. Res., XII, 1985, 216). In tema di contratto di trasporto marittimo di container, è necessario comprendere se la stipulazione del contratto relativo alla disponibilità dei container rientri nelle operazioni accessorie ai sensi dell'art. 1737, a carico dunque dello spedizioniere. Sebbene lo spedizioniere sia tenuto, per legge, al compimento delle "operazioni accessorie" alla conclusione del contratto di trasporto per conto del mandante (art. 1737), la legge rimette all'autonomia delle parti di stabilire quali operazioni dello spedizioniere debbano ritenersi giuridicamente accessorie e, come tali, soggette alla disciplina del contratto di spedizione e quali, invece, debbano ritenersi accessorie solo in via di fatto e perciò soggette alla disciplina del tipo contrattuale in cui vanno di volta in volta inquadrate. Il relativo accertamento è devoluto al giudice del merito (Trib. Genova, 19 gennaio 2018, n. 187). Responsabilità dello spedizioniereLo spedizioniere che non concluda il contratto di trasporto e concluda, in luogo di esso, senza alcuna autorizzazione del mandante e senza che sia necessario per la natura dell'incarico ricevuto, un altro contratto di spedizione, ossia sostituisca altri a sé nell'esecuzione del mandato, non adempie l'obbligazione assunta verso il mandante, benché, non essendo il mandato basato necessariamente sull'intuitu personae, non gli sia vietato di avvalersi dell'opera di un sostituto, ed assume su di sé il rischio delle conseguenze dell'operato del sostituto, pregiudizievoli per il committente, ossia il rischio dell'inadempimento della persona sostituita, di cui risponde in ogni caso, anche se il fatto dannoso si verifichi durante l'esecuzione del contratto di trasporto dal medesimo o da altro sostituto stipulato col vettore, a meno che non provi che il danno si sarebbe prodotto comunque, anche se egli avesse adempiuto la propria obbligazione (Cass. n. 3354/2009). BibliografiaBaldi-Venezia, Il contratto di agenzia. La concessione di vendita. Il franchising, Milano, 2015; Bavetta, Mandato (negozio giuridico) (dir. priv.), in Enc. dir., XXV, Milano, 1975; Bile, Il mandato, la commissione, la spedizione, Roma, 1961; Campagna, La posizione del mandatario nel mandato ad acquistare beni mobili, in Riv. dir. civ. 1974, I, 7 ss; Ferri, Manuale di diritto commerciale, Torino, 1976; Formiggini, Commissione, in Enc. dir., VII, Milano, 1960; Minervini, Commissione, in N.ss. Dig. it., III, Torino, 1967; Natoli, La rappresentanza, Milano, 1977; Pugliatti, Studi sulla rappresentanza, Milano, 1965; Romano, Vendita. Contratto estimatorio, Milano, 1961; Rotondi-Rotondi, L'agenzia nella giurisprudenza, Milano, 2004; Santoro-Passerelli, Dottrine generali del diritto civile, Napoli, 1997; Saracini-Toffoletto, Il contratto di agenzia, artt. 1742-1753, Milano, 2014. |