Codice Civile art. 1825 - Interessi.

Caterina Costabile

Interessi.

[I]. Sulle rimesse decorrono gli interessi nella misura stabilita dal contratto o dagli usi ovvero, in mancanza, in quella legale [1282, 1284].

Inquadramento

La norma in esame ha carattere dispositivo: il regime degli interessi, ritenuti di natura corrispettiva può infatti essere diversamente regolato dalle parti, salva comunque la forma scritta per gli interessi ultralegali (Scozzafava e Grisi, in Tr. Res., 1985, 772).

L'art. 1825 ha altresì carattere speciale, e, pertanto, in difetto di espressa pattuizione, non è applicabile in rapporti di dare ed avere, conseguenti a più negozi giuridici intervenuti fra le medesime parti, che non siano regolati da una convenzione di conto corrente (Cass. I, n. 1065/1980).

Misura, decorrenza e liquidazione degli interessi

La dottrina è pressoché unanime nel ritenere che gli interessi previsti dall'art. 1825 abbiano natura corrispettiva o compensativa e non moratoria, in quanto gli stessi rappresentano il corrispettivo dato al creditore che rinuncia ad esigere immediatamente il proprio credito (Martorano, 1961, 663; Scozzafava e Grisi, 1989, 5).

La misura degli interessi, qualora non pattuita dalle parti o non determinabile sulla scorta degli usi, è quella legale ex art. 1284.

Secondo l'interpretazione dominante nel conto corrente ordinario gli interessi decorrono dal giorno in cui venga acquistata la disponibilità della somma da ciascuna delle parti (Fiorentino, in Comm. S.B., 1972, 14)

Per quanto attiene all'esigibilità degli interessi, si ritiene che i medesimi, salvo patto contrario, siano esigibili alla chiusura del conto (Cavalli, 2; Fiorentino, ult. cit.).

Anche la giurisprudenza si è espressa in tal senso (Cass. II, n. 3807/1976).

Successivamente essi vengono conglobati nel saldo finale, capitalizzandosi con la duplice conseguenza che divengono essi stessi produttivi di interessi e che al credito corrispondente si applica l'ordinario termine decennale di prescrizione (Martorano, 1961, 667).

In merito alla produzione di interessi da parte degli interessi sulle rimesse ormai capitalizzati, parte della dottrina ha ravvisato una eccezione all'art. 1283, che sancisce il divieto di anatocismo (Cavalli, 3; Fiorentino, in Comm. S.B., 1972, 14; Scozzafava e Grisi, ult. cit.).

Altri autori, di contro, hanno ritenuto non corretto il raffronto con questo istituto in quanto si tratterebbe di interessi prodotti da somme che hanno perduto la loro originaria natura di interessi (Scozzafava e Grisi, ult. cit.).

Bibliografia

Caltabiano, Il conto corrente bancario, Padova, 1967; Cavalli, Conto corrente, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Martorano, Il conto corrente bancario, Napoli, 1955; Martorano, voce Conto Corrente (contratto di), Enc. Dir., IX, Milano, 1961; Scozzafava e Grisi, voce “Conto corrente ordinario”, in Dig. Comm., IV, Torino, 1989; Sotgia, Del conto corrente, in Commentario al codice civile a cura di D'Amelio e Finzi, Firenze, 1949.

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