Codice Civile art. 1803 - Nozione.Nozione. [I]. Il comodato è il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta. [II]. Il comodato è essenzialmente gratuito. InquadramentoIl comodato è un contratto reale, unilaterale (ovvero con obbligazioni a carico di una sola parte), essenzialmente gratuito e a forma libera anche se immobiliare o ultranovennale (Cass. II, n. 7088/2017; Cass. III, n. 8548/2008). La giurisprudenza costante evidenzia che chiunque abbia la disponibilità di fatto di una cosa, in base a titolo non contrario a norme di ordine pubblico, può validamente concederla in comodato ed è, in conseguenza, legittimato a richiederne la restituzione, allorché il rapporto venga a cessare (Cass. II, n. 21853/2020). Il comodatario acquista la detenzione qualificata e non il possesso della cosa Cass. II, n. 24479/2017; Cass. II, n. 21690/2014) In dottrina risulta discussa l'ammissibilità sia del comodato consensuale che del contratto preliminare di comodato. Natura giuridicaLa dottrina evidenzia che la natura reale del comodato emerge dalla stessa definizione normativa secondo cui il contratto non si perfeziona se al consenso delle parti non segue la traditio della cosa oggetto del contratto: la norma parla, difatti, di “consegna” e non di “obbligo di consegnare” (Giampiccolo, in Tr. G. S.-P., 1972, 3; Mastropaolo, in Tr. Sac., 1999, 660; Scaglione, in Comm. S., 2011, 11). La necessità della consegna per il perfezionamento del contratto di deposito è confermata anche dalla giurisprudenza costante, la quale precisa che, ove la cosa sia già nella detenzione dal comodatario, la traditio può consistere anche nel semplice mutamento del titolo della detenzione (Cass. III, n. 25222/2015). Il ordine al requisito della unilateralità del contratto, affermato dalla giurisprudenza (Cass. III, n. 11980/1990), la dottrina è divisa tra un orientamento maggioritario che condivide detta ricostruzione e coloro che, invece, ritengono che il comodato sia un contratto bilaterale (Teti, 39). È altresì discusso se il comodato sia da concepirsi come contratto con prestazione a carico del solo comodante o del solo comodatario. Alcuni autori ravvisano, infatti, tale obbligazione nell'obbligo di restituire la cosa a carico del comodatario (Tamburrino, 997), altri invece nell'obbligo del comodante di non pretendere la restituzione anticipata della cosa — salvo bisogno urgente e imprevisto — e di lasciarla godere al comodatario (Carresi, in Tr. Vas., 1957, 19). OggettoL'oggetto del comodato, come espressamente previsto dall'art. 1803, può essere costituito da una cosa mobile o immobile. Si ritiene pacificamente che possano essere oggetto di comodato anche le universalità di mobili (Carresi, 1957, 35) o cose produttive come un fondo rustico o un'azienda (Cass. III, n. 9460/2000; Luminoso, 223). Essendo il comodato un'ipotesi di prestito d'uso con obbligo di restituzione dell'idem corpus, esso non può avere ad oggetto che una cosa inconsumabile (tranne che le cose consumabili non vengano dedotte in negozio per un uso anomalo che ne escluda la consumazione: cd. comodato ad pompam), pena la nullità del contratto per impossibilità giuridica dell'oggetto (Luminoso, 3; Giampiccolo, 1972, 19). È controverso se possano costituire oggetto del comodato anche beni immateriali, anche se prevale in dottrina la risposta negativa (Luminoso, ult. cit.; Giampiccolo, in Tr. G. S.