Codice Civile art. 1821 - Danni al mutuatario per vizi delle cose.

Caterina Costabile

Danni al mutuatario per vizi delle cose.

[I]. Il mutuante è responsabile del danno cagionato al mutuatario per i vizi delle cose date a prestito, se non prova di averli ignorati senza colpa [1494].

[II]. Se il mutuo è gratuito, il mutuante è responsabile solo nel caso in cui, conoscendo i vizi, non ne abbia avvertito il mutuatario [1812].

Inquadramento

La norma sancisce la responsabilità del mutuante per i danni cagionati al mutuatario per i vizi delle cose mutuate se non prova di averli ignorati senza colpa.

Un sistema di responsabilità meno gravosa è stabilito per il mutuo gratuito in quanto in detta ipotesi il mutuante risponde dei danni solo quando, pur conoscendo i vizi, non abbia avvertito il mutuatario.

Natura giuridica

Una parte della dottrina reputa regolata dalla norma in esame, sia per il mutuo gratuito che per quello oneroso (a parte la variante dell'elemento soggettivo richiesto, che nell'un caso è la conoscenza effettiva dei vizi, nell'altro caso la loro semplice conoscibilità), una ipotesi di responsabilità in contrahendo del mutuante per mancata denuncia dei vizi, responsabilità commisurata quindi ai danni che il mutuatario, se tempestivamente avvisato, avrebbe potuto evitare (interesse negativo), e non diversa da quella che in analoga ipotesi potrebbe essere a carico del comodante a norma dell'art. 1812 (Fragali, in Comm. S. B., 1966, 453).

Altri autori distinguono, invece, tra il mutuo gratuito e quello oneroso, osservando che mentre per il mutuo gratuito il comma 2 dell'art. 1821 chiama il mutuante a rispondere (solamente) dei danni conseguenti alla mancata denuncia dei vizi, e con ciò stesso ne limita però effettivamente la responsabilità al risarcimento dell'interesse negativo, per il mutuo oneroso, invece, il comma 1 dello stesso articolo dichiara il mutuante responsabile, senza distinguere, dei danni (tutti) risentiti dal mutuatario per vizi delle cose (Giampiccolo, 468).

Nell'ipotesi del mutuo oneroso, pertanto, il mutuante deve ritenersi obbligato a risarcire al mutuatario non solo i danni eventualmente sofferti per avere ignorato i vizi delle cose, ma, in quanto si tratti di vizi non riconoscibili che rendano le cose stesse inidonee all'uso loro proprio, gli debba anche il risarcimento dell'interesse positivo.

Diversamente, in caso di mutuo gratuito il mutuante risponderà soltanto dei danni che il mutuatario, se fosse stato edotto dei vizi delle cose, avrebbe potuto evitare (astenendosi dall'accettarle in prestito o prendendo comunque le cautele necessarie a prevenire il danno), e ne risponderà, inoltre, solo per il caso di dolo, ossia, come l'art. 1821 prevede, solo se dei vizi medesimi egli al momento del contratto era a conoscenza.

In caso di mutuo oneroso si ritiene ammissibile, oltre all'azione risarcitoria e a quella di risoluzione, l'azione di riduzione del corrispettivo in applicazione analogica delle disposizioni in tema di vizi della compravendita, senza tuttavia l'operatività dei relativi termini di decadenza e prescrizione (Giampiccolo, ult. cit.).

Responsabilità per evizione

Una responsabilità del mutuante per l'evizione si ritiene astrattamente configurabile tanto nel mutuo oneroso che in quello gratuito.

Non essendo tuttavia detta ipotesi esplicitamente disciplinata dal legislatore la dottrina reputa applicabili con gli opportuni adattamenti, secondo che il mutuo sia oneroso o gratuito, le norme che regolano l'evizione nella vendita e nella donazione (Giampiccolo, 467).

L'acquisto in proprietà che il mutuo procura al mutuatario non è infatti diverso, né destinato a consentirgli forme di utilizzazione diverse, da quello, o quelle, che potrebbe ripromettersi un acquirente delle stesse cose per qualsiasi altro titolo oneroso o gratuito; sicché, in mancanza di una norma specifica, si ritiene di dover estendere al mutuo i princìpi valevoli per la vendita e per la donazione che di ciascuna delle due specie di trasferimento rappresentano la forma prototipica.

Bibliografia

Dalmartello, Appunti in tema di contratti reali, contratti restitutori e contratti sinallagmatici, in Riv. dir. civ., 1955; Galasso, Mutuo e Deposito irregolare, Milano, 1968; Gardella Tedeschi, Il Mutuo (contratto di), in Dig. civ., Torino, 1994; Giampiccolo, voce Mutuo, Enc. dir., XXVII, Milano, 1977; Grassani, Mutuo, in Noviss. Dig. it., X, Torino 1964; Mazzamuto, Mutuo di scopo, in Enc. Giur., XX, Roma, 1990.

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