Codice Civile art. 1835 - Libretto di deposito a risparmio.Libretto di deposito a risparmio. [I]. Se la banca rilascia un libretto di deposito a risparmio, i versamenti e i prelevamenti si devono annotare sul libretto. [II]. Le annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante. [III]. È nullo ogni patto contrario. InquadramentoIl deposito di denaro presso un istituto di credito può essere attestato dal rilascio di un libretto di deposito a risparmio su cui l'impiegato della banca addetto al servizio annota, con efficacia probatoria tra le parti, le operazioni di versamento e prelevamento. L'art. 1835 considera nullo ogni patto contrario. Efficacia probatoria delle annotazioniLe annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante: esse hanno quindi natura confessoria e, come tali, possono essere impugnate solo per errore di fatto e per violenza (Campobasso, 6; Guglielmucci, 257; Molle, in Tr. C. M.,1981, 130). La dottrina ritiene che l'efficacia probatoria del libretto vada intesa in senso positivo, e non anche negativo: ogni operazione annotata sul documento deve ritenersi incontestabile, ma è possibile utilizzare altri mezzi per dimostrare che sono avvenuti prelievi o versamenti non menzionati dal libretto (Santoro, 616). Costituisce principio pacifico in giurisprudenza che il libretto bancario di deposito a risparmio, pur non potendosi considerare atto pubblico dotato dell'efficacia probatoria privilegiata di cui all'art. 2700, è assistito dallo speciale regime probatorio delineato dall'art. 1835, comma 2, stesso codice. Pertanto, qualora il documento presenti i requisiti formali minimi della sua identità, esso fa piena prova non solo delle annotazioni eseguite e sottoscritte dal funzionario addetto, ma anche della provenienza del libretto dalla banca al cui servizio appare addetto il menzionato funzionario (Cass. I, n. 25370/2013). Ciò nondimeno l'annotazione firmata non è il solo mezzo probatorio con il quale si può dare la prova dell'operazione bancaria, esprimendo tale speciale regime un principio di tutela rafforzata del diritto alla prova predisposto dalla legge a favore del depositario (Cass. III, n. 13643/2014). La S.C. ha, inoltre, evidenziato che detto speciale regime probatorio presuppone che il documento presenti i requisiti formali minimi corrispondenti alla individuazione dello stesso in conformità al modello tipico, situazione che non si verifica allorché l'efficacia in questione sia stata sottratta in radice al documento, ove, in seguito a giudizio penale, siano state dichiarate false le annotazioni su di esso apposte (Cass. I, n. 2122/2014). La disposizione in esame non può trovare deroga nelle condizioni generali di contratto in quanto è diretta a tutelare l'affidamento dei clienti su operazioni effettuate con impiegati che si presentino, secondo il normale svolgimento delle attività bancarie, apparentemente muniti di idonei attribuzioni (Cass. I, n. 13547/1991). Ciò in quanto le condizioni generali di contratto operano solo sul piano interno dei servizi bancari, prevedendo ripartizioni di competenze e modalità di esecuzione delle operazioni, al fine di realizzare un controllo funzionalmente preordinato a garantire il buon andamento dell'istituto. BibliografiaCampobasso, Deposito, III, Deposito bancario, in Enc. giur., X, Roma, 1988; Ferri, voce Deposito Bancario, in Enc. dir., XII, Milano, 1964; Guglielmucci, Deposito bancario, in Dig. comm., IV, Torino, 1989; Maggiolo, Libretto di deposito, in Noviss. Dig. it., IX, Torino, 1963; Santoro, voce Libretto di deposito a risparmio, in Enc. dir., XXIV, Milano, 1974; Sotgia, Contratti bancari, in Commentario al codice civile a cura di D'Amelio e Finzi, Firenze, 1949. |