Codice Civile art. 1785 - Limiti di responsabilità (1).

Caterina Costabile

Limiti di responsabilità (1).

[I]. L'albergatore non è responsabile quando il deterioramento, la distruzione o la sottrazione sono dovuti:

1) al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita;

2) a forza maggiore;

3) alla natura della cosa.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 3 l. 10 giugno 1978, n. 316. Il testo originario recitava: «Obbligo di denuncia del danno. [I] Fuori del caso indicato dal n. 1 del secondo comma dell'articolo precedente, la responsabilità dell'albergatore è esclusa, se il cliente non gli denunzia il danno appena ne ha avuto conoscenza».

Inquadramento

L'albergatore può esonerarsi dalla responsabilità quando prova la ricorrenza della cause tassativamente previste dalla presente disposizione (Bussoletti, 8; Mastropaolo, in Tr. Res., 553; Zuddas, 115).

La dottrina reputa che la norma si riferisca, allo scopo di escluderla, sia alla responsabilità limitata (1783) che a quella illimitata (1784) dell'albergatore (Mastropaolo, ult. cit.; Preden, 1998, 62; Zuddas, cit., 112).

Si è altresì osservato che, la necessità di fornire la prova positiva che l'evento dannoso è attribuibile ad uno dei fattori causali espressamente e tassativamente elencati, rende la responsabilità dell'albergatore particolarmente rigorosa: la causa ignota del danno viene difatti posta a carico dell'albergatore medesimo, il quale non può liberarsi nemmeno provando di aver tenuto un comportamento diligente (Geri, 203).

Fatto del cliente

L'albergatore non è responsabile quando il deterioramento, la distruzione o la sottrazione sono dovuti al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o gli rendono visita (n. 1).

La ratio dell'esonero risiede nella circostanza che il fatto lesivo in questa ipotesi si collega direttamente all'agire del cliente o di persone che per volontà di questi sono posti in grado di arrecare danno alle sue cose, al di fuori di ogni possibile controllo dell'albergatore (Fiorentino, in Comm. S. B., 123).

Se il fatto del cliente non è causa esclusiva, ma concorrente, del danno, avendolo soltanto favorito o aggravato, senza interrompere il nesso eziologico tra di esso e la condotta dell'albergatore, a norma dell'art. 1227 il risarcimento è dovuto in misura proporzionalmente ridotta (Bonilini, 141).

La giurisprudenza ha ritenuto che non ricorre la causa di esonero della responsabilità dell'albergatore, ex art. 1785, n. 1, c.c., nel caso in cui il cliente non gli abbia affidato in custodia, non sussistendo alcun un obbligo normativo in tal senso, gli oggetti di valore di sua proprietà, posto che, per le cose portate in albergo di cui il cliente mantiene il possesso, la responsabilità dell'albergatore è indipendente da qualsiasi consegna, essendo collegata al solo fatto dell'introduzione degli effetti personali del cliente nei locali, per il tempo in cui si dispone dell'alloggio (Cass. III, n. 4132/2024; nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata che aveva accolto la domanda di un cliente di risarcimento del danno conseguente al furto di una pelliccia appesa all'attaccapanni della hall dell'albergo, ravvisando la colpa dell'albergatore per il fatto di avere predisposto la rastrelliera in prossimità della sala da pranzo, in una posizione che ne rendeva impossibile la sorveglianza al personale).

Forza maggiore

L'albergatore non è responsabile quando il deterioramento, la distruzione o la sottrazione della cosa sono dovuti a forza maggiore (n. 2).

La giurisprudenza ha rimarcato che la sottrazione con violenza o minaccia delle cose depositate dal cliente in albergo può imputarsi alla forza maggiore analogamente a quanto previsto in tema di responsabilità del vettore per la perdita delle cose consegnategli per il trasporto qualora le stesse vengano sottratte a causa di una rapina, con conseguente esclusione della responsabilità dell'albergatore solo quando le comprovate circostanze di tempo e di luogo in cui la sottrazione stessa ebbe a verificarsi siano state tali da renderla assolutamente imprevedibile ed inevitabile (Cass. III, n. 18651/2003).

Natura della cosa

L'albergatore non è responsabile quando il deterioramento, la distruzione o la sottrazione della cosa sono dovuti alla natura della cosa (n. 3).

Si tratta in tal caso di caratteristiche intrinseche e vizi della cosa, che determinano eventi lesivi del tutto estranei all'attività alberghiera e che l'albergatore non ha alcun obbligo di prevedere né di tentare di impedire.

La norma, nella sua generale previsione, attribuisce natura esimente anche ai vizi delle cose che sono state consegnate in custodia all'albergatore (Geri, 215).

Bibliografia

Bonfiglio, Il contratto di albergo ed il contratto di deposito alberghiero, in Giust. civ. 1995, I, 2222; Bonilini, La responsabilità dell'albergatore, in Resp. civ. prev. 1987, 30; Bussoletti, Albergo (contratto di), in Enc. giur., I, Roma, 1988; Carnevali, in Commento alla legge 10 giugno 1978, n. 316, in Le nuove leggi civ. comm., 1979, sub art. 1-3, 127; Fragali, Albergo (contratto di), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Geri, Albergatore (responsabilità del), in Nss. D.I., App. I, Torino, 1980, 198; Mezzasoma, La responsabilità civile dell'albergatore, in Rass. dir. civ. 1990, 536; Preden, Albergo (contratto di), in Enc. dir. agg., Milano, 1998, 57; Zuddas, Il contratto di albergo, in Ciurnelli, Monticelli e Zuddas, Il contratto di albergo. Il contratto di viaggio. I contratti del tempo libero, Milano, 1994.

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