-P., 1972, 21). Comodato consensualeÈ discusso se sia consentito all'autonomia privata di rinunziare al requisito della realità per realizzare un contratto consensuale di comodato. L'opinione maggioritaria in dottrina dà una risposta negativa evidenziando che il requisito della consegna della cosa assume, in un contratto essenzialmente gratuito come quello in questione, la fondamentale funzione di rendere giuridicamente rilevante il rapporto tra le parti, altrimenti confinato nell'ambito della cortesia (Carresi, 1957, 12; Giampiccolo, 1972, 4; Luminoso, 1). Il contratto preliminare di comodatoDibattuta è altresì l'ammissibilità del contratto preliminare di comodato. La dottrina che è orientata in senso favorevole fa leva sull'art. 1822 che prevede espressamente la promessa di mutuo e precisa che, comunque, in caso di inadempimento non è possibile l'esecuzione in forma specifica ex art. 2932 a causa della inidoneità della sentenza costitutiva a produrre gli effetti di un contratto che, per il suo perfezionamento, richiede la consegna della cosa (Fragali, in Comm. S. B., 1966, 181). Altri autori propendono per la soluzione negativa rilevando che se è da escludersi l'efficacia vincolante del semplice accordo di comodato non accompagnato dalla consegna, non può attribuirsi tale efficacia nemmeno all'obbligo preliminare di addivenire a tale accordo in futuro: se, invero, la traditio ha la funzione di conferire rilievo giuridico all'intento del comodante, in mancanza di essa non vi sarebbe alcun indice da cui desumere tale intento (Carresi, 1957, 17; Luminoso, ult. cit.). Comodato modaleLa giurisprudenza reputa che il carattere essenzialmente gratuito del comodato non sia incompatibile con la previsione, a carico del comodatario, di qualche prestazione secondaria a diretto vantaggio del comodante o di un terzo. Si ritiene, pertanto, possibile apporre al comodato un modus purché esso non sia di consistenza tale da snaturare il rapporto, ponendosi come corrispettivo del godimento della cosa ed assumendo quindi la natura di una controprestazione (Cass. III, n. 1039/2019; Cass. III, n. 3087/2010). La dottrina condivide detta impostazione evidenziando che il modus è un elemento accessorio del negozio che limita il contenuto dell'attribuzione apponibile a tutti i contratti a titolo gratuito in quanto non incidente sulla qualificazione del contratto (Carresi, 1957, 43; Giampiccolo, 1972, 8). Differenze con il contratto di locazioneIl criterio costantemente seguito dalla giurisprudenza per distinguere tra comodato e locazione si fonda sul carattere di essenziale gratuità del comodato, laddove si realizzano gli estremi costitutivi del contratto di locazione quando per il godimento di un bene sia pattuita una controprestazione, in qualsiasi misura e sotto qualsiasi forma (Cass. III, n. 18660/2013). Peraltro, posto che anche il comodatario quale detentore qualificato del bene può, salvo che non vi ostino specifiche previsioni pattizie, concedere il bene in locazione o costituirvi altro rapporto obbligatorio, risulta legittimato a richiederne la restituzione allorché il rapporto giunga a compimento (Cass. III, n. 13204/2010). La S.C. ha chiarito che, non essendo le disposizioni dell'art. 1599 estensibili per il loro carattere eccezionale a rapporti diversi dalla locazione, il contratto di comodato di un bene stipulato dall'alienante di esso in epoca anteriore al suo trasferimento non è opponibile all'acquirente del bene stesso (Cass. III, n. 644/2016). Fallimento del comodanteLa S.C. ha statuito, in tema di comodato immobiliare a tempo determinato, che il fallimento del comodante pronunciato dopo la stipulazione del relativo contratto genera l'obbligo del comodatario di restituire immediatamente, alla curatela che lo richieda, il bene oggetto del contratto stesso (Cass. I, n. 27938/2018). BibliografiaCarresi, Comodato, in Nss D.I., Torino, III, 1959; Luminoso, voce Comodato, Enc. giur., Roma, 1988; Pellegrini, Contratto di comodato a termine e morte del comodante, in Riv. dir. civ. 2000, II, 477; Quadri, Comodato e “casa familiare”: l'intervento delle Sezioni Unite, in Corr. giur. 2004, 1440; Quadri, Il nuovo intervento delle Sezioni Unite in tema di comodato e assegnazione della «casa familiare», in Corr. giur. 2015, 19; Tamburrino, voce Comodato, in Enc. dir., VII, Milano, 1960; Teti, Comodato, in Dig. civ., 1988. |