Codice Civile art. 1772 - Pluralità di depositanti e di depositari.Pluralità di depositanti e di depositari. [I]. Se più sono i depositanti di una cosa ed essi non si accordano circa la restituzione, questa deve farsi secondo le modalità stabilite dall'autorità giudiziaria. [II]. La stessa norma si applica quando a un solo depositante succedono più eredi, se la cosa non è divisibile [1314 ss., 1319]. [III]. Se più sono i depositari, il depositante ha facoltà di chiedere la restituzione a quello tra essi che detiene la cosa. Questi deve darne pronta notizia agli altri. InquadramentoL'art. 1772 prevede l'ipotesi che i depositanti o i depositari siano più di uno, ferma restando l'unicità del contratto e del rapporto. Ne deriva in linea di principio che gli obblighi, dall'una e dall'altra parte, vengano assunti in via solidale, compreso l'obbligo di custodia. La norma in esame può dare luogo a questioni per quanto riguarda l'adempimento dell'obbligazione di restituzione della cosa in quanto non rinvia alle regole generali in materia di obbligazioni divisibili (art. 1314) o indivisibili (art. 1316), privilegiando innanzitutto le previsioni contrattuali fissate dalle parti. In mancanza di tale accordo, la restituzione dovrà essere posta in essere secondo le modalità stabilite dall'autorità giudiziaria. Il deposito congiuntoLa pluralità di depositanti configura l'ipotesi del cd. deposito congiunto o condeposito. Il codice, in considerazione della molteplicità di interessi che si intendono soddisfare nel deposito effettuato congiuntamente da più persone, non rinvia alle norme in materia di obbligazioni divisibili o indivisibili, ma privilegia in primo luogo le previsioni contrattuali e l'accordo della parti; in difetto di tale accordo, stabilisce che la restituzione dovrà farsi secondo le regole stabilite dall'autorità giudiziaria (Fiorentino, in Comm. S. B., 91). La pluralità di depositanti può essere sopravvenuta per effetto di successione mortis causa nel rapporto di deposito, quando ad un unico depositante succedano più eredi: in questo caso, la restituzione viene diversamente disciplinata a seconda della natura della res deposita. Se questa è divisibile, vigono i principi generali in tema di obbligazioni divisibili (art. 1314) e la restituzione avviene pro parte, avendo ciascun erede diritto alla restituzione di una porzione delle cose depositate. Se la cosa non è divisibile, invece, riprende vigore la regola dettata dall'articolo in commento, per pluralità originaria di depositari (Galasso A. e Galasso G., 266). Pluralità di depositariNel caso di pluralità di depositari, il depositante, data la solidarietà dell'obbligazione, può chiedere la cosa ad uno qualsiasi di essi, secondo la regola di cui all'art. 1292 (Galasso A. e Galasso G., ult. cit.). Tuttavia, il comma 3 dell'art. 1772 attribuisce al depositante la facoltà di richiedere al restituzione a quello tra i depositari che detiene la cosa. Quest'ultimo deve darne pronta notizia agli altri depositari non detentori della richiesta del depositante. E ciò prima di procedere alla restituzione della res in modo da consentire agli altri depositari di intervenire alla riconsegna sia per accertarsi dello stato della res, sia per riscuotere eventualmente la quota di compenso loro spettante (Dalmartello e Portale, 263; Fiorentino, in Comm. S. B., 78). L'inadempimento dell'obbligo di avviso comporta la responsabilità del depositario per i danni che la sua omissione può aver arrecato agli altri. In dottrina è discusso se nell'ipotesi di deposito oneroso il singolo depositario, detentore della cosa, al quale il depositante chieda la restituzione, possa chiedere a quest'ultimo il pagamento dell'intero compenso ovvero solo della propria quota. Secondo alcuni autori, poiché la solidarietà attiva non si presume, e che la legge non prevede espressamente la solidarietà attiva dei codepositari, il singolo depositario può pretendere solo una quota del compenso (Mastropaolo, 21). Secondo una diversa impostazione, invece, la disposizione che autorizza il depositante a chiedere la restituzione a quello dei depositari che detiene la cosa consente di ritenere che il depositario-detentore possa chiedere l'intero compenso (Fiorentino, in Comm. S. B., 111). BibliografiaDalmartello e Portale, voce Deposito, in Enc. dir., XII, Milano, 1964; Forchielli, I contratti reali, Milano, 1952; Galasso A. e Galasso G., Deposito, in Dig. civ., 1989; Majello, Custodia e Deposito, Napoli, 1958; Majello, Il deposito nell'interesse del terzo, in Banca, borsa tit. cred. 1961, I, 311; Mastropaolo, Deposito (in generale), in Enc. giur., Roma, 1988; Salomoni, La responsabilità del custode per la perdita della detenzione del bene ricevuto, in Resp. civ. prev. 2014, fasc. 5, 1435. |