Codice Civile art. 1804 - Obbligazioni del comodatario.

Caterina Costabile

Obbligazioni del comodatario.

[I]. Il comodatario è tenuto a custodire [1177] e a conservare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia [1176 1, 1805 1]. Egli non può servirsene che per l'uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa [1805 2].

[II]. Non può concedere a un terzo il godimento della cosa senza il consenso del comodante.

[III]. Se il comodatario non adempie gli obblighi suddetti, il comodante può chiedere l'immediata restituzione della cosa, oltre al risarcimento del danno [1819, 1820].

Inquadramento

La norma in esame enuncia le principali obbligazioni del comodatario che possono essere così distinte: a) obbligo di custodire e conservare la cosa comodata; b) obbligo di usarla esclusivamente secondo le pattuizioni contrattuali ovvero secondo la natura della cosa stessa; c) obbligo di non trasferire ad altri il godimento della stessa, senza autorizzazione del comodante.

Nell'ipotesi in cui il comodatario non adempia ai summenzionati obblighi, il comodante può richiedere l'immediata restituzione della cosa ed il risarcimento del danno (Teti, 41).

Obbligo di custodire e conservare

Fondamentale è l'obbligo del comodatario di custodire e di conservare la cosa comodata, vale a dire di vigilare ed agire perché la cosa mantenga la sua integrità e la sua consistenza. Detta obbligazione è evidentemente finalizzata a consentire la restituzione della cosa al momento della cessazione del rapporto.

Secondo la norma dell'art. 1804 comma 1, la custodia e la conservazione devono essere effettuate con la diligenza del buon padre di famiglia (Cass. III, n. 296/2015).

L'obbligo di conservare la cosa ha come contenuto lo svolgimento di tutte le attività necessarie al mantenimento della res nella sua consistenza originaria, salvo il deterioramento derivante dall'uso consentito. Sono inclusi in tale obbligazione gli obblighi del comodatario di provvedere alla manutenzione della cosa sostenendo le spese ordinarie e quelle straordinarie che dovessero risultare urgenti e necessarie (art. 1808).

Il comodatario deve inoltre custodire la cosa vigilando sulla sua integrità. L'obbligo di custodia permane, ex art. 1177 sino al momento dell'effettiva restituzione della cosa al comodante, anche se questi sia in mora accipiendi (Fragali, in Comm. S. B., 1966, 282; Tamburrino, 1006).

La S.C. ha chiarito che in caso di furto del bene in comodato, il comodatario è responsabile per colpa qualora, avuto riguardo alle circostanze concrete, non abbia posto in essere tutte le attività richieste dall'ordinaria diligenza. Pertanto, il comodatario convenuto in giudizio per la risarcibilità dei danni a titolo di responsabilità «ex recepto», al fine di raggiungere la prova della non imputabilità della perdita deve provare di avere adottato tutte le precauzioni che le circostanze suggerivano per evitare la sottrazione del bene, secondo la diligenza del buon padre di famiglia, non essendo invece necessaria la prova che il furto è stato compiuto con violenza o con minaccia alle persone (Cass. III, n. 16826/2003).

Obblighi relativi all'utilizzo della cosa

Il comodatario è tenuto a servirsi della cosa comodata unicamente per l'uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa (Luminoso, 3).

Questa obbligazione comporta il dovere di servirsi della cosa solo secondo l'uso determinato in contratto, che può essere anche uno solo dei vari usi cui la cosa normalmente può essere adibita.

Ove manchi una determinazione espressa, supplisce la considerazione della natura della cosa: l'uso sarà dato da quello cui normalmente, secondo la sua essenza, è destinato il bene in oggetto (Carresi, 1959, 694).

Divieto di trasferimento a terzi della cosa

L'obbligo di non subcomodare senza autorizzazione del comodante viene pacificamente qualificato come una conseguenza del carattere personale e fiduciario del comodato che certamente è costituito intuitu personae (Giampiccolo, in Tr. G. S.-P.,1972, 23; Tamburrino, 1004).

In caso di violazione, il subcomodato (o più in generale la subconcessione) è da ritenersi valido ed efficace tra le parti, ma costituendo inadempimento del comodatario, legittima il comodante a richiedere — anche nei confronti del subcomodatario, quale detentore abusivo, l'immediata restituzione della cosa ed il risarcimento dei danni (art. 1804 comma 3).

Il comodante può, tuttavia, autorizzare la subconcessione, eventualmente anche in momento successivo alla consegna, sia in maniera espressa che tacita: in quest'ultima ipotesi il consenso del comodante può desumersi dalla natura della cosa, dall'uso contrattuale o dalle relazioni intercorrenti tra le parti (Carresi, in Tr. Vas., 1957, 48).

Restituzione e risarcimento del danno

La dottrina ritiene che il comma 3 dell'art. 1804 una ipotesi di recesso per giusta causa, quale autotutela degli interessi regolati in contratto indipendentemente da eventuale responsabilità contrattuale (Fragali, in Comm. S. B., 1966, 297).

La giurisprudenza ha evidenziato che non può essere proposta azione di risoluzione per inadempimento nei confronti del comodatario attesa la gratuità del contratto, senza che assuma rilievo la presenza di eventuali pattuizioni accessorie, anche di apprezzabile peso economico, a carico di quest'ultimo.

Invero, in detta ultima ipotesi il comodante è tenuto ad avvalersi del diverso rimedio della restituzione anticipata del bene ai sensi dell'art. 1804 ove l'inosservanza degli obblighi integri un abuso della cosa oggetto di comodato ovvero una lesione della fiducia riposta dal comodante nel comodatario (Cass. III, n. 6203/2014).

Bibliografia

Carresi, Comodato, in Nss D.I., Torino, III, 1959; Luminoso, voce Comodato, Enc. giur., Roma, 1988; Pellegrini, Contratto di comodato a termine e morte del comodante, in Riv. dir. civ. 2000, II, 477; Quadri, Comodato e “casa familiare”: l'intervento delle Sezioni Unite, in Corr. giur. 2004, 1440; Quadri, Il nuovo intervento delle Sezioni Unite in tema di comodato e assegnazione della «casa familiare», in Corr. giur. 2015, 19; Tamburrino, voce Comodato, in Enc. dir., VII, Milano, 1960; Teti, Comodato, in Dig. civ., 1988.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario